Spy vs. Spy
Aveva già capito tutto Alfred Hitchcock quando illustrava a François Truffaut i due meccanismi alla base del genere thriller, vale a dire gli effetti complementari di ** sorpresa e di suspense, ormai codificati nei manuali di sceneggiatura, citando come esempi esplicativi rispettivamente lo scoppio improvviso e non annunciato di una bomba in opposizione all'ansiogena attesa dell'esplosione della bomba da parte del pubblico. "La conclusione di tutto questo" - affermava già nel 1962 il maestro "è_ che bisogna informare il pubblico ogni volta che è possibile, tranne quando la sorpresa è un twist, cioè quando una conclusione imprevista costituisce il sale dell'aneddoto_". Un teorema, quello hitchcockiano, che pare ancora oggi essere un punto di riferimento per gli script hollywoodiani. Lo dimostra anche The Double, film spionistico dall'impianto tradizionale che sfrutta alcuni archetipi del genere (doppia identità, controspionaggio, complotti internazionali all'ombra della Guerra Fredda), con il quale Michael Brandt - già sceneggiatore di action movie come 2 Fast 2 Furious, Quel treno per Yuma e Wanted - esordisce dietro la macchina da presa. Non basta, tuttavia, seguire il semplice schema del maestro del giallo per dare vita a uno script avvincente e credibile. È necessario imparare a dosare con maestria suspense opprimente e colpi di scena improvvisi, in modo da tenere continuamente desta l'attenzione dello spettatore e da calibrare la tensione narrativa. Ed è proprio sotto questo aspetto che il primo tentativo da regista di Brandt non può dirsi del tutto riuscito.
Nonostante qualche sequenza d'azione azzeccata (la fuga di prigione di un ex complice di Cassius, l'inseguimento automobilistico verso il finale) il primo film da regista di Michael Brandt non presenta dunque particolari motivi di interesse o d'innovazione nell'elaborare un tema ormai consolidato come quello dello scambio d'identità nel genere spionistico. Anzi, finisce per risultare un po' la brutta copia di classici del filone, come lascia rivelare (involontariamente) una scena del film nella quale Richard Gere chiede che gli venga preparato un vodka Martini con l'aggiunta di una cipollina (sic!) anziché della tradizionale oliva. Una caduta di stile - questa sì - che Hitch non avrebbe mai perdonato...