Ci siamo divertiti, e non poco, a giocare a Suicide Squad: Kill The Justice League e non può che essere positivo il giudizio generale sul nuovo gioco Warner/DC, soprattutto perché i punti di forza risiedono nel comparto narrativo del gioco, quello che tradizionalmente ci piace affrontare e analizzare in fase di recensione, perché è quello che porta con sé il maggior collegamento con il nostro mondo, quello che quotidianamente vi raccontiamo nel parlare di film e serie tv. Da questo punto di vista il gioco di Rocksteady Studios, che prosegue idealmente quanto sviluppato nell'ottima saga Batman: Arkhan, è riuscito e lascia soddisfatto i giocatori amanti del mondo DC, in questo momento in un momento di stand-by, in un limbo post-Aquaman 2 che si andrà a interrompere solo il prossimo anno quando i primi progetti del nuovo corso guidato da James Gunn vedranno la luce. E questo gioco è perfetto per andare a colmare questo vuoto.
Braniac e una trama che cattura
E se chi dovrebbe proteggerci diventa il nostro peggior nemico? Una riflessione interessante, non così diverso da quanto accade in Batman v Superman di Snyder, che Suicide Squad: Kill the Justice League fa sua nel mettere gli sgangherati protagonisti contro i grandi eroi di casa DC. Perché accade? Perché sono stati manipolati da Braniac, che incombe su Metropolis con la sua imponente Nave Teschio e l'obiettivo dichiarato di conquistare il nostro pianeta per trasformarla in Colu, il pianeta da cui proviene. E non poteva che essere Metropolis il punto di partenza delle sue mire di conquista, perché è lì che i grandi e potenti eroi della Terra operano ed è assoggettandoli al proprio potere, renderli dei meri soldatini al suo servizio, che può portare a compimento il suo proposito.
Per questo Amanda Waller è costretta a recarsi ad Arkham per selezionare una squadra speciale con lo scopo di affrontarli. Una squadra che non può essere altro che una Suicide Squad, una squadra suicida, perché tale è la missione, con così poca speranza di riuscita. E spulciando tra il materiale a disposizione ad Arkham, la scelta della Waller ricade su quattro elementi particolari e dalle abilità differenti, per dare varietà e versatilità al team: Harley Quinn con la sua follia, la mira impeccabile di Deadshot, la velocità incontrollabile di Captain Boomerang e, dulcis in fundo, la forza bruta e bizzarra di King Shark. Quattro individui pericolosi e fuori controllo, resi agnellini al proprio servizio con uno stratagemma: una bomba impiantata nel collo e pronta a esplodere se non dovessero seguire gli ordini.
Il grande punto di forza: i personaggi, i membri della Task Force X
Questa la composizione della Task Force X, questo il gruppo di personaggi che seguiamo nel corso della storia, scegliendo chi di loro impersonare a nostro piacimento, adattandoci così alle diverse fasi del gioco. Non lo neghiamo: avere quattro personaggi a nostra disposizione ha aggiunto varietà e divertimento alle nostre sessioni di gioco, perché ci siamo potuti confrontare con abilità, e quindi Combat System, differenti. Una versatilità che valorizza anche il gioco in multiplayer cooperativo, che consente di giocare in team con amici in remoto. Suicide Squad: Kill the Justice League funziona in questo, in un'azione frenetica e travolgente nel muoversi per le strade di Metropolis per farsi strada verso i propri obiettivi, al netto di una certa ripetitività che emerge sulla distanza.
Non un grosso problema, perché se la struttura a missioni può portare a una monotonia, ci pensa il comparto narrativo ad assicurare varietà e brillantezza: i personaggi sono ben scritti per caratterizzazione e dialoghi, tra battute a effetto, rapporti tra loro che si definiscono e intrattengono, trovate folli che sono in grado di mettere in campo. Non sono semplici macchietta sopra le righe, ma veri psicopatici con una loro (più o meno folle) logica, che emerge in ogni situazioni e ogni tappa del viaggio verso il loro obiettivo finale. Un lavoro su caratterizzazione e dialoghi che perde qualche punto nel doppiaggio, un po' meno a fuoco dell'originale, ma resta valido e appassionante anche in italiano.
Tanti grandi momenti, tra epicità e divertimento
Se da una parte i personaggi mettono in scena situazioni sopra le righe, scorrette, estreme, non manca nemmeno la componente epica che non può mancare in una storia di questo stampo, sulla falsariga dei migliori cinecomic degli ultimi tempi e supportata da un comparto tecnico di tutto rispetto, che riproduce una Metropolis suggestiva e una versione originale e coerente dei personaggi di casa DC: Suicide Squad: Kill the Justice League non sfigura accanto all'incarnazione del team portata in sala da James Gunn negli ultimi anni e di certo è una versione di questo bizzarro gruppo di personaggi migliore di quanto fatto in precedenza nel discusso adattamento di David Ayer. Di Gunn ritroviamo il perfetto equilibrio tra ironia dissacrante, azione ed epica, il tutto fruibile in prima persona mediante il proprio joypad e avvalendosi del supporto del proprio gruppo di amici online. Unica accortezza: sceglierli abbastanza folli e sopra le righe da reggere il confronto con le loro controparti su schermo!
Conclusioni
Divertente, scorretto, frenetico. Questo è Suicide Squad: Kill the Justice League, il nuovo gioco dedicato agli antieroi di casa DC di cui vi abbiamo parlato in questa nostra recensione. Punto di forza di questo nuovo titolo Rocksteady Studios è la caratterizzazione e scrittura dei personaggi, che rende ancor più divertente e coinvolgente il viaggio al loro fianco nel loro cammino per affrontare i grandi eroi DC manipolati da Braniac, facendo dimenticare un pizzico di ripetitività nell’andamento delle missioni. Buono anche il comparto tecnico, perfetto a supporto della storia che ci viene raccontata, sia nella definizione dei modelli dei personaggi che di una suggestiva Metropolis su cui incombe la Nave Teschio del nemico.
Perché ci piace
- La caratterizzazione e scrittura dei quattro personaggi principali, vero valore aggiunto del gioco.
- I grandi momenti di cui è infarcito il racconto a supporto dell’azione, tra epicità e divertimento.
- Un comparto tecnico di livello.
- La possibilità di giocare insieme al proprio team di amici…
Cosa non va
- … che però non può essere sfruttata da chi non è avvezzo al gioco multiplayer.
- Una sensazione di ripetitività che emerge proseguendo con la storia.