Gli ultimi anni hanno segnato una vera e propria rinascita per lo slasher, un genere di horror che ha visto il suo periodo d'oro tra gli anni Settanta e gli anni Novanta: dal sequel/reboot Halloween uscito in sala nel 2018 (di cui sta per arrivare al cinema il primo seguito, Halloween Kills) fino alla più recente trilogia di Fear Street distribuita da Netflix e destinata ad un pubblico più giovane. Prime Video sceglie lo stesso target per riportare in scena un vero classico del genere, So cosa hai fatto, uscito nel 1997 e con un cast che vantava nomi come Jennifer Love Hewitt, Freddie Prinze Jr., Sarah Michelle Gellar fresca del successo di Buffy e Ryan Philippe (film a sua volta tratto dal romanzo di successo di Lois Duncan). Come scopriremo in questa recensione di So cosa hai fatto, che basiamo sui primi quattro episodi che abbiamo potuto vedere in anteprima (Prime Video li ha resi disponibili dal 15 ottobre in una prima tranche e poi gli altri quattro arriveranno a cadenza settimanale), solo alcune delle premesse di questa nuova produzione seriale riprendono quelle del film e del romanzo omonimi.
A colpire di più, nel cercare il confronto, il tentativo di dare un'identità più "contemporanea" alla serie, rendendo il gruppo di protagonisti estremamente diversificato al suo interno e dando spazio a tematiche come l'accettazione della propria sessualità e la gestione delle dipendenze e dei disturbi di natura psicologica. Un cambiamento assolutamente sensato, visto che l'audience di oggi non è più quella degli anni Novanta. Si ha però la netta impressione che in certe dinamiche si sia calcata un po' troppo la mano: i teenager di So cosa hai fatto sono tutti problematici e trasgressivi (ci sono i due che vendono droghe, quella con problemi alimentari, quella che soffre da sempre di depressione e quella che sfoga i suoi problemi in una vita sessuale estremamente attiva), alle loro feste si spaccia, si fa sesso e ci si vende online. Questo, unito ad una trama che in certi punti non è particolarmente coerente e ad una serie di situazioni decisamente poco credibili che si susseguono, fa sì che lo spettatore fatichi a sentirsi coinvolto in un contesto non particolarmente realistico. Non che i prodotti di genere slasher facciano del loro punto di forza il realismo, intendiamoci, ma qui oltre ai violenti e sanguinosi omicidi (e nei primi episodi non se ne vedono nemmeno quanti ci si aspetterebbe) abbiamo anche dinamiche da soap che ci fanno pensare ad un Pretty Little Liars con più sangue e trasgressione. Un ensemble che può essere anche divertente, ma che decisamente non è per tutti i palati.
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Lennon torna a casa
Ci troviamo alle Hawaii, sull'isola di Oahu. Fin dai primi minuti dell'episodio d'apertura capiamo quale sarà la struttura della narrazione: presente e passato si intrecciano per spiegarci che cosa è successo ai nostri protagonisti un anno prima dei fatti. Lennon (Madison Iseman) torna a casa dopo il primo anno di università, il suo rapporto con il padre sembra estremamente teso. Entrata in camera sua trova una testa di ariete tagliata nel suo armadio e un messaggio sullo specchio: "so che cosa hai fatto".
All'improvviso veniamo trasportati all'estate precedente, Lennon ed il suo gruppo di amici si sono appena diplomati e si stanno divertendo ad una festa. Insieme alla protagonista conosciamo la sua amica Margot (Brianne Tju), ricca influencer nella cui casa si tiene l'incredibile party, Johnny (Sebastian Amoruso), ragazzo omosessuale che ha scelto di non andare al college ma si vergogna a confessarlo, e Riley (Ashley Moore) e Dylan (Ezekiel Goodman), che spacciano stupefacenti tra i loro coetanei. Incontriamo anche Alison, la gemella di Lennon, timida e più schiva rispetto all'altra. Come presto scopriremo a differenza della sorella ha ancora serie difficoltà a superare il dolore per la perdita della madre e reagisce isolandosi e non impegnandosi negli studi. La sera della festa è decisa però a fare il primo passo con Dylan, di cui è innamorata (ricambiata) da sempre. Peccato però che Lennon, per ripicca, decida di metterle i bastoni tra le ruote.
