The Girlfriend Experience
Nel 2009, al Sundance Film Festival, il regista Steven Soderbergh ha presentato il suo progetto sperimentale intitolato The Girlfriend Experience. Il lungometraggio, con protagonista la star dei film porno Sasha Grey, seguiva la vita e il lavoro di Chelsea, escort in carriera nel mondo dell'alta società di Manhattan.
Cinque anni dopo Starz ha annunciato di aver ordinato la produzione di una serie composta da tredici puntate ispirate al film e prodotta dallo stesso Soderbergh insieme a Philip Fleishman.
Dopo la buona accoglienza ricevuta dallo show, l'emittente americana ha deciso di rinnovarlo per una seconda stagione, approdata da poche ore sugli schermi, che propone però una struttura completamente diversa e offre agli spettatori la possibilità di seguire due storie differenti in contemporanea.
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Un film sperimentale alla base della serie
Il progetto originale firmato da Soderbergh cercava di offrire una prospettiva originale sul "lavoro" di escort, mostrando le interazioni tra la giovane protagonista e i suoi clienti, senza nemmeno dimenticare il tentativo di mantenere una dimensione privata soddisfacente e riuscire a salvare la propria storia d'amore nonostante una situazione che, per ovvi motivi, rende complicato concedere totalmente e incondizionatamente la propria fiducia. Il personaggio di Chelsea incarnava così la determinazione di costruirsi una carriera e un solido futuro economico con la fragilità e l'incertezza emotiva che caratterizzavano la vita interiore della ragazza, a volte fin troppo coinvolta dal rapporto con i propri clienti, con cui rischia di stabilire un legame che supera di molto i confini professionali e quelli fisici.
Il lungometraggio, inoltre, non metteva in secondo piano il ruolo avuto nella vita di chi si affidava ai suoi servizi per vivere un'"esperienza" che, andando oltre molti dei possibili stereotipi e pregiudizi, non sempre conduceva a un possibile rapporto sessuale, rimanendo invece sul piano più emotivo e sulla necessità di avere accanto qualcuno, anche solo per condifidare le proprie ansie e paure.
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Una prima stagione dedicata all'emancipazione
Al posto di Sasha Grey, nel ruolo del personaggio principale, nella prima stagione della serie prodotta per la tv via cavo americana c'era l'attrice Riley Keough (Mad Max: Fury Road, Kiss of the Damned).
La sceneggiatura firmata da Lodge Kerrigan e Amy Seimetz seguiva il percorso compiuto dalla studentessa di legge Christine Reade, impegnata nel tentativo di sostenere le spese, seguire i corsi e trovare il proprio posto nel mondo del lavoro. Quando la sua amica Avery (Kate Lyn Sheil) le rivela la sua attività di escort, la ragazza viene attirata dalla possibilità di ottenere dei guadagnai elevati e in breve tempo, decidendo quindi di lavorare per chi offre The Girlfriend Experience, utilizzando il nome d'arte di Chelsea Rayne.
Le puntate offrivano il ritratto di un'evoluzione personale che conduceva Christine a trovare la propria indipendenza, oltre a far emergere il lato oscuro della professione e dare spazio a uno scandalo che vedeva coinvolto lo studio legale Kirkland & Allen dove la ragazza stava completando il suo tirocinio.
Kerrigan e Seimetz si sono occupati della regia e della sceneggiatura di tutti gli episodi che seguivano, senza filtri, la trasformazione del personaggio principale, non esitando a proporre anche il punto di vista sulla situazione delle persone che fanno parte della sfera privata di Christine e offrire uno sguardo tagliente e cinico sull'utilizzo del proprio corpo, ma anche della propria astuzia, per ottenere quello che si desidera a livello economico e professionale attraverso i passaggi della trama dedicati al "ricatto" compiuto nei confronti dei responsabili del proprio posto di lavoro.
La performance di Riley Keough, particolarmente apprezzata dalla critica e dal pubblico, ha contribuito in maniera significativa al buon livello raggiunto dal progetto per il piccolo schermo e, proprio per questo motivo, l'annuncio dei profondamenti cambiamenti avvenuti in vista della seconda stagione ha suscitato grande sorpresa.
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Due racconti indipendenti
Le puntate inedite della serie, disponibile in Italia su Infinity, hanno infatti permesso ad Amy Seimetz e Lodge Kerrigan di seguire due storie diverse in parallelo, occupandosi separatamente di una delle due.
