Con la conferma per l'intera stagione di The Event da parte della NBC il nostro dubbio sull'adeguatezza degli ascolti rispetto alle aspettative del network è stato fugato. Evidentemente il Pavone considera più che lusinghieri i cinque milioni e mezzo di spettatori settimanali che la serie assicura, almeno fino a maggio, in attesa di The Cape che potrebbe dare una svolta al suo debutto a Gennaio. Intanto la serie di Nick Watuers si avvia alla sua pausa natalizia aggiungendo dettagli e un pizzico di confusione al suo plot già reso piuttosto complesso dai continui sbalzi temporali fatti a livello narrativo.
I due ultimi episodi andati in onda, sia in USA che qui da noi in contemporanea su Joi, I Know Who You Are e For the Good of Our Country, hanno però un elemento in comune che ci sembra promettendo in vista del futuro, ovvero l'aver dedicato i flashback ad un unico personaggio per volta, ottenendo un duplice effetto: da una parte giustificare le azioni che gli vediamo compiere nel presente della serie; dall'altra entrare in sintonia con lui ed approfondirne la conoscenza. E' una scelta che, seppur non originale e mutuata da Lost, ci sentiamo di condividere e che speriamo sia ripetuta in futuro, perchè aggiunge qualcosa a livello di approfondimento dei personaggi e favorisce l'immedesimazione del pubblico, pur mancando per ora di quell'intrigo ulteriore che la serie di Abrams e soci sapeva trasmettere anche attraverso quella strada parallela.
Parallelamente Sean e Leila cercando di digerire il racconto di Madeleine ed indagano su quanto venuto alla luce attraverso il dossier in possesso di Michael, che li porta ad una lista di bambine dell'età di Samantha, la piccola sorella di Leila rapita; anche gli alieni nel poco spazio a loro disposizione riescono a fornire qualche dettaglio in più sulle dinamiche al loro interno e su limiti e necessità della loro tecnologia. Si resta nell'ambito più propriamente politico dell'intreccio di The Event anche con il successivo For the Good of Our Country che sposta l'attenzione su Raymond Jarvis, a cui dà il volto Bill Smitrovich, e ci mostra il suo ruolo negli eventi che hanno portato all'attentato al Presidente, ma soprattutto le sue motivazioni riassunte dal titolo dell'episodio: per il bene del Paese. Jarvis è stato manipolato dalla stessa terza parte introdotta nell'episodio precedente che sembra ben più organizzata e presente di quando si poteva inizialmente pensare, e soprattutto dotata di molti agenti/killer a sua disposizione.
E' un ramo della storia che stenta a decollare e forse averle dato troppo spazio in due episodi contigui può essere stato un ulteriore passo falso, anche perchè in parallelo poco aggiunge la fuga di Sean e Leila che si è cercato di rendere più drammatica con una grave ferita subita dal ragazzo e conseguente rapimento di un medico per prestargli le cure necessarie. Entrambi gli episodi dedicano i minuti finali alla sorpresa, che seppur intrigante non riesce a fornire un paricolare slancio: nel primo caso il twist riguarda la piccola Samantha e le bizzarre altre bambine tenute prigiorniere nel luogo in cui viene condotta; nel secondo la misteriosa figura che sembra coordinare il tutto.
Solo due episodi ci separano dalla pausa invernale, che porterà la serie lontano dai teleschermi USA fino al prossimo 28 Febbraio, e la speranza è che le prossime settimane sappiano far luce su quale sia realmente l'anima di The Event, che una delle porzioni di storia prenda finalmente il sopravvento dando slancio e filo conduttore alla stagione, aggiungendo, perchè no, anche un pizzico di ironia che potrebbe arricchirne la visione.