Con la recensione di The Dropout torniamo in quel territorio nuovo e intrigante che Disney+ ha iniziato a esplorare da quando ha a disposizione la sezione Star con contenuti per un pubblico adulto, portando nei territori internazionali film e serie che negli Stati Uniti sono di competenza della piattaforma Hulu. È il caso della nuova miniserie ideata da Elizabeth Meriwether a partire dall'omonimo podcast della ABC News sul vero caso di Elizabeth Holmes. Caso che su Hulu è stato reso disponibile a cadenza ibrida, con i primi tre episodi insieme e i cinque successivi a ritmo settimanale, fra il 3 marzo e il 7 aprile, mentre su Star gli otto capitoli sono arrivati in un unico blocco, accontentando chi ancora fatica ad abituarsi a un modello streaming che non sia quello del bingewatching.
Una faccenda di sangue
The Dropout rientra tranquillamente nella categoria delle storie vere talmente incredibili che nessuno sceneggiatore hollywoodiano sarebbe stato in grado di uscirsene come soggetto di fiction: si parla di Elizabeth Holmes (interpretata da Amanda Seyfried), che dopo aver mollato gli studi universitari - da cui il titolo del podcast e della serie - fondò nel 2003 la Theranos (un misto di "terapia" e "diagnosi"), azienda medico-tecnologica il cui sedicente punto di forza era di poter effettuare analisi del sangue a partire da campioni più piccoli della norma. Questa reputazione portò la Theranos a essere quotatissima in borsa, e la stessa Holmes a essere una giovane miliardaria, fino al momento in cui si cominciò a indagare più approfonditamente sulle presunte imprese dell'azienda, e su quanto Holmes e il suo compagno, "Sunny" Balwani (Naveen Andrews) fossero al corrente delle falsità riferite a clienti e investitori. La miniserie ricostruisce tutto questo in modo abbastanza lineare, ripercorrendo quasi due decenni di inganni e sotterfugi, le cui conseguenze si fanno ancora sentire: il processo ai due è tuttora in corso, e negli Stati Uniti le imprenditrici hanno problemi a trovare finanziamenti per i loro progetti, dato il precedente di Holmes.
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Orripilanti risate
La serie è scritta principalmente da Elizabeth Meriwether, la creatrice di New Girl, mentre il regista dei primi episodi è Michael Showalter, recentemente dietro la macchina da presa per un altro progetto basato su una storia vera dalle tinte grottesche (Gli occhi di Tammy Faye, anch'esso disponibile su Disney+). Due ingredienti più che validi per quello che è il ritratto di una donna carismatica con non pochi scheletri nell'armadio, con un taglio che mescola risate, tensione e momenti d'orrore man mano che il cerchio si stringe intorno alle menzogne, palesate già all'inizio dello show ma abbastanza sparpagliate da concedersi, come spettatori, un beneficio del dubbio che va contro la logica.
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È un thriller dove in più punti si ridere per non piangere, di fronte a svolte sempre più scioccanti, affidate ai primi piani claustrofobici di un cast di contorno da capogiro (citiamo giusto alcuni nomi: Stephen Fry, Michael Ironside, Laurie Metcalf), interpreti di prestigio al servizio di un capitolo nero della recente Storia americana (già raccontato in forma documentaria da Alex Gibney per la HBO). Un capitolo che sconvolge per come tutti ci siano cascati al cospetto di Holmes, che citava Yoda ma si è presto rivelata Palpatine. E da quel punto di vista ha senso aver proposto l'intera serie in un colpo solo a livello internazionale: una volta partito l'ingranaggio, è difficile resistere alla tentazione di passare subito all'episodio successivo, ammaliati da questa storia talmente improbabile da dover per forza essere vera.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di The Dropout, sottolineando come la miniserie basata su una storia vera confermi il livello di qualità delle produzioni Hulu che arrivano su Disney+.
Perché ci piace
- Amanda Seyfried incanta e sorprende nei panni di Elizabeth Holmes.
- Il cast di contorno è eccellente.
- L'equilibrio fra risate e tensione è ben gestito.
Cosa non va
- Il fatto che la storia sia ancora parzialmente in corsa lascia un po' con l'amaro in bocca arrivati alla fine della miniserie.