L'undicenne Julian è nato il 24 dicembre ma quest'anno per lui e la sua famiglia non sarà un Natale come tutti gli altri: da qualche settimana infatti il ragazzino ha perso la sorella maggiore, morta per circostanze che verranno poi chiarite: un trauma che ha profondamente scosso i suoi genitori e destabilizzato la situazione tra le mura domestiche, ora avvolte da una tristezza che sembra non lasciare via di scampo.
In Sorella di neve il piccolo protagonista incontra un giorno, all'uscita della piscina, la sorridente Hedvig, una coetanea apparentemente felice e spensierata, con la quale stringe istantaneamente un solido legame. La nuova amica vive da sola in una dimora fuori città conosciuta come Villa Vischio, ma sembra nascondere un mistero legato al suo passato. Mentre la vigilia si avvicina sempre di più, Julian scoprirà di più su di lei e al contempo cercherà di affrontare il proprio dolore una volta per tutte.
Sorella di neve: dalla carta allo schermo
Batte bandiera norvegese questa piccola, tenera, produzione pensata sì per il periodo delle feste ma carica di spunti profondi e struggenti, più maturi del previsto e tali da elevarla rispetto alle numerose produzioni a tema recentemente sbarcate in particolar modo sulle piattaforme di streaming. Questa nuova esclusiva del catalogo Netflix è l'adattamento dell'omonimo libro per bambini scritto nel 2018 da Maja Lunde e Lisa Aisato e accompagna gli spettatori di tutte le età in un percorso esistenziale sull'elaborazione del lutto, attraverso lo sguardo del giovanissimo protagonista, di origini miste in una Norvegia innevata e consolidata nell'immaginario classico.
Pur sfruttando alcune soluzioni facili per acquistare il favore del pubblico, Sorella di neve riesce a emozionare nella sua anima commossa e poco importa che il "colpo di scena" relativo alla figura di Hedvig sia facilmente intuibile dallo spettatore smaliziato, giacché il percorso per arrivarvi si rivela coeso e armonioso, con una buona cura per il contesto e per i personaggi secondari che fanno da fondamentale contorno alla vicenda principale.
Diversi generi e grande commozione
Buona parte della narrazione vive sull'eterogenea caratterizzazione de due bambini, idealmente complementari: Julian è sfiduciato dalla vita e da quella tragedia che ha cambiato tutto da un giorno all'altro; Hedvig è invece sempre allegra, ma proprio quella felicità perenne cela qualcosa di impensabile. I due piccoli attori, rispettivamente Mudit Gupta e Celina Meyer Hovland, sono perfettamente centrati per i rispettivi ruoli, garantendo vivacità ed energia al cuore del racconto. Sorella di neve riesce a unire diversi generi e umori in una confezione decorosa e avvolgente, in grado di arrivare a toccare le corde emotive con semplicità e senza far cieco affidamento a una retorica sì presente, ma mai preponderante e adatta per scavare in argomenti complessi, messi in gioco in maniera tutt'altro che superficiale, per spettatori di ogni età.
Le feste si avvicinano
Il Natale è lì in agguato, prossimo ad arrivare ma più carico di dolore da dissipare che di gioia, questa sì tutta da conquistare strada facendo con la personalissima missione di questo bambino, costretto dal destino a crescere più in fretta rispetto agli altri. E al contempo anche occasione di redenzione per un'altra figura chiave, quel corpulento uomo dalla lunga barba - tranquilli, non è chi pensate possa essere da questa rapida descrizione - che si aggira con scopi poco chiari nei pressi di Villa Vischio.
Avevamo già incrociato la regista Cecilie A. Mosli parlando del suo precedente Tre noci per Cenerentola (2021) - apprezzato con riserva su queste stesse pagine - e la ritroviamo in forma migliore con Sorella di neve, capace di dar ritmo e sensibilità a una storia che dietro la sua anima universale si fa specchio di suggestioni e sensazioni, insegnandoci come i ricordi dei momenti felici aiutino a superare anche i periodi più difficili.
Conclusioni
Per il piccolo protagonista di Sorella di neve niente sarà più come prima dopo quella tragedia che ha così drasticamente sconvolto la sua famiglia. L'incontro con una coetanea allegra e luminosa sembra restituirgli felicità, ma un segreto prossimo a svelarsi con l'avvicinarsi del Natale rischia di scombinare nuovamente le carte. Adattamento di un romanzo per bambini, questo piccolo - ma dal cuore grande - film norvegese adopera il fantastico e le imminenti festività per offrire uno struggente sguardo sull'elaborazione del lutto a sguardo di bambino, ma non solo, trovando adeguato responso dai due protagonisti e dal resto del cast e da una regia che riesce a emozionare. Sorella di neve ha il grosso merito di schivare il patetismo e la retorica gratuiti, in favore di una verve genuina e dolce-amara al punto giusto.
Perché ci piace
- I due piccoli protagonisti.
- Una storia semplice ma carica di significati.
- Commuove senza forzature.
Cosa non va
- La preponderante anima drammatica non è ideale per chi cerca una serata all'insegna della leggerezza.