Due anni, nell'universo della serialità televisiva, possono rappresentare un tempo vastissimo: soprattutto quando l'ultimo tassello di un racconto era costituito da un importante cliffhanger destinato a ribaltare equilibri e rapporti di forza fra i personaggi, nonché la natura stessa di una serie. È quanto accaduto con The Fall, serie thriller a sfondo poliziesco della BBC Two, creata, sceneggiata e diretta da Allan Cubitt e andata in onda per la prima volta nel maggio 2013, raccogliendo notevoli consensi in patria e non solo.
Ora, mentre la TV francese ne ha in cantiere un remake per la rete TF1 appena entrato in lavorazione, con i divi locali Emmanuelle Seigner e Melvil Poupaud come protagonisti (un progetto non da poco, insomma), The Fall fa il suo ritorno in Gran Bretagna con una terza stagione dal compito non facile: ovvero, concludere il percorso legato alla caccia al serial killer Paul Spector, lo "Strangolatore di Belfast", dopo i fondamentali sviluppi della stagione precedente, nel corso della quale Spector era stato prima individuato, poi arrestato e infine ferito gravemente da un colpo d'arma da fuoco nel concitato season finale, What Is in Me Dark Illumine.
Dopo la sparatoria
E benché nella realtà, appunto, siano passati addirittura due anni, la prima puntata della terza stagione di The Fall si apre nei minuti immediatamente successivi alla sparatoria nel bosco di What Is in Me Dark Illumine. Le unità di tempo e, in buona parte, anche di azione e di luogo fanno sì che l'episodio si svolga nell'arco di una manciata di ore e quasi completamente all'interno delle pareti del Belfast General Hospital, dove viene condotto in gravissime condizioni Paul Spector. L'attore ed ex modello irlandese Jamie Dornan, divenuto nel frattempo la star della saga erotica Cinquanta sfumature di grigio, torna a prestare il volto al famigerato serial killer, trascorrendo però l'intera première privo di conoscenza, fra la tavola operatoria e un lettino d'ospedale (alcune brevi sequenze oniriche adottano però il punto di vista di Paul, trasmettendoci sottoforma di sogno allegorico la vaga percezione di ciò che gli sta accadendo).
In sua 'assenza', a dominare la scena è l'altra co-protagonista della serie, il detective sovrintendente Stella Gibson, interpretata da Gillian Anderson, la quale nel frattempo non è certo rimasta con le mani in mano: in questi due anni l'abbiamo vista in prima fila nel cast dell'atto finale del magnifico Hannibal, nello sceneggiato in costume War and Peace e soprattutto riprendere l'iconico ruolo dell'agente speciale Dana Scully nel ritorno (non eccessivamente apprezzato) di X-Files, mentre a breve la ritroveremo nell'attesissimo American Gods. Con i medici che si adoperano per salvare la vita di Paul, Stella attende con ansia ben mascherata l'esito dell'operazione, senza perdere la lucidità e la compostezza che la contraddistinguono: la Gibson è infatti una donna estremamente calma e controllata, la quale manterrà un perfetto autocontrollo perfino quando i suoi superiori dimostreranno di volerle sfilare di mano le redini del caso. La Anderson, al solito, conferisce alla sua detective questa imperturbabile 'freddezza', facendo trapelare però anche la sua ferrea determinazione ad arrivare al processo contro Spector con tutte le carte a proprio favore.
Limiti di una première poco convincente
Come sarà già stato possibile intuire, questa prima ora del terzo capitolo di The Fall conserva ben pochi elementi del thriller, situandosi piuttosto dalle parti del medical drama: medici e infermieri in affanno fra un paziente e l'altro, un profluvio dei dettagli più espliciti delle operazioni, personaggi che attendono nervosamente fra corridoi e sale d'attesa. È l'inesorabile limite di questo nuovo episodio (il dodicesimo complessivo nella storia della serie): dover rinunciare del tutto alla propria natura poliziesca, così come a qualunque ipotesi di vera suspense. Perché è risaputo che Paul Spector sopravviverà almeno il tempo necessario a concludere questa terza stagione (l'ultima dedicata alla sua vicenda, come ha dichiarato Cubitt), mentre la puntata si riduce a un necessario ma poco stimolante "punto di raccordo" fra una stagione e l'altra. Con l'identità del serial killer ormai ampiamente rivelata, e quest'ultimo ridotto quasi in fin di vita in un letto d'ospedale, c'è da chiedersi come gli autori avranno scelto di gestire questa terza stagione; fatto sta che il primo episodio, lungi dal rivelarsi una première intrigante capace di apportare delle reali novità alla trama, funziona piuttosto come una sorta di puntata 'intermedia', dovendo gestire le gravose conseguenze del cliffhanger.
Il problema di The Fall, pertanto, è rievocare il senso di ambiguità, di inquietudine e di sottile tensione psicologica che la serie ci aveva regalato nei suoi primi due atti, laddove invece questa première si perde fra lungaggini e fiacche digressioni dedicate agli altri personaggi: dalla parentesi sulla famiglia di Spector, con la moglie Sally Ann (Bronagh Waugh) impegnata a gestire le notizie su Paul al cospetto dei loro due figli, alle sequenze su Katie Benedetto (Aisling Franciosi), adolescente disturbata in preda a un'irrefrenabile crisi isterica dal momento in cui apprende del ferimento dell'amato Paul, che con tutta probabilità proverà a sottrarre dalle mani della giustizia (peccato però che la figura di Katie risulti sempre meno verosimile, nonché irritante oltremisura). All'ultimissima scena, infine, è affidata l'unica, vaga traccia di suspense che ci sia concessa finora: per la prima volta Paul riapre gli occhi, mentre una giovane infermiera, di spalle, ha un lieve sobbalzo ma non si rende conto del suo risveglio. Vedremo se, da qui in poi, The Fall saprà tornare alla formula vincente delle prime stagioni o tenterà di intraprendere nuovi percorsi...
Movieplayer.it
2.5/5