"Nello stesso modo in cui Bruce ha realizzato Nebraska, non penso ci si possa concentrare sul risultato di qualsiasi cosa si faccia. Se siamo abbastanza fortunati da attirare quel tipo di attenzione, questo sarà un bene perché darà maggiore luce al film e molte più persone lo vedranno. Ma non voglio focalizzarmi su questo". Jeremy Allen White risponde così a chi gli domanda come vive le voci che lo vorrebbero candidato agli Oscar per la sua interpretazione in Springsteen - Liberami dal nulla, film diretto da Scott Cooper dal 23 ottobre in sala.
Tra pressione e gratitudine

La coppia ha presentato la pellicola a Roma dopo l'anteprima al Telluride Film Festival dove è stato ben accolto dalla critica. Un film tratto da Deliver Me from Nowhere di Warren Zanes che ha avuto il benestare dallo stesso cantautore, da sempre restio a lasciare che la sua storia venisse racchiusa in un film. "Ha sempre detto di no, fin dal 1986", sottolinea Cooper.
"Non ha mai ceduto la sua storia agli altri, specie quella di Nebraska. Jon Landau, il suo storico manager, mi ha detto: 'Questa è la prima volta in cui Bruce lascia il volante a qualcun altro'. Bruce è un cinefilo e aveva visto tutti i miei film. Mentre Jon è un ex critico. Sono persone che conoscono il cinema, così per la prima ora della nostra conversazione abbiamo parlato di vita e altri film. Solo dopo siamo arrivati a parlare di questo ed è stato un rapidissimo 'Sì' di cui sono molto felice. Ma questo ovviamente comporta tantissima pressione, anche se è molto gratificante".

"Questo perché per me Nebraska ha anche un eco molto personale. Mio padre, a cui dedicato il film, mi ha fatto conoscere Springsteen proprio attraverso quel disco. E quando ho letto il libro di Zanes mi ha parlato di onestà, incertezza, squilibrio. Ho avuto la percezione di sentirmi esattamente come Bruce si sentiva all'epoca. E questo è stato il mio approccio alla scrittura", continua il regista. "Poi, il giorno prima di iniziare a girare, mio padre è venuto a mancare e il suo spirito mi ha guidato nel creare questo film. Credo gli sarebbe piaciuto molto".
Springsteen - Liberami dal nulla e il compito di Jeremy Allen White
Quella di Jeremy Allen White è una prova totale che lo ha visto impegnato sotto il duplice profilo recitativo e musicale. È lui a intonare ogni brano che ascoltiamo nel film che ha inciso sul set prestando molta attenzione alla cadenza tipica del Boss e alle sue movenze. "All'inizio è stato un compito molto pesante. Sono entrato nel progetto più tardi, quando la sceneggiatura e la struttura erano già state concordate tra Scott, Bruce e Jon", ammette l'attore.
"Credo abbia molto senso che Bruce abbia scelto questo periodo della sua vita come focus del film. Era a un bivio e le scelte che ha fatto gli hanno reso possibile condurre la vita che ha condotto. Il fatto che lui e Scott mi abbiamo voluto, mi ha fatto sentire molto fortunato. Ricordo di essermi preso un po' di tempo per considerare questa proposta. Bruce è una figura così iconica che, all'inizio, non volevo interrompere il rapporto che ha con i suoi fan. Poi Scott mi ha detto: 'Lui vuole che tu lo faccia'. E devo dire che è stato di grande supporto durante la lavorazione".

L'attore di The Bear ha ricordato anche il loro primo incontro al Wembley Stadium di Londra. "Era nel suo elemento. Si è esibito per 90 mila persone per 3 ore e mezza. È stato un dono, ma anche qualcosa di molto intimidatorio. Dovevo cercare di catturare alcune delle cose che era in grado di trasmettere nel giro di pochi mesi", aggiunge l'attore. "C'è molto di fisico nelle sue performance, così come una certa violenza. C'è passione in quello che fa. Ma quando gli parli c'è tanta gentilezza e delicatezza nella sua presenza. C'è stato tanto coraggio da parte sua nel lasciarci raccontare la sua storia".
Springsteen - Liberami dal nulla e l'attualità di Nebraska
Solitudine, oscurità, umanità. Sono alcuni degli elementi presenti in Nebraska, un disco nato in un periodo di profonda crisi per il cantautore di Born in the U.S.A. che registrò le tracce nella sua camera da letto nella casa che aveva in affitto a Colts Neck, in New Jersey. Un album fortemente influenzato dalla musica folk, dal cinema, dalla cronaca nera e dalla letteratura americana. In particolare dai racconti di Flannery O'Connor. "L'ha scritto nel 1982, ma è come se l'avesse fatto oggi", afferma Cooper.

"È un album che in America parla di un certo malessere, di una mancanza spirituale, di una ambiguità morale. Bruce Springsteen è politico, ma non nel senso di essere schierato per un partito piuttosto che per un altro. Lo è in senso umano. L'album parla di persone che vivono nei margini della società, che non hanno nulla, che vivono vite di quieta disperazione. Persone che lottano per raggiungere il sogno americano, senza riuscirci. Qualcosa che continua ancora oggi. E credo sia questo il motivo per il quale l'album sia così rilevante e pertinente con quello che stiamo vivendo oggi negli Stati Uniti".
Uno degli aspetti su cui si concentra Springsteen - Liberami dal nulla è anche la solitudine nella quale il Boss ha realizzato il disco. "Quando ha inciso Nebraska, il processo per quasi tutti i musicisti all'epoca era quello di andare in studio per scrivere e registrare lì. Quindi quello Bruce che fa per l'album è completamente non ortodosso",
"Oggi molti dischi vengono registrati in casa per poi essere perfezionati in post-produzione. Mentre Bruce inseguiva l'imperfezione. Voleva ricatturare il suono che aveva registrato in camera da letto. Ma quando va a New York con la band in uno dei migliori studio del mondo, quel suono viene migliorato. Ma lui voleva ritrovare quello originale. Il risultato è uno dei migliori album degli ultimo 50 anni. É il disco più punk che Bruce abbia mai fatto. Non nel suono, ma nello spirito".