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Kara decide di indagare, sia come giornalista che come supereroina, su una serie di sparizioni misteriose. La DEO scopre che sono legate ad una finta clinica, dove è nascosto un portale interplanetario. Supergirl e Mon-El si ritrovano quindi sul pianeta Maaldoria, dove Roulette è coinvolta in un traffico di schiavi. I due eroi dovranno sconfiggerla senza i loro superpoteri, neutralizzati dal sole roso di Maaldoria...
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A volte ritornano
Nel 1996 Kevin Smith, uno dei volti di una nuova generazione di registi americani grazie a Clerks - commessi e Generazione X, fu assunto dalla Warner Bros. e dal produttore Jon Peters per scrivere la sceneggiatura del ritorno cinematografico di Superman, assente dagli schermi da quasi dieci anni in seguito al flop di Superman IV e la paralisi di Christopher Reeve. Basato in parte sulla storyline La morte di Superman, pubblicata tre anni prima, il film, intitolato Superman Lives, doveva essere diretto da Tim Burton e interpretato da Nicolas Cage, ed è passato alla storia come uno dei progetti defunti più affascinanti nel mondo dei blockbuster, capace di generare un documentario sulla sua mancata realizzazione (con la partecipazione attiva di tutti i protagonisti, escluso Cage che appare solo in spezzoni d'archivio) e occasionali inside jokes sulle divergenze creative tra Smith e Peters, con il primo che ha fatto un'apparizione vocale in Superman/Doomsday al solo scopo di prendere in giro una delle richieste del secondo (uno scontro tra Superman e un ragno gigante).
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Un retroscena necessario che abbiamo riportato per spiegare l'importanza, soprattutto per quanto riguarda il titolo, di Supergirl Lives, nono episodio della seconda stagione di Supergirl e terzo excursus di Smith dietro la macchina da presa nel mondo degli adattamenti televisivi della DC Comics, dopo due puntate di The Flash (ed è stato confermato una settimana fa che anche il diciassettesimo episodio della nuova annata delle avventure della cugina di Superman sarà affidato al creatore di Jay e Silent Bob). La sinergia tra il cineasta e la casa editrice, già consolidata ai tempi in forma fumettistica con un'ottima gestione di Green Arrow, è ormai una garanzia, dando una connotazione positiva alla nozione di prodotto realizzato "dai fan, per i fan" (frase usata anche da Zack Snyder, con risultati meno convincenti, per difendere il controverso Batman v Superman: Dawn of Justice).
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La serie cambia, la qualità no (o almeno non troppo)

Nonostante dei netti miglioramenti, Supergirl rimane una serie problematica da alcuni punti di vista, principalmente la gestione degli antagonisti che non reggono il confronto con i vari Malcolm Merlyn, Slade Wilson, Captain Cold ed altri che danno del filo da torcere agli altri eroi DC nel palinsesto della CW (ma è possibile che, come la presenza limitata di Superman, il numero di avversari decenti a disposizione sia dovuto ad interferenze da parte delle alte sfere della casa editrice e della Warner Bros.). Supergirl Lives non risolve questo problema ma riesce nel suo intento principale, quello di aprire la serie ai viaggi cosmici e - forse - aggiungere un po' di sostanza alla sottotrama legata a Mon-El (il cui ruolo dovrebbe acquisire maggiore importanza negli episodi a venire, a giudicare dalla scena finale). Una missione portata a compimento con il solito spirito allegro, enfatizzato dalla presenza di Smith in cabina di regia ma senza che l'episodio sia dominato dalla personalità del cineasta (la sua firma più riconoscibile è l'inclusione della figlia Harley Quinn Smith come guest star). Il legame simbolico tra la puntata e il defunto film del 1996 è comunque riconoscibile tramite un elemento narrativo - il sole rosso che priva i kryptoniani dei loro poteri - e una creatura proveniente dal pianeta Thanagar (il luogo d'origine di Hawkman e Hawkgirl nei fumetti), e sono ben piazzate anche le gag incentrate su Stargate SG-1 e Star Trek (un trend delle serie CW che si sposa perfettamente con le sensibilità di Smith).
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Rispetto ai due episodi di The Flash da lui diretti, questo primo contatto tra Smith e la cugina di Superman è meno importante sul piano mitologico e ha più l'aria di una simpatica distrazione per iniziare con lo spirito giusto il 2017 (per quanto riguarda la messa in onda americana) e ricordare al pubblico perché, nonostante alcuni difetti, Supergirl rimane uno show divertente e dotato di un certo fascino, soprattutto se affidato a persone visibilmente innamorate delle potenzialità del personaggio e capaci di sfruttarle in modo soddisfacente. Può darsi che per il regista venga messa a disposizione più carne al fuoco in occasione del suo secondo episodio, che andrà in onda tra un paio di mesi e avrà l'onore/onere di essere preceduto dall'atteso crossover musicale con The Flash. Peccato che proprio quella puntata sia stata affidata ad altri, poiché Smith è capacissimo di dirigere sequenze canterine e ballerine, come ben sa chi ha visto Clerks II.
Movieplayer.it
3.5/5