The Enforcer, la recensione: Antonio Banderas sicario in cerca di redenzione

La recensione di The Enforcer: l'action thriller con Banderas, uscito direttamente in homevideo per Plaion, racconta la svolta di un sicario della mala.

The Enforcer, la recensione: Antonio Banderas sicario in cerca di redenzione

È arrivato direttamente in homevideo un poliziesco di azione con Antonio Banderas protagonista: è The Enforcer, diretto da Richard Hughes, un prodotto dallo stampo un po' convenzionale e senza particolari guizzi ma che, come vedremo in questa recensione, vanta alcune buone scene di violenza e può contare soprattutto sul carisma dell'attore spagnolo.

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The Enforcer: Antonio Banderas in una scena

Nel film appena uscito in blu-ray grazie a Plaion, Banderas veste i panni di un sicario della mala che però, a causa di alcune vicende, dovrà rivedere i suoi parametri di vita e cercare un riscatto. Certo, non siamo di fronte a un prodotto dalla grande vena autoriale, ma tutto sommato il film è ben confezionato e scorre nei binari del film di genere, con alcune scene forti e una trama semplice che scorre senza problemi. E ha anche il pregio di non durare più di un'ora e mezza.

Cyber-sex, dark web e minorenni

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The Enforcer: Kate Bosworth in una scena

In The Enforcer, Antonio Banderas è Cuda, un sicario duro e spietato della mafia locale di Miami (ma le riprese sono avvenute in Grecia), che lavora per un'organizzazione criminale alla cui guida c'è l'affascinante Estelle (Kate Bosworth). Al fidato Cuda si demandano i compiti più difficili e anche ingrati, e intanto deve anche allevare e preparare al mestiere il giovane Stray (Mojean Aria), uno che con la violenza ci sa fare visto che è abituato a tirare su qualche soldo negli incontri clandestini di strada.

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The Enforcer: Antonio Banderas in una scena

Ma quando Cuda scopre che l'organizzazione criminale per cui opera è coinvolta in un losco traffico di cyber-sex che recluta perfino ragazzine minorenni destinate a diventare protagoniste nel dark web, allora la sua vita cambia. Anche perché a venire coinvolta nel traffico è Billie, una quindicenne che Cuda aveva appena conosciuto e aiutato per un'altra situazione. L'uomo inizia così la sua missione per salvarla: è disposto a tutto, anche ad andare contro i suoi capi e a rischiare la vita.

Un sicario in cerca di redenzione morale

A The Enforcer bisogna riconoscere che Antonio Banderas è adatto e si cala bene alla parte del magnetico ed elegante uomo della mala, duro e spietato se necessario, ma con una vena di malinconia e in fondo anche un'anima, aspetto che forse sarà la spina nel fianco della sua corazza. Quando scopre che il suo capo, la sensuale Estelle, non si fa scrupolo di operare nel traffico del cybersex e coinvolgere anche minorenni, entra alle prese con una crisi di coscienza e intraprende un percorso di redenzione morale.

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The Enforcer: una scena del film

La svolta avviene quando una ragazzina che lui stesso aveva aiutato, finisce per essere rapita e coinvolta in questo turpe traffico, dedito a soddisfare le voglie di ricchi pervertiti. Esplode allora quel rimorso che già era affiorato con la visita a scuola della figlia ormai cresciuta, con la quale non esiste in pratica un rapporto: una sorta di rimpianto per una vita normale che poteva essere ma che evidentemente non è stata.

Convenzionale e con troppe scene madri, ma l'entertainment funziona

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The Enforcer: Mojean Aria in una scena

E allora, quando se ne presenterà l'occasione, perché non sfruttarla a dovere per redimersi e usare la violenza come sa, per fare finalmente qualcosa di buono? Perché in fondo a un cuore duro, ci sono evidentemente ancora dei principi, c'è una coscienza. È ovvio che Cuda vede in quella ragazzina il modo per riscattare il rapporto mancato con la figlia. Anzi, a rafforzare il gesto c'è che ad aiutarlo nell'operazione è quello che dovrebbe essere l'allievo da guidare verso il malaffare.

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The Enforcer: Antonio Banderas in una scena

Per Cuda diventa una doppia missione di salvataggio, perché oltre a Billie, cerca di salvare anche Stray da una vita di crimine. In questo il film è proprio convenzionale e tutto risulta piuttosto telefonato, inoltre infarcirlo nel finale di scene madri e forzatamente poetiche, non ha aiutato. Ma ha il pregio di intrattenere comunque fino alla fine e non annoiare lo spettatore, fattore assolutamente non banale.

Il blu-ray: buoni video e audio, negli extra un breve making of

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Come detto, The Enforcer è ora disponibile in homevideo grazie al blu-ray della Plaion Pictures. Un prodotto tecnicamente molto buono e appena sufficiente negli extra. Il video è sempre ben dettagliato e riesce a fornire un quadro compatto in ogni circostanza, anche negli ambienti più cupi e tetri in cui si svolgono alcune scene, con un croma caratterizzato da luci forti in luoghi bui che ben descrivono gli inferni danteschi di alcune sequenze. Ottima la fluidità nelle scene di azione. L'audio, presentato in DTS HD 5.1 sia in italiano che in originale, da par suo appoggia sempre con decisione la scena, regalando dialoghi precisi e una discreta ambienza nei momenti tranquilli, per poi tirare fuori un certo vigore nelle scene di azione, che coinvolgono tutti i diffusori con buona energia e tirano in ballo anche il sub a sottolineare i bassi. Negli extra il trailer e un making of di 7 minuti con momenti delle riprese sul set e interventi di cast e troupe.

Conclusioni

Concludiamo la recensione di The Enforcer riconoscendo ad Antonio Banderas un certo fascino nel ruolo del tenebroso sicario della mala. Ma il suo pur lodevole percorso di redenzione innescato da una vicenda che si aggancia a rimorsi personali, è un po' troppo convenzionale. Ci sono anche troppe scene madri un po' forzate, bilanciate però da qualche buona sequenza di azione.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
2.0/5

Perché ci piace

  • Antonio Banderas è ben in parte nel ruolo dello spietato sicario della mala dotato però di un'anima.
  • Alcune sequenze di azione e violenza si fanno apprezzare.

Cosa non va

  • Il percorso di redenzione morale del protagonista è troppo convenzionale.
  • Alcune scene sono forzatamente poetiche.