The Flash 6, la recensione: nel segno della Crisi che ucciderà Flash

La sesta stagione di The Flash segna un sensibile miglioramento rispetto alla precedente, ma la Crisi imminente pesa più sul Velocista che sui suoi fan.

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The Flash 6: Un'immagine della sesta stagione

Le ultime annate di The Flash non sono state certo tra le più memorabili di una serie che non ha mai fatto mistero della sua colorata voglia di divertire, ma che da un paio di stagioni ha preferito inforcare la strada del dramma a tutti i costi per mantenere l'interesse degli spettatori. Greg Berlanti e i suoi scrittori si sono trovati in ovvia difficoltà con un cast sempre più ampio, le eventuali concordanze e discordanze con gli altri serial dell'Arrowverse e la volontà di stupire a tutti i costi i fan del Velocista Scarlatto. Come scoprirete in questa recensione di The Flash 6, però, con quest'ultima stagione la serie ha cominciato finalmente a risollevarsi.

E ora tocca a Bloodwork

La prima tranche di episodi, spalmata su otto settimane di trasmissione, ha aperto e chiuso molto in fretta un capitolo piuttosto spinoso nella vita di Flash. Abbiamo ritrovato i nostri eroi quasi al completo - c'è anche Carlos Valdes, che credevamo avrebbe lasciato il set dopo che il suo Cisco ha perso i poteri alla fine della quinta stagione - e al team si è aggiunta qualche new entry promettente per il futuro, come la giovane meta Allegra (Kayla Compton). In seguito a quanto accaduto lo scorso anno, alcune dinamiche sono cambiate, ma non tutte per il meglio: continuiamo a digerire poco il ruolo confuso e poco convincente di Killer Frost, la seconda personalità di Caitilin (Danielle Panabaker) alla continua ricerca del suo posto del mondo, mentre Cisco si è ormai ritagliato uno spazio da consulente scientifico che non è riuscito a scrollarsi di dosso neppure nella puntata 5, in cui gli autori hanno poco cerimoniosamente liquidato la sua ex Gypsy, con buona pace della guest star Danny Trejo.

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The Flash 6: Sendhil Ramamurthy in un'immagine della sesta stagione

Vanno molto meglio, invece, il Ralph di Hartley Sawyer, ma soprattutto la Cecile interpretata da Danielle Nicolet: un personaggio, quest'ultimo, che inizialmente non ci aveva convinto, ma che ha continuato ad acquistare una certa tridimensionalità puntata dopo puntata, fino a diventare uno dei nostri preferiti grazie anche all'energia dell'attrice. Ci è dispiaciuto vedere Joe (Jesse L. Martin)così tanto in disparte, se non per i tradizionali quanto commoventi e sempre efficaci discorsi paterni di incoraggiamento. Il vero protagonista di questa prima metà della stagione, però, è stato senz'altro Sendhil Ramamurthy: l'attore, famoso soprattutto per aver interpretato Mohinder Suresh nella serie TV Heroes, ha indossato i panni di un personaggio molto simile, e cioè Ramsey Rosso.

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The Flash 6: Danielle Panabaker, Grant Gustin, Hartley Sawyer, e Carlos Valdes nell'episodio A Flash of the Lightning

Ramsey è uno scienziato alla ricerca di una cura per la malattia che ha ucciso sua madre e che sta lentamente consumando anche lui, un rimedio che ovviamente è legato alla materia oscura e che finirà per trasformarlo in un orrendo metaumano col potere di infettare gli altri esseri viventi e controllarli a piacimento: Bloodwork. L'arco narrativo è strutturato in modo intelligente e Flash e i suoi compagni scoprono l'identità del loro nuovo avversario e le sue intenzioni in un modo più organico del solito: gli sceneggiatori sono riusciti a trovare un raro equilibrio tra il solito format meta of the week e la storyline principale, intrecciandole in modo intelligente. Ramamurthy interpreta il lento ma inesorabile crollo psicologico di Ramsey con un'intensità qualche volta persino troppo marcata, ma decisamente adatta ai toni della serie che sono tornati a oscillare tra lo scanzonato e il drammatico con un buon ritmo.

Il finale in tempo per la Crisi

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The Flash 6: Una scena dell'episodio The Last Temptation of Barry Allen, Pt. 2

Il midseason finale, diviso in due parti, ha incrociato con intelligenza le due storyline principali: una è quella relativa a Bloodwork, appunto, e l'altra è incentrata su Flash e la sua imminente dipartita nella famigerata Crisi anticipata dal Monitor (LaMonica Garrett) già alla fine del crossover Elseworlds. Il nostro eroe ha dovuto trovare la forza di rassegnarsi, informare i suoi amici e passare il testimone a un nuovo caposquadra, accettando quella che sembrerebbe proprio essere una morte inevitabile. Non è un caso se il midseason finale si intitoli L'ultima tentazione di Barry Allen: Flash cede temporaneamente alla promettente idea di una vita eterna in simbiosi con Bloodwork, diventando una marionetta. Michael Nankin ha diretto un finale che si è tinto di horror in una città invasa da zombi, tra jump scares e inquietanti mostri in computer grafica.

Crisi sulle Terre Infinite, tutto quello che sappiamo sul nuovo crossover dell'Arrowverse

Il problema di questo finale è stato la Crisi sulle Terre Infinite, il crossover dell'Arrowverse che proseguirà con la nona puntata della stagione di The Flash: sapere che Barry sarebbe stato uno dei protagonisti assoluti ha prosciugato la tensione di questa prima metà della stagione, perché non solo eravamo certi che il nostro eroe l'avrebbe spuntata, ma sappiamo anche che nel 2020 ci aspetta la seconda metà della season. In questo senso, il grande impegno che Grant Gustin ha messo nelle scene più introspettive si è un po' sprecato, ed è un peccato perché sono state probabilmente le sequenze migliori di questa annata. Ora non resta che aspettare la Crisi e scoprire come si evolverà, con un occhio di riguardo in particolare per il nuovo Wells: Tom Cavanagh ovviamente è tornato a calarsi nei panni di questo personaggio ricorrente che ogni anno fa capolino da una Terra diversa, e che nell'imminente crossover avrà un ruolo di risalto con tanto di costume e mantello.

Conclusioni

Alla fine di questa recensione della prima metà di The Flash 6 dovreste aver intuito che se stavate pensando di mollare le avventure televisive del Velocista Scarlatto, potreste volergli dare un'ultima occasione. La scrittura è decisamente migliorata rispetto allo scorso anno e gli showrunner sembrano aver ritrovato il giusto equilibrio che rendeva le prime stagioni molto più divertenti. Peccato solo che la consapevolezza che Flash tornerà l'anno prossimo ha completamente vanificato ogni pretesa di tensione nel midseason finale.

Movieplayer.it
3.0/5

Perché ci piace

  • Il ritorno a un'atmosfera più goliardica.
  • Il personaggio di Bloodwork.

Cosa non va

  • Gli scrittori non sanno come gestire Killer Frost.
  • La tensione inutilmente forzata nel finale.