Sweet Tooth 3, la recensione: uomini, animali e la chiusura di una favola horror

Sweet Tooth, la serie tratta dall'omonimo fumetto DC Vertigo di Jeff Lemire, arriva al capolinea e lo fa con la grazia, la brutalità e la magia che l'hanno sempre contraddistinta. Dal 6 giugno su Netflix.

L'irresistibile Gus protagonista di Sweet Tooth.

Le favole esistono solo nelle favole

Sweet Tooth ha sempre avuto un grande potere fin dal suo esordio. Ovvero, quello di unire l'atmosfera favolistica ad un racconto assolutamente brutale. Un mix irresistibile, in cui è impossibile non emozionarsi. Pur allontanandosi dal fumetto originario omonimo da cui è tratta, targato Vertigo, l'etichetta per adulti della DC, e firmato da Jeff Lemire, ha saputo creare una propria identità televisiva, solo apparentemente più edulcorata come invece fatto su Netflix ad esempio con Locke & Key. Queste caratteristiche si confermano anche nel cosiddetto canto del cigno, la terza ed ultima stagione disponibile dal 6 giugno in streaming.

L'inizio della fine

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La giovane combriccola dell'ultimo viaggio della serie Netflix

Sweet Tooth 3 riparte da dove avevamo lasciato i nostri improbabili eroi: Gus (Christian Convery) alias Golosone, il ragazzo-cervo braccato da tutti perché il Primo Ibrido, Tommy Jepperd alias Uomo Grande (Nonso Anozie), l'ex giocatore di football ora protettore del protagonista, Becky (Stefania LaVie Owen), l'altra umana della combriccola, fondatrice e leader dell'Esercito Animale che ha eliminato gli Ultimi Uomini, insieme alla sorella adottiva Wendy (Naledi Murray), la ragazza-maiale. Sono tutti diretti in Alaska, dove si dice che risieda il segreto sugli ibridi e sull'Afflizione, per ritrovare la madre di Gus. Quest'ultimo condivide i propri sogni che gli fanno vedere una misteriosa grotta con il Dr. Singh (Adeel Akhtar) che dopo aver perso la moglie vorrebbe fare ammenda per tutto l'orrore compiuto in nome della scienza, e la madre Birdie (Amy Seimetz), rifugiatasi nell'Artico proprio per cercare la cura all'Afflizione e la verità sugli ibridi, insieme a Siana (Cara Gee), a capo di un avamposto segreto tra i ghiacci, e la figlia-volpe Nuka (Ayazhan Dalabayeva).

Viaggio dell'eroe ibrido

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Nonso Anozie è Uomo Grande il padre putativo del protagonista

Quello di Gus in Sweet Tooth e ancora di più nella terza ed ultima stagione è un vero e proprio viaggio dell'eroe, fisico e metaforico, pieno di ostacoli, dietrofront e colpi di scena. Un percorso iniziato fin dal ciclo inaugurale, che ha perso e guadagnato alcuni membri lungo la strada. A fare da immancabile voce narrante onnisciente è James Brolin nella versione originale (e Gino La Monica in quella italiana), che non solo ha il compito di raccontare le gesta dei nostri eroi ibridi e umani ma grazie al proprio tono caldo e accogliente anche quello di mantenere l'atmosfera favolistica che ha sempre contraddistinto il racconto, compresa la fotografia e la colonna sonora, estremamente calde come fossero una coperta d'inverno. Ed è tra i ghiacci che finirà la storia: alcuni flashback infatti mostrano l'altro viaggio fondamentale del serial, quello dello scienziato che andò ai confini del mondo per trovare una cura a tutte le malattie e tornò portando con sé un virus apparentemente incurabile e una nuova specie ibrida. Avanti e indietro nel tempo, viene ricostruita l'origin story del Nuovo Mondo e la sua inevitabile fine.

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New entry cattivissime e dove trovarle

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Rosalind Chao è la villain dell'ultima stagione

Una delle forze di quest'ultimo giro di boa per la serie Netflix è sicuramente il cast: da un lato quello oramai consolidato in cui a brillare sono i giovani interpretati capitanati da un'irresistibile Christian Convery che riesce a restituire tutto il coraggio, l'innocenza (che sta per perdere definitivamente) e la dolcezza di Gus. Dall'altro, le new entry con alcuni graditi ritorni a chiudere il cerchio, in particolare la famiglia Zhang, solo intravista nella seconda stagione e questa volta centrale come villain. Una nemica che rappresenta gli esseri umani che non riescono ad accettare la diversità, e vuole tenerli divisi e distinti rispetto agli animali, forzando il ritorno alla procreazione originale (vi ricorda qualcosa?). Uno specchio dei tempi in cui viviamo, in cui non si riesce ad accettare nulla che sia leggermente differente da ciò che viene ritenuto canonico dalla società (e un monologo di Gus è emblematico in tal senso). Insomma, Rosalind Chao è una terribile e agguerrita Helen Zhang, mentre il resto della famiglia è "costretto" ad andarle dietro, a partire dalla figlia Rosie (Kelly Marie Tran) mostrando un trattamento degli ibridi di una cattiveria inaudita, che fa letteralmente male al cuore.

Tematiche importanti

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Il primo istinto di Gus è quello di salvare gli umani, al contrario loro

Sono universali i temi portati avanti dallo show e lo sono ancora di più arrivati alla fine: si parla appunto di convivenza tra animali e umani, e lo svelamento della verità sull'Afflizione porterà risvolti interessanti per tutte le persone coinvolte, rivelando il loro vero io. Dove finisce l'istinto e dove inizia la ragione? Siamo sicuri di quale sia la specie da salvaguardare e quale sia l'atteggiamento da avere verso ciò che non conosciamo? Quasi un contraltare del Pianeta Terra in cui viviamo, che a causa del cambiamento climatico non sappiamo più quanto ancora riuscirà ad ospitarci in modo sostenibile. Nonostante qualche sbavatura proprio negli ultimi episodi a livello di ritmo e plot twist, Sweet Tooth ci regala un finale poetico, totalizzante, agrodolce, sempiterno. Da vedere e rivedere, come un'ottima favola della buonanotte.

Conclusioni

Sweet Tooth 3 conferma il valore intrinseco della serie Netflix unendo favola e horror e mostrando un mondo distopico con una nuova specie ibrida che deve fare pace col proprio passato e trovare una soluzione di convivenza con l’umanità. Questi ultimi otto episodi risultano avvincenti e coinvolgenti, grazie all’apparato produttivo e alle interpretazioni del cast, specialmente i più giovani e compresi i nuovi (cattivissimi) arrivi, per arrivare ad un epilogo che risolve tutte le questioni lasciate in sospeso e riflette incredibilmente sulla nostra attualità. Ovvero un ecosistema colpito dal cambiamento climatico su un Pianeta che non sappiamo ancora per quanto sarà effettivamente abitabile, e soprattutto da chi.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Gus e gli altri giovani personaggi e il suo rapporto con Uomo Grande.
  • La voce narrante che unisce il tono favolistico all’orrore della messa in scena.
  • La fotografia e la colonna sonora, avvolgenti.
  • La villain di Rosalind Chao.

Cosa non va

  • Il ritmo subisce qualche battuta d’arresto nella seconda parte.
  • Il finale può sembrare leggermente buonista, ma è perfettamente centrato.