La serata da quel momento è destinata a concludersi in tragedia: Lennon, tornando a casa con gli amici, investirà per sbaglio Alison che era scappata e camminava da sola, al buio. Il gruppo deciderà, dopo aver stabilito la morte della ragazza e aver deciso di non rovinarsi il futuro andando in prigione, di lasciare il corpo in una grotta sul mare, in modo che la marea lo porti via per sempre. Un anno dopo, però, il passato torna a perseguitarli: tutti loro (ma anche i loro familiari ed amici) sono in pericolo. Qualcuno che conosce il loro oscuro segreto si aggira per la città in cerca di vendetta.
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Le differenze con film e romanzo
Se conoscete il romanzo di Lois Duncan e il film che ne è stato tratto nel 1997, vi renderete conto di come alcune degli elementi più importanti della trama siano stati cambiati in questa nuova serie: nella storia originale ad essere investito dal gruppo di liceali era uno sconosciuto, in questo caso invece la vittima è la gemella della protagonista, cosa che dà il via ad una serie di dinamiche particolarmente complesse (e come vedrete, colpi di scena) tanto tra i colpevoli che con il padre (che Lennon metterà presto al corrente di quanto accaduto). Ci è sembrata una scelta interessante e vincente, anche perché rende più difficile scoprire l'identità del killer: nel romanzo si trattava di un membro della famiglia del ragazzo ucciso che cercava vendetta, nel film le cose si facevano un po' più complicate ma comunque proseguivano più o meno nella medesima direzione. Per questo restiamo molto curiosi di scoprire quali saranno le prossime svolte della trama, che si allontana sempre più dalla storia a cui è ispirata. Più la narrazione prosegue, più ci rendiamo conto che dietro a quanto sta accadendo ai personaggi potrebbero nascondersi misteri ben più intricati (addirittura si fa accenno ad una cospirazione) di quel che ci immaginavamo. La nostra curiosità si è decisamente accesa, speriamo solo però la trama non prenda direzioni fin troppo inverosimili e assurde (come spesso accade in prodotti di questo tipo).
Distribuzione seriale o binge watching?
Al netto dei difetti che vi abbiamo esposto - dalla mancanza di realismo, alla rappresentazione esageratamente trasgressiva dei teenager protagonisti, fino alla trama che in certi punti pecca di incoerenza - So cosa hai fatto è comunque una serie piuttosto divertente ed intrigante (anche se, come dicevamo, forse non adatta a tutti i palati) e i primi quattro episodi sono riusciti ad instillarci la voglia di proseguire, curiosi di scoprire chi si nasconde dietro alle sanguinose morti a cui abbiamo assistito. Ci chiediamo, però, se per una serie come questa sia una scelta sensata quella di distribuire parte dei suoi episodi separatamente: il coinvolgimento degli spettatori sarà sufficiente per farli tornare su Prime Video a terminarla? Noi siamo convinti che per una serie come questa avrebbe funzionato molto meglio la visione in una lunga sessione di binge watching.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di So cosa hai fatto sottolineando come questo remake seriale del film degli anni Novanta, di cui abbiamo visto solo i primi quattro episodi, sia piuttosto intrigante anche se la trama a tratti è un po’ incoerente e si calca un po’ troppo la mano sulla caratterizzazione dei personaggi, che risultano fin troppo trasgressivi e problematici.
Perché ci piace
- La storia è interessante e cattura.
- Buona la scelta di cambiare alcuni elementi della trama originale…
Cosa non va
- …anche se forse in certi casi si calca un po’ troppo la mano nel rendere trasgressivi e problematici i protagonisti.
- A volte la narrazione risulta un po’ incoerente.
- Non adatta a chi preferisce prodotti più realistici.