The Black Book, la recensione: su Netflix un revenge-movie dalla Nigeria

La recensione di The Black Book, film Netflix dove il diacono di una comunità locale, dal passato misterioso, si imbarca in una missione di vendetta dopo che il figlio è stato ucciso da poliziotti corrotti.

The Black Book, la recensione: su Netflix un revenge-movie dalla Nigeria

Il film si apre con il brutale omicidio del marito e della figlioletta appena nata della professoressa Craig, ricattata affinché non svelasse un ampio giro di corruzione ai più alti livelli. Per coprire i loro sporchi affari, i mandanti del crimine decidono di insabbiare la questione uccidendo un ragazzo innocente, facendo ricadere poi su di questi la colpa: il malcapitato a farne le spese è Damilol, figlio di Paul Edima, ora diacono in una piccola comunità locale.

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The Black Book: una scena del film

Come vi raccontiamo nella recensione di The Black Book, in realtà Edima nasconde nel suo passato oscuri segreti e un tempo faceva lui stesso parte di quella spietata gang che controlla di fatto l'intero Paese. Dopo aver appreso che la scomparsa del figlio è legata a questi loschi traffici, Edima decide di abbandonare il suo ruolo religioso e si imbarca in una disperata missione di vendetta, nella quale potrà contare sull'aiuto di una tenace giornalista, anche lei con dei conti in sospeso dopo che sua madre venne uccisa quando era soltanto una bambina.

Prima e dopo

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The Black Book: un'immagine del film

La visione si apre con un voice-over fuori campo che recita "per salvare il futuro, il passato deve morire" e in fin dei conti ruota tutto su questo assioma il cuore narrativo di The Black Book, nuova produzione originale Netflix che arriva addirittura dalla Nigeria. Non è certo una novità l'inserimento nel catalogo della piattaforma di diversi titoli provenienti dal continente africano, ma rispetto ad altre occasioni ci troviamo davanti a una pellicola più solida, ancora non perfetta ma certamente apprezzabile nel suo tentativo di aggiornare le logiche dell'action thriller occidentale a quelle indigene. Alcuni critici autoctoni lo hanno definito come una sorta di versione nigeriana di John Wick, in quanto il protagonista si trova a dover riprendere in braccio le armi dopo che aveva abbandonato quel mondo di violenza, ed è ancora una volta un evento traumatico a farlo ritornare forzatamente in scena. Qualche vaga similitudine nella premessa è un po' poco per paragonarlo alla saga action con protagonista Keanu Reeves e i punti di contatto finiscono qui.

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Io sono vendetta

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The Black Book: una scena

Il colpo di scena sull'effettiva identità del protagonista arriva forse troppo presto - quando sarebbe stato d'uopo aumentarne un po' l'attesa, come fatto recentemente dal bel western Old Henry (2021) - e scopriamo così che la sua vendetta non si fermerà davanti a nulla e nessuno, come da piena tradizione di genere. Pur nelle ingenuità di una cinematografia ancora acerba, The Black Book cerca di fare le cose in grande e il buon numero di comparse e una manciata di scene di massa rendono l'impianto spettacolare meno anonimo del previsto. Con una presa di coscienza sul finale del girl-power, con le donne che diventano fondamentali in una sorta di ribellione contro i poteri forti e la corruzione, all'insegna de "il silenzio è il nemico", questo revenge-movie che flitra con il thriller sociopolitico cerca a tratti di ambire a qualcosa di più di un semplice intrattenimento a tema, con risultati altalenanti.

Dio perdona, io no

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The Black Book: una foto del film

La sceneggiatura popola infatti la storia di diverse figure secondarie a specchio di una nazione consumata dalla corruzione, con i vari signori della guerra e gangster che più feroci non si può a dettar legge in una terra dimenticata da Dio; non è un caso che Edima si sia ritirato, prima del "ritorno in battaglia", a una vita dedicata al divino, che però nulla può quando il sangue innocente sporca la arida sabbia di quelle lande oppresse. D'altronde già il crudele prologo fa intuire le atmosfere che si respireranno nel complessivo minutaggio, su una logica dell'occhio per occhio che non può trovare altre strade in una realtà schiava della violenza. Un milione il budget complessivo, notevole per quei lidi, e la messa in scena e relative scelte registiche possono contare su un discreto appeal, capace di rendere parzialmente interessanti le due ore di visione dove, tra tradimenti, rivelazioni e rese dei conti si completa un cerchio che prima dà e poi toglie.

Conclusioni

Quando suo figlio viene ucciso da alcuni poliziotti corrotti, il protagonista abbandona la vita religiosa alla quale si era dedicato e riprende in mano le armi, in una ricerca di vendetta che vedrà tremare i suoi nemici, non appena scopriranno la vera identità di questo padre arso dal dolore e ora fuori controllo. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di The Black Book, questa produzione nigeriana si inserisce nella scia dei classici revenge-movie a tema e dispetto ad altri titoli realizzati in terra africana si dimostra più solido e convincente, pur ancora non del tutto esente da certi limiti da smussare. Due ore che si affidano ad un cast eterogeneo e a un discreto numero di personaggi, buoni e cattivi, al centro di colpi di scena e rivelazioni, in una nazione schiava di violenza e corruzione.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Le regole del revenge-movie sono rispettate con una certa personalità.
  • Richard Mofe-Damijo guida un cast eterogeneo e in parte.

Cosa non va

  • Sceneggiatura e messa in scena discrete ma non scevre da ingenuità varie.
  • Le due ore avrebbero giovato di una parziale potatura.