La cosa più sorprendente, mentre ci approntiamo a scrivere la recensione di Spontaneous, produzione Paramount che per via della situazione sanitaria globale ha optato per diverse soluzioni alternative (a seconda dei paesi si trova o in digitale o direttamente su una delle varie piattaforme), è scoprire che Netflix - che detiene i diritti per l'Italia - ha deciso di caricare il film sulla piattaforma due giorni dopo Halloween, e non la settimana della ricorrenza stessa. Scelta un po' strana a livello puramente strategico, dato che il lungometraggio dell'esordiente Brian Duffield, basato su un romanzo del 2016, è un candidato ideale per la visione domestica a tema brivido intorno al 31 ottobre, per la sua commistione di risate e sangue al servizio di una bislacca storia d'amore dai toni apocalittici. Oltretutto con un discreto asso nella manica a livello promozionale, ossia il ruolo principale affidato a Katherine Langford, uno dei volti più noti delle produzioni Netflix in lingua inglese.
Finire il liceo col botto
Spontaneous è, principalmente, la storia di due liceali, Mara (Katherine Langford) e Dylan (Charlie Plummer). Le loro vite sono completamente ordinarie, fino al giorno in cui cambia tutto: una compagna di classe esplode senza alcun motivo apparante (il titolo si riferisce al fenomeno della combustione spontanea), dando inizio a una serie di tragedie identiche all'interno dell'istituto scolastico. Interviene anche il governo, con vari tentativi di risolvere la cosa, ma le esplosioni continuano e la fine dell'anno accademico si avvicina. Gli studenti decidono di non farsi terrorizzare e trattano ogni giorno come se fosse l'ultimo, il che nel caso di Mara significa farsi conquistare da Dylan, il quale la contatta dopo il primo caso, in forma anonima, ammettendo di aver sempre avuto una cotta per lei. Ma la loro felicità sarà davvero duratura, data l'esistenza di quella che i più hanno cominciato a chiamare la maledizione di Covington, dal nome della scuola dove si verificano i fattacci esplosivi?
Intrattenimento al sangue
Classe 1985, Brian Duffield è un veterano del mondo di Netflix e della commedia horror grazie al copione de La Babysitter, uscito nel 2017 e generatore di un seguito tre anni dopo (con l'autore coinvolto come produttore esecutivo). Sempre nel 2020, e sempre sulla piattaforma, gli abbonati hanno potuto vedere Love and Monsters, da una sceneggiatura che Duffield aveva venduto, guarda caso, alla Paramount nel 2012, mentre in sala c'è stato il brivido subacqueo lovecraftiano Underwater. Insomma, è uno che con la paura, in tutte le sue declinazioni, ha una certa dimestichezza, e il suo esordio registico lo conferma, con una più che discreta padronanza del mezzo cinematografico e del saper mescolare i vari generi, riconoscendo anche gli inevitabili debiti tematici e stilistici presenti sullo schermo (gli stessi personaggi tirano in ballo un classico come Carrie - Lo sguardo di Satana, e c'è una certa somiglianza tra Katherine Langford, per l'occasione bionda, e Chloe Moretz nel rifacimento datato 2013).
Underwater, la recensione: tensione e fantascienza nelle profondità marine
Ne esce un teen movie a suo modo originale e gradevole, dove i cliché sono rielaborati con un sorrisetto ammiccante e un gusto per lo stravolgimento (la prima esplosione dà il tono per l'uso irriverente e ironico del sangue, a cui dà manforte il padre di Mara che commenta, con evidente rimando alla situazione americana attuale, "Pensavamo che tu avessi dei compagni di classe psicopatici. È bello sapere che sono solo degli stronzi"). Stravolgimento presente anche a livello di casting, poiché in questo caso è Langford a dover fare i conti con le conseguenze della morte degli altri e non, come in Tredici, a essere la causa scatenante dell'intreccio con il proprio decesso. E tramite i suoi occhi e la sua voce - sì, fa da narratrice anche in questa sede - entriamo in un universo stralunato e al contempo verosimile, che cattura le turbe e i disagi dell'adolescenza con brio e simpatia, contestualizzando il tutto con un filtro di genere che non avrebbe sfigurato sul grande schermo. Ma anche su Netflix, algoritmo permettendo, questa stramba e toccante storia d'amore dovrebbe riuscire a trovare il suo pubblico, soprattutto se si è in cerca di emozioni col botto.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di Spontaneous sottolinando come si tratti di un simpatico, frizzante e sorprendente teen movie che mescola storie d'amore, horror e fantascienza in modo divertente e originale, avvalendosi di un copione molto solido e di due ottimi protagonisti.
Perché ci piace
- Il racconto è ben strutturato ed equilibrato.
- La commistione di generi è molto divertente.
- Katherine Langford e Charlie Plummer funzionano bene come coppia.
Cosa non va
- Alcuni momenti forti possono risultare scioccanti per lo spettatore sensibile.
- Peccato non averlo potuto vedere al cinema.