The End, recensione: se un musical sull'apocalisse diventa lo specchio di oggi

Per il suo primo film di finzione Joshua Oppenheimer sceglie una storia a metà tra musica e distopia, con un grande cast: Tilda Swinton, George MacKay e Michael Shannon. In sala dal 3 luglio.

The End è il primo film di finzione di Joshua Oppenheimer

Si dice spesso che gli artisti siano in comunicazione con l'universo in modo profondo e misterioso, a una frequenza sconosciuta ai più. Probabilmente è vero: la scienza ha provato che esistono i neuroni specchio, che permettono di sintonizzarsi con la mente degli altri. Ma i musicisti, gli scrittori, i registi sembrano andare ancora oltre, riuscendo spesso a prevedere il futuro. È il caso di Joshua Oppenheimer, che, dopo diversi documentari, tra cui The Act of Killing - L'atto di uccidere (2012) e The Look of Silence (2014), per il suo primo film di finzione, The End, ha deciso un genere molto singolare: un musical apocalittico.

The End Tilda Swinton
Tilda Swinton in The End

Nelle sale italiane dal 3 luglio, The End ha aperto il Biografilm 2025, dopo un'anteprima assolutamente unica: il regista e il protagonista George MacKay hanno introdotto il film nelle miniere di sale Italkali, in Sicilia, dove si è girato a maggio 2023. Un set da fantascienza. E in effetti questa storia è proprio il racconto di una famiglia che, per sopravvivere al disastro ambientale e a un conflitto che ha devastato la Terra, si è rifugiata in un bunker, dove ha portato opere d'arte e ricchezze.

Se Madre (Tilda Swinton), Padre (Michael Shannon), Amica (Bronagh Gallagher), maggiordomo (Tim McInnerny) e dottore (Lennie James) hanno tutti assaporato la vita all'esterno, il più giovane, Figlio (MacKay), è cresciuto invece sottoterra, senza mai vedere altri esseri umani o la luce del sole. La loro routine prevede la contemplazione degli oggetti che sono riusciti a salvare, che però non fa che allargare sempre di più l'enorme vuoto di Figlio. Tutto cambia bruscamente quando nel bunker arriva una persona dall'esterno: Ragazza (Moses Ingram).

La canzone più triste del mondo

Parlavamo di prevedere il futuro: Oppenheimer si interroga da anni sul senso della vita. Il suo sconvolgente documentario The Act of Killing - L'atto di uccidere cerca di comprendere la natura stessa del male. Con The End continua questa ricerca, pur abbracciando una posizione completamente opposta ai suoi lavori precedenti: cosa c'è infatti di più lontano da un documentario di un musical?

Il regista non è il solo ad aver cercato il musical per parlare di temi difficili: pensiamo al numero di Barbie in cui i Ken parlano di patriarcato, a Joker: Folie à Deux, in cui Lady Gaga e Joaquin Phoenix mettono in scena la malattia mentale ballando, o al più recente Wicked, in cui il razzismo viene denunciato da una meravigliosa Cynthia Erivo con la pelle colorata di verde. Quando si parla di temi assoluti come può essere, appunto, la fine del mondo, forse cantare è l'unico modo per comunicare davvero questo senso di tragedia imminente e strisciante.

Tragedia che effettivamente ha avvolto il mondo mentre Oppenheimer lavorava al film: dalla guerra in Ucraina, iniziata nel 2022, fino agli angoscianti fatti recenti, che vedono coinvolti Iran, Israele e Palestina, è come se l'artista avesse intercettato questa distruzione che continua ad aumentare, arrivando sempre più vicina a noi, che la guardiamo da lontano, ma siamo comunque tutti coinvolti. Esattamente come la famiglia al centro del film, che non è una famiglia qualsiasi: si tratta di persone potenti, che hanno avuto un ruolo nell'inquinamento globale e nelle guerre. Una summa dello stile di vita occidentale e quindi del capitalismo insomma, prepotente e avido, che anche in un contesto post apocalittico ha mantenuto dei privilegi.

Un grande cast in un film non per tutti

Girare per quasi due mesi in una miniera di sale in cui l'ossigeno scarseggia non deve essere stato facile per gli attori e la troupe. Ma il senso di claustrofobia che hanno provato è tutto riversato sullo schermo: anche se i vestiti di Madre sono bellissimi, così come i quadri di Renoir e i dolci che mangiano ogni giorno, si ha come la sensazione di trovarsi sopra a un vulcano pronto a esplodere. Oltre alla colonna sonora di Joshua Schmidt e Marius de Vries c'è infatti una specie di rumore di fondo costante, che ci ricorda come pensare soltanto al mantenimento del proprio privilegio sia il metodo migliore per andare incontro all'estinzione.

Gli attori sono tutti eccellenti: a cominciare da Tilda Swinton e George MacKay. Anche se la voce più bella è quella di Moses Ingram, che avevamo già apprezzato nella (purtroppo poco conosciuta) serie La donna del lago, in cui recita con Natalie Portman (si trova su AppleTV+). Ma c'è un però: nonostante l'idea di un musical sulla fine del mondo sia geniale, c'è un problema di tono. Si passa infatti dal dramma esistenziale a momenti quasi trash (uno in particolare, che prevede l'emissione di gas corporei). Cambiamenti talmente bruschi da lasciare spiazzati (e non sempre positivamente).

Se però si è pronti a lasciarsi sorprendere e si accetta la natura imprevedibile di The End, ci si può immergere in un viaggio ricco di amore per il cinema e per la bellezza, in cui, nonostante tutto, un po' di affetto per l'umanità rimane. Perché è soltanto nell'incontro con l'altro che gli esseri umani possono davvero esprimersi e trovare un senso alla vita.

Conclusioni

The End è un film molto particolare, che unisce fantascienza e musical, dramma e momenti no sense. Forse non poteva esserci altro modo di raccontare la sensazione di fine del mondo imminente. Il primo film di finzione di Joshua Oppenheimer è quindi una creatura unica, non immediata, che può contare su un'idea di partenza geniale, un grande cast e un'ambientazione, le nostre miniere di sale Italkali, bellissima e inedita.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • L'idea di base: un musical sulla fine del mondo.
  • L'ottimo cast, da Tilda Swinton a George MacKay.
  • La voce splendida di Moses Ingram.
  • Il set inedito e spettacolare delle minere di sale Italkali.

Cosa non va

  • I diversi cambiamenti di tono potrebbero spiazzare.
  • Se non amate il musical, questo film vi metterà alla prova.