Suora in the water
Dal debutto alla regia di Luis de la Madrid ci si sarebbe aspettati ben altro. Di tutto quello che di buono lo spagnolo ha mostrato in fase di editing in tanti film come Nameless - entità nascosta, Darkness, La spina del diavolo, Faust e, soprattutto, L'uomo senza sonno, qui non c'è neanche la scolatura. Nemmeno una piccola goccia che faccia avvertire la mano di un Jaume Balagueró, di un Guillermo del Toro, di un Brian Yuzna (qui in veste di produttore e omaggiato, nella scena dell'aereo, con la clip da un suo film) o di un Brad Anderson. Nulla di tutto ciò. Solo una baraonda fracassona e scriteriata di effetti speciali che creano un innocuo mulinello intorno ai tanti vuoti presenti nella sceneggiatura e nella caratterizzazione dei personaggi (su tutti un belloccio divenuto seminarista per rimorso di coscienza).
La storia scritta da Balagueró ha il suo fascino, essendo quasi un pendant di quella che è alla base di Fragile. Ma de la Madrid fatica a ricomporre il puzzle della storia, decidendo subito di insufflare tanta acqua nelle tubature strutturali del film da causare danni che neanche lo tsunami. La disonestà di fondo di questo The nun (neanche tanto ruffiana come ci si potrebbe lecitamente attendere) è tale da far prevedere con un'ora e mezza di anticipo il solito finale a sorpresa. Tutte le energie sembrano quasi canalizzate verso quel che verrà dopo, senza che il regista si preoccupi di dosare i vari attimi in modo da creare una diga in grado di arginare l'atteso alluvione del finale. Invece con la primissima sequenza e con la prima apparizione della Suora vendicatrice (digitalizzata e "dinamicizzata" come se si trattasse di una scagnozza dell'agente Smith di Matrix), il quadro generale del film diventa subito limpido.
Quello di far vedere tutto e subito sembrerebbe un coraggioso azzardo da parte del regista spagnolo. Che invece, nella restante parte di film, fa annegare lo spettatore nella noia di un mare piatto e avaro di trovate interessanti in grado di risollevare la banale superficie del film. Inoltre i momenti topici sono privi di quella crepitante ansia e di quelle accelerazioni visive che Balagueró ricreava in Fragile (la location di The nun è la stessa: il misterioso edificio dell'Ospedale del Torax di Terrassa). Per non tacere dello stesso finale a sorpresa che sorprende, se non altro, per le tante crepe nell'impianto narrativo che si intravedono nella risacca di tutte, ma proprio tutte, le scene precedenti. La Nuova Ondata dell'Horror Spagnolo subisce davvero un brutto contraccolpo con questa pellicola. Giustamente caduta nel dimenticatoio nel marasma delle uscite 2005.