Scrivere un series finale è tutt'altro che semplice perché vuol dire chiudere svariati anni di storie celebrando i personaggi, il loro percorso e il loro punto di arrivo che è poi anche un calcio d'inizio per ciò che non vedremo in scena. Farlo per lo spin-off di una serie molto amata come Grey's Anatomy rende tutto ancora più complicato, soprattutto se si è ereditata la carica di showrunner all'ultima stagione. È ciò che è successo a Station 19, curato da Zoanne Clack e Peter Paige dopo l'addio di Krista Vernoff alla guida di entrambi gli show, che ora propongono il loro canto del cigno, il decimo episodio della settima stagione, disponibile su Disney+. Come se la saranno cavata?
Station 19: a proposito di Andy
Il finale di serie di Station 19 - come in generale tutta questa settima ed ultima stagione - è dedicato al personaggio di Andy (Jaina Lee Ortiz), protagonista in una serie corale come Meredith Grey (Ellen Pompeo) prima di lei. Ne ha fatta di strada dal pilot, che viene citato più volte nel corso dell'ultimo episodio; ora che è finalmente capitano (scelta azzeccata per l'ultimo capitolo) si rende conto che deve modellarla a propria immagine e somiglianza e non a quella del padre, che viene ricordato tramite fotografie. Non è l'unico che riapparirà in un piccolo cameo nel corso del finale, insieme ad altri membri storici di questo spin-off che fino all'ultimo ha confermato di non avere una vera e propria totale identità estranea al medical drama più longevo della tv, tanto che non gli è sopravvissuto in termini di messa in onda come di solito accade con questo tipo di progetti. Il suo affrontare, insieme alla propria squadra, l'incendio più grande e devastante nella storia di Seattle, non poteva che coincidere con l'epilogo dell'action soap drama: d'altronde, già nel quinto (e centesimo) episodio un altro simbolo della città, ovvero lo Space Needle, stava bruciando e rischiando di crollare.
Uno sguardo al futuro
Torna la voce fuori campo di Andy negli ultimi due episodi, quasi una prima ed una seconda parte come nei tempi d'oro della tv generalista con un big disaster come Grey's Anatomy insegna: la donna inizialmente parla di un mestiere così attraente eppure così pericoloso come quello di vigile del fuoco e come la realtà sia molto meno idilliaca delle aspettative. Successivamente si sofferma su ciò che rappresenta la stazione simbolo di Seattle, ovvero una famiglia in cui trovare conforto e un nucleo che va oltre i suoi capitani e i suoi pompieri, e sul futuro a cui questi si aggrappano per sopravvivere nelle giornate lavorative più dure. Gli autori scelgono di mostrare proprio "ciò che verrà" dei personaggi attraverso dei flashforward che ci dicono come loro vedono il proprio futuro e come probabilmente sarà una volta scampati al pericolo, ammantati di un'aura fotografica e musicale un po' troppo enfatizzata, e lo stesso vale per le ultimissime sequenze della puntata (parrucche discutibili comprese). Questi "stralci di ciò che sarà" potrebbero non soddisfare tutti per le scelte narrative: alcune realistiche, altre forse un po' troppo distruttive rispetto al passato - ad esempio, ci chiediamo il senso della storyline Emmett-Eli-Travis visto il risultato, nonostante la new entry vista pochissimo già ci piace molto come se la conoscessimo da sempre.
Se tutti se ne vanno
Al contrario di altri series finale, in tutta quest'ultima stagione di Station 19 un pezzo alla volta i membri della squadra protagonista se ne sono andati (o se ne stanno per andare): una scelta narrativa che possiamo dire azzeccata, soprattutto nell'ottica in cui la serie madre continua a vivere e con tutti i crossover visti negli anni, soprattutto nella direzione creativa di Vernoff, sarebbe irrealistico non vederli mai più sapendo che esistono nello stesso universo narrativo (sentiamo che Grey's Anatomy non si fermerà alla stagione 21, già ordinata). Quindi dopo Jack (Grey Damon), uno dei personaggi più interessanti e dal percorso più stimolante di tutto lo spin-off, e Theo (Carlos Miranda), in pericolo di vita nel finale proprio come alcuni altri protagonisti - anche in questo caso, come nel finale di Grey's, non si è scelta la tragedia tipica degli anni d'oro - tocca a Vic (Barrett Doss) volare verso Washington per dirigere l'unità Crisi Uno, altra eredità questa volta di Dean Miller. E qualcuno potrebbe seguirla lasciando la stazione davvero sguarnita.
La scelta di Ben
A proposito di scelte e addii, come già accennato nel nostro speciale sul futuro di Grey's Anatomy, non è solo Andy a fare un percorso a cerchio ma anche Ben Warren (Jason George), dal quale era partita l'idea dello spin-off grazie al pretesto di voler cambiare mestiere per nuovi stimoli, ora pronto a tornare al Grey Sloan Memorial per finire l'internato in chirurgia dopo che l'età avanza e il suo corpo non risponde più come un tempo ai pericoli del gettarsi in un incendio un giorno sì e l'altro pure. Vedremo se una sorte simile toccherà anche a Carina (Stefania Spampinato) e Maya (Danielle Savre) dato che la prima era partita proprio dal medical drama originario, che ora rimane come unico serial da seguire.
Conclusioni
Come abbiamo spiegato nella recensione del finale di serie (episodio 7x10) di Station 19, lo spin-off di Grey’s Anatomy chiude il proprio ciclo non su una nota bassa, ma sicuramente senza infamia e senza lode e senza una vera e propria identità, pur con qualche momento emozionante e che cita volutamente il passato. D'altronde sette stagioni non sono poche e ci hanno regalato anche qualche momento memorabile. I nuovi showrunner celebrano il grande epilogo con l’incendio più devastante nella storia di Seattle, come da tradizione della serie originale. Il cerchio si chiude per Andy e per Ben, simboli in modo diverso di questo percorso, e agli altri protagonisti è permesso di guardare al futuro per riuscire a sopravvivere e per mostrarlo agli spettatori, che potranno fantasticare su cosa accadrà realmente e cosa rimarrà solo un loro desiderio.
Perché ci piace
- Il big disaster celebrativo e le tante citazioni alla serie.
- Il percorso di Herrera e di Warren.
- L’idea che molti dei personaggi lascino Seattle dato che la serie madre continuerà il suo corso.
Cosa non va
- Un addio a tratti emozionante ma soprattutto abbastanza classico e prevedibile.
- L’idea degli stralci di futuro potrebbe non convincere tutti, soprattutto in alcune scelte narrative.