Qualche mese fa ci siamo congedati con The Flash in toni più che ottimistici: dopo alcune stagioni davvero deludenti, lo show di Greg Berlanti sembrava aver ripreso la voglia di divertire e sorprendere dei primi anni. Il crossover Crisi sulle Terre Infinite che ha sconvolto l'Arrowverse ha interrotto temporaneamente questa annata, instaurando cambiamenti importanti che avrebbero dovuto rinvigorire la seconda tranche di episodi nel 2020 ma, come leggerete in questa recensione del finale di stagione di The Flash 6, le cose non sono andate esattamente come speravamo, e forse è stato un bene che la stagione si sia conclusa tre episodi prima del previsto.
Chi ha bisogno della Justice League?
Crisi sulle Terre Infinite si è conclusa unificando le dimensioni parallele degli show targati The CW in un unico universo in cui Flash, Supergirl, Batwoman e via dicendo sono diventati praticamente vicini di casa. Eppure, nonostante questo eclatante cambiamento che suggeriva la nascita della Justice League, i vari show continuano a mantenere le distanze, intrecciandosi pochissimo quando sarebbe stato molto più interessante e divertente vedere interagire più spesso questi personaggi. Dovremmo esserci abituati, dopo tanti anni, ma sul piano logico funziona ancor meno di prima, visto che tanti problemi si potrebbero risolvere chiamando in aiuto gli altri eroi, specialmente nei momenti più difficili.
The Flash 6, la recensione: nel segno della Crisi che ucciderà Flash
C'è da dire che la sesta stagione di The Flash è ricominciata quasi in medias res, coi nostri beniamini alle prese coi tanti cambiamenti apportati dalla Crisi: vecchi criminali da riacciuffare e nuove minacce da affrontare, compreso il ritorno di Godspeed, un avversario misterioso che lo show ha solo sfiorato in precedenza e che probabilmente avrà un ruolo molto più importante in futuro, considerando quanto accaduto nel penultimo episodio della stagione. La seconda metà dell'annata ha quindi seguito due storyline principali che si sono sviluppate parallelamente, intrecciandosi all'occorrenza. La prima riguarda un'importante conseguenza di quanto accaduto nella Crisi: grazie a Wally (Keiynan Lonsdale), Barry (Grant Gustin) ha scoperto che la Forza della Velocità è morta e che i poteri dei velocisti come lui sono destinati a esaurirsi.
Ciò ovviamente ha avuto diverse ripercussioni nel corso di questa seconda metà della stagione, impegnando Cisco (Carlos Valdes) e gli altri cervelloni dello S.T.A.R. Labs nella ricerca di un rimedio. Qualcosa da fare, insomma, per i personaggi che ultimamente sono finiti troppo spesso in secondo piano. In questo senso, la serie non riesce ancora a trovare un posto per Frost, l'alter ego di Caitlin (Danielle Panabaker) che la sostituisce praticamente a tempo pieno. Una villain redenta dal potenziale sprecato che alla fine della stagione parte per un viaggio alla riscoperta di sé stessa, lo stratagemma preferito dagli autori quando hanno bisogno di prendere tempo.
Un nemico nuovo, ma non troppo
Gli scrittori hanno sempre gestito i poteri di Flash in modo talmente arbitrario da risultare spesso ridicolo. Flash può correre così velocemente da riavvolgere il tempo... ma in alcuni episodi ci mette qualche minuto a raggiungere un'automobile in fuga. È ovvio che Barry non perderà del tutto i suoi poteri, ma ridimensionarli ha avuto sicuramente senso: non solo ne ha giovato la tensione generale, ma in questo modo hanno avuto più spazio anche alcuni comprimari come Ralph (Hartley Sawyer) che finalmente ha incontrato Sue Dearbon (Natalie Dreyfuss). Quest'ultima dovrebbe riservarci delle belle sorprese in futuro, specialmente alla luce del season finale, e i due attori hanno già instaurato un'alchimia promettente.
