Dopo otto anni Emir Kusturica torna dietro (e davanti) la macchina da presa per una scatenata romcom serba che ripropone gli stilemi del suo cinema. Comicità macabra, scene d'azione rutilanti, centralità dell'elemento animale, abbondanza di simboli e riferimenti culturali tipici della sua terra per una fiaba rurale a sfondo pacifista-ecologico che lascia ampio spazio all'elemento fantastico. Stavolta, però, Kusturika aggiunge un ingrediente inedito: Monica Bellucci. La diva italiana viene chiamata a parlare in serbo, a sporcarsi le mani e a recitare in lunghe sequenze subacquee. Tutto per essere nel suo ruolo, quello di una misteriosa rifugiata italo-serba che si nasconde tra le montagne per sfuggire a un commando che la vuole eliminare. Naturalmente tra la bella Monica e l'eccentrico capitano che Kusturica si cuce addosso scoccherà la fatidica scintilla.
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Parlando della genesi di Sulla Via Lattea, Emir Kusturica racconta: "Il film nasce da un mio corto di qualche anno fa. Il corto parlava d'amore e raccontava la storia di un uomo impegnato a ricostruire la propria vita dopo un'esistenza da monaco. Quando ho cominciato pensare alla versione lunga mi sono trovato di fronte una sfida. È stato uno dei momenti più difficili e stimolanti della mia vita. Non giravo un film da otto anni, quindi rimettersi in pista all'inizio non è stato facile. Così ho deciso di ripercorrere il percorso inverso, sono partito dalla fine per arrivare all'inizio della storia. In fondo in arabo si scrive in questo modo e anche in cinese. Allora mi sono detto: 'Iniziamo questo viaggio'".
Una versione maschile di Jules e Jim
Sulla via lattea è un film rutilante, carico di dettagli alla maniera di Kusturica, ma il cuore del film ruota attorno all'incontro tra due donne innamorate dello stesso uomo. Il regista lo definisce una sorta di "versione al maschile di Jules e Jim girato in tre anni. "In fin dei conti Jonathan Franzen ha scritto Libertà in nove anni. Io potevo stare tre anni con i miei collaboratori a pensare a questo film. Se devo dire la verità non è stato un dispiacere stare tre anni con Monica Bellucci", ha continuato. Quando gli chiediamo perché ha scelto di inserire nel copione una donna italiana, Kusturica risponde divertito: "Perché Monica Bellucci è italiana! Quando abbiamo iniziato a girare in Bosnia ho pensato all'economia della storia. Volevo creare dei personaggi che fossero credibili quando si innamorano. Volevo un'attrice che accettasse la messa in scena. Oggi gli attori si aggiustano i ruoli, si prendono delle libertà dalla volontà del regista, ma io avevo bisogno di interpreti che si piegassero alle mie esigenze e Monica ha fatto di tutto per me. Ha perfino cantato".
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Bellissima come sempre, Monica Bellucci sembra soddisfatta dall'esperienza sul set e racconta: "Per me questo film è stato una sfida. La sceneggiatura è una base, abbiamo improvvisato molto. Emir è anche attore, sceneggiatore, architetto, uomo d'affari. Ho imparato tanto da lui, è stata un'esperienza meravigliosa che mi ha permesso di conoscere una terra piena di bellezza e sofferenza. Sulla via lattea non parla di una guerra precisa, ma fa riferimento a ogni guerra, non esprime un punto di vista politico, ma artistico". Kusturica appare completamente affascinato dalla sua nuova musa, tanto da mettere in bocca al personaggio una battuta sulla bellezza come arma a doppio taglio. Monica commenta: "In effetti il mio personaggio dice che la bellezza le ha dato solo problemi. Ma io la trovo più un regalo che una maledizione. Basta aspettare un pochino e passa".
Credere nell'amore
Sulla via lattea è una fiaba piena di trovate curiose ed elementi fantastici. Anche stavolta, Emir Kusturica non ha rinunciato alla componente surrealista che è parte integrante della sua poetica. Il cineasta ammette: "Il cinema si fa per motivi economici, ma questo film è molto più complicato. Ho fatto scelte estetiche che nascondono la mia visione spirituale. Per tre anni e mezzo i produttori mi hanno sostenuto nel cercare le soluzioni migliori. Quando fai un errore in fase di ripresa devi sapere che sul grande schermo apparirà otto volte peggio. Lo stesso non vale per le cose belle". Una presenza fondamentale, nella visione surrealista-naturalista dell'autore serbo, sono gli animali. Pecore, falchi, serpenti, oche e asini nel film abbondano e con ruoli chiave. "Il lavoro con gli animali è come l'amicizia tra le persone. L'unica differenza è che gli animali hanno bisogno di più cibo degli amici, ma se li nutri con loro puoi fare miracoli. Gli animali portano nel film il loro istinto. L'orso che vedete nel film l'ho incontrato quando era molto piccolo, l'ho trattato da bambino e ora è cresciuto. Sul set erano tutti nervosi, la crew stava per fuggire, ma alla fine è andato tutto bene. Senza animali il film sarebbe molto più povero".
La componente animale interviene a favorire la delicata storia d'amore tra Kusturica e il personaggio di Monica Bellucci. Personaggio che l'attrice ha interpretato con grande entusiasmo, come confessa lei stessa: "Ringrazio Emir per aver disegnato questo ruolo di donna così completo, femminile, dolce, materno, ma anche senza scrupoli quando deve entrare in azione. Forse è uno dei miei ruoli più maturi. Questo film è una speranza verso l'amore e la sessualità in età avanzata. Siamo davanti a due persone non più giovani ma piene di energia. È un messaggio di speranza bellissimo. È necessario credere ancora all'amore, soprattutto in tempo di crisi".