Brad Ingelsby diventa sempre più autobiografico: nelle proprie serie tv ha voluto raccontare la sua terra, la provincia americana del Delaware. Già lo aveva fatto in Omicidio a Easttown con Kate Winslet, ora ci riprova in Task con la coppia Mark Ruffalo e Tom Pelphrey. Una miniserie targata sempre HBO, arrivata in Italia in esclusiva su Sky e in streaming su NOW.

Brad Ingelsby, per raccontarne la realizzazione, è partito proprio dalla provincia. Insieme a lui gli interpreti Tom Pehplrey, alias Robbie, ed Emilia Jones, che interpreta sua nipote Maeve. Assente Ruffalo, purtroppo influenzato. "La parte più dura è stata l'accento" - scherzano entrambi - "Susanne Sulby è stata la nostra dialect coach per cinque mesi prima di iniziare a girare, quindi immaginate la difficoltà".
Task: come è nata l'idea?
Brad Ingelsby parte sempre dai personaggi nelle sue storie, finora sempre originali e mai tratte da romanzi. "Non avevo un'idea precisa di cosa sarebbe arrivato dopo Mare, se quello era un whodunit qui volevo un crime più crudo, volevo l'incontro-scontro di due anime che si trovano ai lati opposti della giustizia. Volevo raccontare il Delco nel modo giusto, con complessità e rispetto, mi sentivo in diritto essendo cresciuto lì".
Ruffalo interpreta l'agente dell'FBI Tom Brandis, che torna in servizio attivo dirigendo una squadra speciale per acchiappare il leader di un gruppo di rapinatori in una serie di case, Robbie Prendergrast (Pelphrey). Entrambi, in realtà, si riveleranno due padri di famiglia estremamente danneggiati. Non è però solo un gioco del gatto col topo come ci racconta lo showrunner: "È un inseguimento ma c'è attenzione su tutti i personaggi, il pubblico andrà in tensione per ognuno di loro. È un drama su persone sotto pressione e messe all'angolo che sembrano non avere scelta. Non sei d'accordo con tutte le loro decisioni, eppure puoi capirle".
Task è ispirata ad una storia vera?

La storia di Task è completamente inventata ma il trio di rapinatori di cui fa parte Robbie è ispirato ad una gang reale di quando Ingelsby era piccolo: "Si tratta dei Warlocks, motociclisti degli anni '70. Poco organizzati, poco professionisti. Dovevano fare paura ma il pubblico doveva anche avvicinarsi a loro, trovare il movente umano dietro le loro azioni".
Una serie sulle famiglie disfunzionali
La nipote di Robbie, Maeve, non approva le sue scelte ma è al momento bloccata nella sua casa dopo la morte del padre e deve fare da babysitter ai figli di lui. Ha un risentimento nei confronti dello zio perché costretta a sistemare continuamente i suoi casini in uno schema di comportamento ripetitivo.
Dice Pelphrey: "C'è stato lo sciopero durante le riprese quindi è stata una produzione travagliata, ma ci ha dato più tempo per metabolizzare i personaggi. Ero così emozionato leggendo la sceneggiatura, così complessa e stratificata, il merito sta tutto lì". Poi aggiunge: "Non potrei immaginare un matrimonio migliore di scrittura e regia, perché traspare umanità e realismo e ti sembra di passare del tempo con delle persone realmente esistenti".

Gli fa eco Jones: "Maeve ha una back story molto ricca, il sogno di ogni attore. Sai tutto quello che devi sapere sulla loro storia e sul loro passato; leggendo lo script ho capito perché Brad voleva sapere se mi piacessero i bambini. Ero una grande fan di Mare che avrò visto almeno dieci volte, è diventato quasi un tormentone sul set (ride)".
Anche Robbie e Maeve sono speculari e complementari: "Sono adulto e ragazza praticamente invertiti nei loro comportamenti" dice Pelphrey "Emilia ha una preparazione ed una maturità professionale incredibile sul set"_. Eppure lei si sentiva intimidita alla complessità dei personaggi ma grazie a Tom ha reso il personaggio così amabile.

Entrambi farebbero di tutto per la loro famiglia ed è questo ad accomunarli. "Appena diventato padre sapevo che avrei fatto qualunque cosa per mio figlio e questo mi ha avvicinato immediatamente a Robbie. Non dovevo documentarmi o chiedere a qualcuno". Lo stesso vale per Emilia Jones, molto legata alla famiglia: "Mi sono sentita come in CODA. Ma Maeve porta sulle spalle il dolore della perdita, Ruby quello dell'amore".
Mark Ruffalo come supereroe, ma non è Hulk

Si prova compassione ed empatia per ognuno dei personaggi secondo lo showrunner. Il super potere di Tom Brandis, il personaggio di Ruffalo, è l'empatia. "Non ha altre peculiarità come agente dell'FBI - l'ho scritto volutamente così" - continua Brad Ingelsby - "e cerca costantemente il buono nelle persone, ecco perché riesce a connettersi con i criminali quando li conosce. Forse perché prima era un prete, ecco la sua peculiarità. Credo che anche Mark sia molto empatico nella realtà".
L'importanza delle location nella serie HBO

Grande attenzione viene data alla cura delle scenografie, tutto il comparto tecnico non si lascia sfuggire nessun dettaglio, che aiutano gli attori anche se non finiranno sullo schermo, con qualche easter egg proprio a Omicidio a Easttown. Un'aggiunta che ha fatto tutta la differenza: girare in location proprio nel Delaware, ha fornito autenticità e calore alla famiglia protagonista. Tanto che Jones pensava scherzosamente "perché Maeve vuole andarsene?".
Non è una serie claustrofobica ma c'è molta natura, spazi aperti; non è la comunità chiusa di Easttown. Il ruscello dove vanno i Prendergrast rappresenta l'idea di paradiso per i protagonisti, dove tutto è ancora possibile. Un luogo che diventa una metafora dei loro sentimenti.
La colonna sonora
Il compositore delle musiche è Dan Deacon, lo stesso di Hustle il film Netflix con Adam Sandler. "Volevo fare qualcosa di inaspettato, niente rock o metal. In un film è molto diverso perché lasci la sceneggiatura ad altri, mentre come showrunner sei ogni giorno sul set e al montaggio. È un fardello perché è tutta una mia responsabilità, ma le due serie tv che ho fatto sono i due progetti che parlano maggiormente di me".