Michael e Louise, fratello e sorella, non sono in buoni rapporti e non si sentono da diverso tempo. Ora si ritrovano al capezzale del padre gravemente malato, anche se la madre - rimasta sola a prendersi cura della fattoria di famiglia - è molto contrariata dal loro arrivo e gli aveva espressamente chiesto di non tornare. I due notano come l'anziana donna sia emotivamente instabile ma non pensavano certo che questa si sarebbe suicidata la sera successiva, impiccandosi, obbligandoli a rimanere ancora lì per prendersi cura del genitore, ora vedovo e incapace di provvedere a se stesso.
Come vi raccontiamo nella recensione di The Dark and the Wicked, da quel momento avranno inizio una serie di eventi sempre più inquietanti che metteranno i due fratelli in una situazione di estremo pericolo. Il ritrovamento di un diario segreto della madre scomparsa e l'inaspettata visita del prete locale che li avverte di come tra le mura di casa si nasconda una presenza diabolica non farà che aumentare i loro dubbi e le loro paure, con presenze sempre più spaventose pronte a manifestarsi e a mettere a serio rischio la loro incolumità.
Luoghi e tempi
Una fattoria isolata, la bandiera americana che sventola in bella vista e greggi di capre che pascolano immerse in una natura brulla e selvaggia. Sin da subito The Dark and the Wicked ci restituisce un immaginario classico e tipicamente a stelle e strisce, un luogo dove la gente è di poche parole e bada solo al suo orticello. Proprio anche grazie a questa suggestiva ambientazione l'inquietudine strisciante che caratterizza il racconto emerge progressivamente in tutta la sua inellutabilità, in un divenire che si tinge di note sempre più amare fino a quell'epilogo netto e spietato. Un horror dell'anima, che ai canonici jump-scare - presenti comunque qua e là - preferisce un'atmosfera torbida e crudele, che si avvinghia sempre di più ai protagonisti e con essi allo spettatore, testimone del macabro teatro degli orrori che si insinuerà minuto dopo minuto in questo nucleo familiare già piagato da dolori ben più terreni.
Casa dolce casa
Un luogo ben caro al regista, che d'altronde vi aveva trascorso la propria infanzia e che ancora possiede: la fattoria palcoscenico degli eventi è infatti di proprietà dello stesso Bryan Bertino, che ha saputo in questo modo sfruttarne al meglio spazi e suggestioni, dando vita a un racconto tetro e ricco di sfumature. Bertino è conosciuto dagli appassionati per aver diretto al suo esordio un notevole successo di pubblico quale The Strangers (2008), anche se era stato con il più recente e meno conosciuto The Monster (2016) che aveva attirato giustamente le attenzioni della critica. The Dark and the Wicked ne riprende in parte lo schema narrativo, con un numero limitato di personaggi - legati da vincoli di sangue ma in rapporti tumultuosi - alle prese con un nemico sovrannaturale, in questo caso proveniente dal mondo spiritico.
Sangue chiama sangue
Qualche vago sussulto splatter fa capolino in alcune delle scene più concitate, ma è il marciume che si attacca addosso a far presa sul pubblico che si ritrova a parteggiare per un impossibile lieto fine e a tifare per il destino dei malcapitati fratelli, scaraventati in un incubo ad occhi aperti dal quale non si intravede una via d'uscita. Ottime in tal senso le interpretazioni di Michael Abbott Jr. e, soprattutto, di Marin Ireland, viso stanco e stremato perfettamente aderente alla figura di Louise, sempre più provata da questi giorni infernali. Anche le soluzioni e situazioni archetipiche, come le porte che si aprono, le luci che si spengono o le improvvise apparizioni sotto la doccia, vengono giostrate dal regista con una notevole personalità, con quei giochi di ombre che sembrano quasi richiamare a un cinema espressionista e rifarsi a citazioni meno scontate del previsto.
Conclusioni
Fratello e sorella fanno ritorno alla fattoria di famiglia all'aggravarsi delle condizioni di salute del padre, salvo dover fare i conti con il suicidio della madre. Un tragico evento al quale seguiranno fenomeni sempre più spaventosi e inquietanti, che metteranno i due consanguinei di fronte a qualcosa di oscuro e inarrestabile. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di The Dark and the Wicked, l'horror scritto e diretto da Bryan Bertino, nonché girato nel ranch di sua proprietà, è un film teso e crudele, affascinante nella gestione delle atmosfere, che prevede un'agitazione crescente nel disvelarsi di una verità scomoda e ineffabile, nel disfacimento fisico e morale di questa famiglia consumata dal proprio dolore. Un approccio al genere che evita facili soluzioni, giocando con le emozioni per declinare le situazioni più canoniche su suggestioni inedite e ferocemente amare.
Perché ci piace
- Un'atmosfera inquieta e progressivamente ansiogena.
- Un cast in palla.
- Ambientazione sfruttata al meglio nella gestione delle soluzioni orrorifiche.
Cosa non va
- Potrebbe non piacere a chi cerca horror più di intrattenimento.