Star Wars ci mancava. Con questa dichiarazione iniziamo la nostra recensione del primo episodio di The Book of Boba Fett. Ambientata subito dopo la fine della seconda stagione di The Mandalorian (che proprio nella scena post-credits aveva presentato questo spin-off), la nuova serie in sette episodi ambientata nell'universo di Star Wars, e disponibile su Disney+ con uscita settimanale, a partire dal 29 dicembre, si concentra su un personaggio molto amato dai fan storici della saga creata da George Lucas: il cacciatore di taglie Boba Fett. Personaggio di culto, nonostante la presenza limitata nella Trilogia Originale, qui interpretato da Temuera Morrison, Boba è una roccia di carisma che richiama le luci della ribalta tutte su di sé. E ci riesce con un primo episodio che, se fosse un mandaloriano avrebbe due modalità di presentarsi: una legata al mito, indossando il casco; l'altra a viso scoperto, meno riuscita. Come sempre, non saranno presenti spoiler.
Tra presente e passato
Il libro di Boba Fett è un racconto che si svolge tra presente e passato. Nel presente, Boba Fett e il suo braccio destro Fennec Shand sono tornati a Tatooine e intendono comandare l'impero criminale una volta appartenuto a Jabba the Hutt. Non è facile mettersi a capo di un territorio così vasto, dove un cambiamento e una nuova instaurazione possono essere ritenuti dagli avversari una buona occasione per ribellarsi. Proprio questo gioco di potere (che immaginiamo sarà il tema principale della stagione) darà spazio ai primi conflitti interni che daranno sin da subito filo da torcere al protagonista. Nulla di nuovo per Boba Fett. Attraverso la memoria del protagonista, assisteremo anche a una storia ambientata nel passato, che finalmente colmerà una lacuna narrativa sul personaggio. Qui vedremo come il cacciatore di taglie sia riuscito a sopravvivere alla caduta nella bocca del Sarlacc, la creatura vista ne Il ritorno dello Jedi, dove - teoricamente - il nostro avrebbe perso la vita e cosa abbia dovuto passare prima di tornare al pieno delle sue energie. Si tratta di una storia di morte e resurrezione, di volontà di riacquistare ciò che era andato perduto, di rivestirsi della propria armatura e quindi della propria identità per ritornare alla vita.
Un piacevole ritorno
Con i primi dieci minuti quasi completamente muti e tutti basati sulla pura narrazione, lo spettatore rientra nel migliore dei modi nell'universo di Star Wars a un anno di distanza dall'ultima volta. Le qualità della serie The Mandalorian sono pressoché rispettate, creando una buona continuità stilistica e tecnica. La regia di Robert Rodriguez valorizza ulteriormente le sequenze mute donando loro una dimensione matura ed epica. La parte migliore dell'episodio è sicuramente quella ambientata nel passato. Cala un po' il ritmo e l'attenzione nelle sequenze ambientate nel presente. Non solo per una scena d'azione non particolarmente riuscita e parecchio statica, ma anche per una narrazione sin troppo introduttiva che, senza un finale esplosivo capace di lasciare lo spettatore sulle spine, sembra porsi un passo indietro rispetto alle vere qualità del progetto. È un episodio in cui si sottolineano due elementi: il tributo e il rispetto. Sono gli obiettivi che si pone Boba Fett seduto sul suo trono: i sottoposti devono portargli un tributo e, dal canto suo, sarà il rispetto, e non la paura, ciò che definirà il suo comando. The Book of Boba Fett sembra riferirsi al personaggio alla stessa maniera. Rispetta il mito e l'universo della saga, ne canta un tributo (finalmente prendendo anche in considerazione la Trilogia Prequel), ma al momento sembra mancare quella sincerità innovativa tale da costruire un fenomeno.
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Un protagonista perfetto
Non si hanno dubbi, invece, sulla presenza scenica di Temuera Morrison. Credibilissimo nel ruolo e ben conscio di partecipare a un one man show, Morrison incarna nel migliore dei modi il personaggio. Le due anime di Boba Fett, il cacciatore di taglie maturo ormai colmo di esperienza e l'uomo che deve sopravvivere una volta spogliato di ciò che lo rende grande, sono ben rappresentate avvicinando l'icona al pubblico e costruendo un'empatia che, nonostante la dimensione cult, non era presente negli episodi cinematografici della saga. Ed è così che, nell'ultima inquadratura, quando il personaggio compie un piccolo passo verso la sua rinascita e il nuovo tema musicale di Ludwig Göransson rimbomba maestosamente, rimane la sensazione di star assistendo a un nuovo tassello essenziale per la saga, anche se per il momento forse è ancora un po' troppo poco per esaltarsi.
Conclusioni
A conclusione della nostra recensione del primo episodio di The Book of Boba Fett possiamo dire di essere soddisfatti da questo ritorno nell’universo di Star Wars. Temuera Morrison è un Boba Fett perfetto che, in una storia tra presente e passato, intende ricostruire la figura del celebre cacciatore di taglie. La regia di Robert Rodriguez alterna momenti ispirati ad altri un po’ più spenti, così come l’episodio funziona meglio quando è legato al passato e al mito rispetto al presente. Con soli 40 minuti di durata e con il rilascio settimanale degli episodi, questo primo episodio incuriosisce e funziona, ma il carattere troppo introduttivo potrebbe lasciare lo spettatore meno entusiasta del previsto.
Perché ci piace
- I primi dieci minuti, quasi completamente muti, sono un ottimo biglietto da visita.
- Temuera Morrison incarna nel migliore dei modi il personaggio.
- La fattura tecnica rimane elevata per gli standard televisivi.
Cosa non va
- La parte nel presente non funziona bene quanto quella nel passato, anche a causa di scene d’azione non particolarmente ispirate.
- Il carattere dell’episodio è sin troppo introduttivo e potrebbe lasciare lo spettatore meno esaltato del previsto.