Con la recensione di Snowpiercer 2x01 si torna sul treno che già aveva incantato i lettori dei fumetti francesi e gli spettatori cinematografici, e che dall'anno scorso fa parte del palinsesto televisivo del canale TNT (fuori dagli Stati Uniti, il giorno dopo la messa in onda in patria, ci pensa Netflix). La serie è arrivata sugli schermi lo scorso maggio, in un momento a suo modo calzante, dato che parte della premessa ruota attorno alla permanenza in un luogo chiuso dal quale è sconsigliato di uscire se si vuole sopravvivere. E proprio la seconda stagione è stata vittima dell'emergenza sanitaria, con la lavorazione in standby quando mancavano da girare solo gli ultimi due dei dieci episodi previsti, poi completati quasi due mesi dopo l'esordio del primo ciclo. Primo ciclo che era partito un po' in sordina, optando per una trama gialla nella prima metà per poi passare alla storyline della rivoluzione. E poi ha chiuso con un colpo di scena, con l'ingresso di un secondo treno e la promessa di un nuovo, temibile antagonista: Mr. Wilford, il creatore dello Snowpiercer.
A volte ritornano
Nel corso della prima stagione di Snowpiercer abbiamo appreso che Wilford era presunto morto, e che Melanie Cavill (Jennifer Connelly) lo aveva impersonato per anni per mantenere sotto controllo i passeggeri del treno. In realtà era ancora vivo, a bordo di Big Alice, il veicolo che si occupa delle provviste, e con esso ha ora preso in ostaggio lo Snowpiercer, usando come portavoce un'altra persona ufficialmente defunta: Alexandra, la figlia di Melanie. Inizia così una tesa discussione tra il creatore del treno (Sean Bean) e la sua ex-pupilla, con ulteriori complicazioni per Layton (Daveed Diggs) e gli altri membri delle cosiddette classi inferiori, ai quali Melanie aveva ceduto il controllo del veicolo per fermare la rivoluzione e instaurare un tentativo di democrazia. Tentativo che ora rischia di andare a rotoli perché Wilford, per ovvi motivi, non è particolarmente felice della situazione. E poi c'è il misterioso fattore esterno su cui Melanie vuole indagare: fuori stava nevicando, cosa teoricamente impossibile a causa delle temperature troppo rigide. E se l'era glaciale che ha spinto l'umanità a bordo di quel binario infinito non fosse il pericolo che tutti temono?
Snowpiercer, la recensione: un mistero ad alta velocità su Netflix
One does not simply...
Il grande evento, dopo un breve cameo vocale non accreditato nella prima stagione, è l'esordio di Sean Bean nel cast fisso, un dettaglio che avevamo taciuto otto mesi fa nella nostra intervista allo showrunner (dato che all'epoca, con lo show appena iniziato, parlare del ruolo assegnato all'attore sarebbe stato uno spoiler). Eccolo, finalmente, con tutta la sua aura carismatica e minacciosa, da apprezzare in lingua originale (Bean, originario di Sheffield, ha un accento dello Yorkshire che dà ad ogni frase un sapore sincero, doloroso e letale). L'uomo che ha generato un'infinità di meme e hashtag, al servizio di un programma dove la sua presenza è un elemento prezioso per ravvivare il tutto. Ed è affettivamente così in questa prima ora della seconda stagione, dove il rancore e la sete di vendetta si celano dietro la fredda eleganza di Wilford. Sarà inoltre interessante vedere se il ruolo di Bean continuerà nella già annunciata terza stagione, dato che nel 2019 l'attore ha annunciato di non voler più partecipare a progetti dove il suo personaggio muore, dopo ben 23 titoli, tra film e serie, che gli sono valsi appellativi come "lo spoiler ambulante" e un meme dove l'acronimo YOLO (You Only Live Once, si vive una volta sola) è diventato YOLOS (You Only Live One Season, si vive solo per una stagione, riferimento a Il trono di spade).
Snowpiercer, intervista a Graeme Manson: "Lo streaming è come il treno"
Nell'attesa di sapere cosa accadrà con il suo personaggio rimane però la sensazione generale di un prodotto ben confezionato ma superficiale, che pur avendo più spazio e tempo a disposizione non scava mai veramente nel profondo, limitandosi all'archetipo e allo stretto indispensabile. Un approccio che può funzionare nelle circostanze giuste, e la presenza di Bean ne è un esempio lampante, ma nel complesso la patina elegante e al contempo anonima che caratterizzava la prima stagione è rimasta intatta, e per certi versi si preannuncia ancora più problematica a questo giro. Come suggerito al termine della prima annata e nei trailer di quella in corso, il mondo esterno dovrebbe avere un ruolo più importante in questi nuovi episodi, un potenziale problema di non poco conto data la qualità non entusiasmante della CGI usata finora per rappresentare il mondo innevato. E così, dopo l'arresto provvisorio che segna la fusione dei due treni e il passaggio dal primo al secondo anno, il viaggio può ricominciare, anche se questo moto perpetuo deve ancora farne di strada prima di essere davvero inarrestabile a livello di appeal spettatoriale.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di Snowpiercer 2x01, una premiere di stagione che contiene promesse interessanti ma non riesce a discostarsi dalla patina generale di convenzionalità che ha accompagnato la serie finora.
Perché ci piace
- Sean Bean è un ottimo villain.
- Il cambio di rotta a livello di trama contiene spunti intriganti per il resto della stagione.
Cosa non va
- L'atmosfera generale, la scrittura e l'estetica rimangono molto elementari.