Dopo due film dedicati all'intera squadra, il franchise di G.I. Joe torna nelle sale con Snake Eyes, un reboot interamente incentrato sull'omonimo personaggio, un ninja che ha perso la capacità di parlare (il nuovo film ne svelerà il motivo). Una scelta che Larry Hama, veterano dell'universo di G.I. Joe, considera del tutto logica sul piano commerciale: "È di gran lunga il personaggio più popolare, dai tempi della prima linea di giocattoli", ci racconta via Zoom il noto fumettista che dal 1982 racconta in forma cartacea le avventure dei Joe e ha avuto modo di visitare il set del nuovo lungometraggio. "Mi è piaciuto molto il mondo che hanno creato, sia sul set in Giappone che nei teatri di posa a Vancouver", dice Hama. "È un film molto incentrato sulle arti marziali, e quindi quasi tutto quello che si vede sullo schermo è vero, senza un uso eccessivo di CGI."
Quattro decenni di avventure
Larry Hama ha iniziato a scrivere le storie a fumetti dei G.I. Joe nel 1982, su commissione della Marvel che all'epoca deteneva la licenza dei prodotti Hasbro. Un'avventura durata 155 numeri, fino al 1994, e poi riesumata, con la stessa continuity, dalla IDW Publishing nel 2010, sempre con Hama al timone. Cosa fa sì che il franchise rimanga stimolante dopo tutti questi anni? "I personaggi vanno incontro a un'evoluzione", risponde il fumettista. "Il mio approccio è sempre stato legato ai loro archi personali. Tra quelli che mi piacciono di più ci sono Snake Eyes, Storm Shadow e la Baronessa, perché riesco a identificarmi con loro in base alle mie esperienze militari. Credo anche che la Baronessa sarebbe una buona scelta per un altro film individuale, anche ragionando in ottica di diversificazione del pubblico, perché lei è molto popolare presso il fandom femminile e la più gettonata per i cosplay." Ha un ricordo preferito di quando lavorava alla prima serie? "Ti dirò, il ricordo più bello è quando ogni mese venivo a sapere che non avrebbero cancellato la testata. Devi capire, all'epoca un fumetto basato su una licenza simile solitamente non durava più di un anno e mezzo, in parte perché le linee di giocattoli tendenzialmente non avevano una longevità come quella di G.I. Joe, il più delle volte la popolarità iniziale sbiadiva dopo tre anni."
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Potenziali crossover
In casa Marvel l'autore ha lavorato alle avventure di diversi eroi, tra cui Nick Fury e soprattutto Wolverine, di cui ha scritto il mensile regolare quasi ininterrottamente dal numero 31 fino al 118, approfondendo soprattutto il rapporto del mutante canadese con il Giappone (a Hama dobbiamo l'indimenticabile storia in cui Mariko, storica fidanzata di Logan, viene avvelenata e chiede all'amato di trafiggerla con gli artigli per risparmiarle una lunga agonia). C'è un che di Snake Eyes nella personalità di Wolverine, cosa che lo stesso Hama riconosce: "Sarebbe un ottimo membro dei G.I. Joe, come diversi altri personaggi Marvel che hanno un passato militare o paramilitare, ma lui in particolare sarebbe perfetto." Leggermente diverso il discorso per il cast di M.A.S.H., serie in cui Hama ha recitato per un episodio quando aveva deciso di darsi alla recitazione: "Beh, Hawkeye se la caverebbe in quanto medico, ma per gli altri non saprei", dice con un sorriso. "Quel set fu un'esperienza memorabile, perché tutti andavano in giro vestiti come il personale ospedaliero, anche la troupe, e per nascondere l'attrezzatura dovevano trovare delle soluzioni creative. E gli attori erano molto generosi, di quelli che permettono agli altri di brillare." Se avesse continuato a fare l'attore, c'è un personaggio del franchise che gli sarebbe piaciuto interpretare? "Ormai sono troppo vecchio a prescindere, ma ai tempi non mi sarebbe dispiaciuto essere uno dei leader più anziani."
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Un film spettacolare
Tornando al film Snake Eyes: G.I. Joe Le Origini, gli chiediamo, senza spoiler, quale sia la sua sequenza preferita. Ce ne sono due: "L'inseguimento nel tunnel è eccezionale, e c'è uno scontro fra ninja che mi piace molto, ero presente quando l'hanno girato. Per quella scena hanno ricostruito un intero quartiere giapponese nel teatro di posa in Canada, simulando la pioggia e facendosi anche recapitare dei veri condizionatori dal Giappone per aumentare la verosimiglianza. E per la coreografia hanno reclutato un autentico esperto in materia, il migliore di tutto il cinema giapponese." C'è un celebre numero del fumetto, incentrato su Snake Eyes e interamente privo di dialoghi. Potrebbe servire come modello per un eventuale sequel? "In parte l'hanno adattato nel 2013, ma in ogni caso non potrebbe funzionare per un film intero. È anche il motivo per cui hanno scelto di raccontare l'origine di Snake Eyes in questa sede: è difficile attirare attori di un certo calibro, ed è una sfida anche a livello di marketing, se il protagonista ha il volto coperto in continuazione e non apre mai bocca per tutto il film."