Fatte queste considerazioni, abbiamo trovato piuttosto intelligente l'idea di ricorrere a un'atmosfera da thriller nel corso di questi dieci episodi: per riuscirci, gli showrunner hanno ripescato Mirror Master dalla cosiddetta "rogue gallery" di Flash, un villain che il nostro ha già affrontato in passato ma che nell'universo dopo la Crisi cambia volto, assumendo le fattezze di Eva McCulloch (Efrat Dor). L'idea è interessante. Moglie di un imprenditore senza scrupoli, Eva è rimasta intrappolata nel misterioso Mirrorverse per sei anni, finché non ci è finita dentro anche Iris (Candice Patton). A quel punto, fingendosi una vittima sull'orlo di una crisi di nervi, Eva ha messo in moto una diabolica vendetta, usando i suoi poteri metaumani per sostituire Iris e gli altri personaggi successivamente intrappolati con delle copie sotto il suo controllo.
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Un finale inaspettato
Praticamente un'invasione degli ultracorpi all'acqua di rose che nei primi episodi ha anche funzionato, quando nessuno si accorgeva degli scambi, presi tutti com'erano da altri problemi e intrighi. Poi, però, anche questa situazione ha cominciato a stancare: il ritmo altalenante della sceneggiatura, le forzature di comodo e le svolte inverosimili hanno banalizzato quella che sarebbe potuta essere una storyline vincente, nonostante la villain poco caratterizzata. Abbiamo apprezzato, i particolare, il modo in cui gli sceneggiatori hanno raccontato ancora una volta il legame che unisce Barry e Iris, finché la storia non è cascata nel tranello dei buoni sentimenti con una svolta surreale e fuori luogo.
Ecco, se c'è una cosa su cui The Flash 6 ha lavorato bene, è senza dubbio il rapporto tra i vari personaggi. L'introspezione ha spesso soppiantato l'azione e gli effetti speciali, una prospettiva diversa dal solito e sicuramente apprezzabile. Anche perché The Flash non è che brilli granché sotto l'aspetto dell'azione. Prendiamo l'ultimo episodio della stagione, quando i nodi sono venuti al pettine con uno scontro tra metaumani coreografato in modo talmente scalcinato da ricordarci le serie TV anni '90 e il budget probabilmente sfumato tutto nell'episodio in cui è tornato l'ottimo Grodd in computer grafica.
La stagione si è quindi conclusa su una nota inaspettata: il Team Flash ha fallito, Eva si è vendicata e ha assunto il controllo della potente compagnia di suo marito - incastrando Sue per buona misura - e Iris è ancora prigioniera insieme a Kamilla (Victoria Hwang) e il capitano Singh (Patrick Sabongui) nel Mirroverse. Il fatto è che l'episodio 19 non avrebbe dovuto essere il season finale: la stagione si doveva concludere tre settimane più tardi, ma come potete immaginare l'emergenza sanitaria mondiale ha costretto la produzione a chiudere tutto in fretta e furia, rimandandoci al prossimo autunno. Per assurdo, l'ha fatto con un cliffhanger che funziona benissimo, che lascia col fiato sospeso e che darà il tempo agli sceneggiatori di riordinare le idee e tornare, speriamo, più in forma di così.
Conclusioni
Concludiamo la nostra recensione del finale di The Flash 6 ribadendo come dopo un paio di annate deludenti, la serie avesse finalmente ritrovato un suo equilibrio all'inizio di questa sesta stagione, ma poi la Crisi sulle Terre Infinite abbia costretto gli sceneggiatori a ripensare lo show, intraprendendo una strada interessante che non sono riusciti a seguire fino alla fine col passo giusto. The Flash 6 si chiude quindi con un buon cliffhanger e ci dà appuntamento in autunno: possiamo solo sperare che la serie ritrovi quell'entusiasmo che avevamo percepito a inizio stagione.
Perché ci piace
- Una storyline più articolata e investigativa.
- Un cliffhanger imprevisto ma riuscito oltre ogni previsione.
Cosa non va
- Scene d'azione sempre più scialbe e confuse.
- Gli showrunner non riescono a sfruttare alcuni personaggi.