Kerrigan ha così sviluppato la storia di Erica Myles (Anna Friel), la responsabile della raccolta fondi del partito repubblicano che decide di chiedere l'aiuto dell'escort Anna Garner (Louisa Krause) per ottenere informazioni scottanti e molto private su Mark Novak, un suo cliente, con lo scopo di screditarlo.
La Seimetz sviluppa invece il racconto dedicato a Bria (Carmen Ejogo), una donna che entra a far parte del progetto di protezione testimoni per sfuggire a un rapporto violento e pericoloso. Insieme a lei c'è la sua figliastra Kayla (Morgana Davies) e le due devono trasferirsi in New Mexico, dove vengono controllate dallo sceriffo Ian Olsen (Tunde Adebimpe) con lo scopo di proteggerle e aiutarle a compiere la transizione verso una nuova vita. Bria, tuttavia, inizia ben presto a riavvicinarsi al mondo degli appuntamenti a pagamento.
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Un gioco di contrasti, narrativi ed estetici
La scelta di mantenere indipendenti le due storie appare, dopo la visione della première, piuttosto interessante grazie alla possibilità di approfondire entrambe con una certa attenzione, offrendo al tempo stesso due approcci completamente differenti alle situazioni e alle tematiche al centro della trama.
Da una parte si viene introdotti a un mondo quasi asettico fatto di relazioni all'insegna dello sfruttamento, emotivo e fisico, reciproco, mentre dall'altra ci si sposta in una realtà dai colori più caldi e maggiormente vicina a situazioni meno all'insegna degli intrighi politici e dei doppi giochi, rimanendo piuttosto su un piano personale che potrebbe riservare molte sorprese. I contrasti, visivi e narrativi, diventano così ancora più evidenti attraverso la rappresentazione di due lati della medaglia che, insieme, formano un'unica analisi di una realtà in cui le donne decidono di non diventare vittime ma prendere in mano il proprio destino, utilizzando anche la seduzione e il piacere a proprio favore.
Sarà quindi interessante scoprire se, e come, questi due mondi apparentemente così distanti e paralleli potranno intersecarsi nel corso della stagione o se, invece, ci si limiterà su due piani separati da seguire in contemporanea o, volendo, vedere uno dopo l'altro immergendosi prima in un racconto e poi nel successivo.
Le prime due puntate, inoltre, sembrano gettare le basi per l'introduzione di ulteriori argomenti di attualità, come ad esempio la corruzione che imperversa nella politica, l'abuso di potere e i difetti del sistema giustiziario. A lungo andare proprio questa presenza di sottotrame potrebbe portare a delle situazioni affrontate solo in modo superficiale, considerando il numero esiguo di episodi a propria disposizione per sviluppare entrambi i racconti: le due parti avranno una durata, ognuna, di poco più di tre ore, forse troppo breve per offrire un ritratto dotato delle giuste sfumature senza dover sacrificare degli elementi necessari ad andare oltre i consueti stereotipi a favore di elementi maggiormente legati più in generale alla società contemporanea.
La première di The Girlfriend Experience regala tuttavia delle ottime performance da parte di Carmen Ejogo e Anna Friel, valorizzate da una regia attenta che coglie i piccoli dettagli delle espressioni e dei gesti compiuti dalle due attrici. A differenza della storia di Christine, la seconda stagione sembra però orientarsi verso una situazione personale e professionale dai confini meno netti, in cui il ruolo di vittima e carnefice potrebbe rimanere incerto e aperto all'interpretazione degli spettatori.
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Conclusione
The Girlfriend Experience ritorna con una struttura originale che potrebbe rivelarsi vincente o, al contrario, penalizzare due storie dalle ottime potenzialità. I contrasti esistenti tra le vite delle protagoniste, tuttavia, potrebbero gettare le basi per un'esperienza nuova per lo spettatore, messo alla prova ogni settimana nell'addentrarsi in dimensioni così diverse che si avvicinano da punti di vista quasi opposti ai desideri e ai bisogni, anche primordiali e istintivi, degli esseri umani.
L'esperimento appare sicuramente affascinante e stimolante e non resta quindi che attendere per scoprire se l'idea degli sceneggiatori si sarà rivelata vincente o, al contrario, le buone interpretazioni del cast verranno penalizzate dalla complessità della struttura.