Ingenua e sofisticata al tempo stesso, Sophie Turner non è ancora maggiorenne quando sfila sul red carpet del Festival Internazionale del Film di Roma incantando la platea con il thriller Another me, con Jonathan Rhys Meyers, Claire Forlani e Gregg Sulkin. Il pubblico, però, la chiama sempre e solo Sansa, il nome del personaggio de Il trono di spade che le ha regalato lo status di icona del piccolo schermo e paladina della saga nata dalla penna di George R.R. Martin, Cronache del ghiaccio e del fuoco.
Aprile è il mese del grande ritorno: la quarta stagione debutta negli USA il 6 e arriva in Italia il 18 su Sky Atlantic, mentre dal 9 il pubblico italiano può fare un ripasso degli episodi della terza per rinfrescare la memoria e ingannare l'attesa grazie alle versione DVD e Blu-Ray targate Warner Bros Home Entertainment.
Basta guardare anche solo di sfuggita Sophie Turner per capire come mai HBO l'abbia scelta per incarnare l'eterea e ingenua principessa, come ci è stata presentata all'inizio della serie. In realtà basta una chiacchierata per capire quanto lo show business abbia cancellato la versione adolescente e naive dell'attrice per sostituirla con una ben più smaliziata e adulta, nonostante l'età.
Per il pubblico ormai il tuo nome è Sansa: che effetto fa?
Passo sei mesi l'anno sul set de Il trono di spade e oramai Sansa è davvero il mio alter ego, fa parte di me e sono cresciuta assieme a lei. Con questo non voglio dire che mi piacerebbe prendere le distanze da Sansa, ma di tanto in tanto sarebbe carino se non fossi vista come una ragazzina vulnerabile e ingenua.
Prima di entrare nel mondo dello spettacolo le somigliavi di più?
Assolutamente sì: in un certo senso ero proprio come lei, quando ho messo piede nello show business credevo a qualsiasi cosa mi venisse detto, mentre ora mi considero più disincantata e le nostre personalità sono molto distanti.
Inizialmente pensavano fosse qualcosa di simile agli show della Disney, ma ovviamente non è così. Il trono di spade ha molte scene di sesso, quindi chiedo loro di guardare le puntate in un'altra stanza perché mi imbarazza vederle assieme a loro anche se oramai non mi trattano da diciassettenne.
Hai mai pensato ad un piano B rispetto alla recitazione?
Da un lato non mi piace guardare i lavori in cui recito perché ho un'insicurezza di fondo che mi fa pensare di non essere mai all'altezza e al tempo stesso un'ipercriticità tale da non essere mai soddisfatta del risultata. Se arrivi ad essere soddisfatta di un risultato allora smetti di crescere. Dall'altro lato però ho il terrore poi di non saper fare altro nella vita se non l'attrice.
Non fa parte del mio carattere, mi concentro piuttosto sul presente e su quello che faccio. Se ti lasci distrarre dal resto finisci per lavorare male. Io sono talmente immersa in quello che faccio che una volta mi sono spaccato il labbro sul set de Il trono di spade e non me ne sono manco accorta...
Cosa fai tra una ripresa e l'altra?
Mi diverto a rappare e a incantare i colleghi con la mia voce stupenda (ride). No, scherzo, ma una cosa è vera: la musica mi dà tantissima energia e ogni giorno cambio canzoni, ascoltando di tutto,da Prince ai Kiss.
Cosa non faresti mai in un ruolo?
Due cose: scene di nudo e di droga.
In Another Me di paure ne metti in scena tante. Cosa ti terrorizza?
Odio l'idea di poter cambiare e di perdermi...
Cosa ancora non sa il pubblico di te?
Ci credereste mai che sono superstiziosa?