SKAM 5, Centorame: "abbiamo bisogno di capire che non dobbiamo per forza essere super"

La nostra intervista video a Francesco Centorame, protagonista di Skam Italia 5, e a Lea Gavino, new entry nella serie di Ludovico Bessegato.

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SKAM 5: un'immagine della serie

A differenza di altri paesi europei, che si sono fermati, rispettando il format di base ideato dalla norvegese Julie Andem, alla quarta stagione, Skam Italia, adattata e scritta per il nostro paese da Ludovico Bessegato per Cross Productions, dal 1 settembre si lancia nell'avventura di una stagione originale, la quinta. Come ogni stagione di Skam che si rispetti, anche per questi 10 nuovi episodi c'è un protagonista tutto da approfondire, Elia, interpretato da Francesco Centorame.

Ludovico Bessegato insieme ad Alice Urcioli ha deciso di dare voce alla complessità della maschera di questo personaggio, superficiale e in disparte per quattro stagioni, e svelare un segreto che lo riguarda, un problema di dimensioni che lo ha portato a evitare le relazioni sentimentali, a nascondersi dagli amici ed a portare, ingiustamente, uno stigma sulle spalle.

Attraverso Elia e come da tradizione per Skam, affrontiamo un percorso di definizione e accettazione di sé e ci buttiamo alle spalle stereotipi e condizionamenti. Dal body shaming visto, insolitamente dal punto di vista di un corpo maschile, passando per il bullismo fino al giudizio impietoso degli altri, Skam parte da un solo protagonista e da un solo problema per poi affrontarne tanti, impellenti e urgenti. Incontriamo Francesco Centorame in compagnia della sua co-protagonista di stagione, Lea Gavino, che interpreta Viola, colei che, amando, accompagnerà Elia nel suo cammino verso un se stesso più vero, alla luce del sole. Ecco cosa ci hanno detto i due attori.

La video intervista a Francesco Centorame e Lea Gavino

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Le emozioni di Skam 5

Francesco, ci accompagni lungo gli stati d'animo che hai vissuto nel sapere che non solo avresti ripreso Elia, ma che su di te si basava la responsabilità di una stagione intera, per di più originale?

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SKAM 5: un momento della serie

Beh, in realtà l'allegria, la felicità di avere questa responsabilità, il saper guardare alle cose positive. Sono stato accompagnato benissimo da tutti, da Tiziano Russo il regista, da Lea. Mi hanno messo tutti nella miglior condizione possibile per raccontare questa storia. Tra le emozioni c'è stata tantissima curiosità. Il sapere di non sapere e quindi approfondire. È stata una bella cosa.

Lea, che effetto ha fatto e che responsabilità è stata per te essere la leading lady di questa stagione, colei che è capace di guadagnarsi la fiducia di Elia nel comunicare il suo problema e personaggio femminile positivo?

È stato sicuramente un onore partecipare a questa serie, in generale, perché la trovo meravigliosa e poi interpretare un personaggio così: Viola è una piccola guerriera, è sempre lì pronta a combattere per avere una luce positiva su tutto. A volte questo le va un po' contro perché vede tutto in buona fede e non sempre si rende conto di quello che le accade come se fosse un'eterna spensierata, un'eterna inconsapevole. Però è stato un onore stare anche in un gruppo di tre ragazze così entusiaste, di far parte di questo set con grande professionalità, interfacciarmi con un personaggio come quello di Elia così particolare che insieme al mio, così fragile trova la forza in un mondo che è molto meglio di quello che pensavano, se lo affrontano in due, per mano. È stato meraviglioso!.

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Lo spazio emotivo

In conferenza si è parlato di spazio emotivo, quello che gli amici di Elia gli creano intorno e che lui permette loro di creare. Quanto è importante una serie come Skam per favorire l'apertura di questo spazio anche in chi guarda e guarderà?

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SKAM 5: una scena della serie

Francesco Centorame: Beh, lo dico spesso, credo sia necessario, importantissimo perché noi poi empatizziamo con le cose che vediamo, quando ci riconosciamo. Skam non fa nulla di incredibile, racconta la verità dei fatti. Però, abbiamo tanto bisogno di sentirci compresi, di capire che non dobbiamo per forza essere super per essere raccontati, basta essere semplici, veri e autentici. Skam fa questo.

Lea Gavino: si sono d'accordo, è una serie che ti fa da specchio ed amico perché ti fa compagnia, non ti lascia solo e ti dà la possibilità anche di guardarti da fuori perché c'è sempre qualcosa che ti riguarda nelle parole dei personaggi.

Skam: Vergogna

Skam in norvegese vuol dire vergogna. Dopo il percorso con la serie, come definireste la vergogna, che accezione ha acquisito per voi?

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SKAM Italia: poster della stagione 5

Francesco Centorame: Per me è più grande nel senso di più importante. Cerco di ascoltarla molto di più, cerco di capire quando e quanta ne provo per trasformarlo anche in un punto di forza, per capire. È un'opportunità che mi dà questo sentimento per capire cosa mi mette in soggezione ed Elia è stato un grande esempio di questo.

Lea Gavino: A me sicuramente ha dato l'opportunità di volerla affrontare. Io sono una persona timida per alcuni versi però la timidezza non ti fa soffrire, è una parte di te che ti porti dietro ed è una cosa anche buffa. La vergogna invece è un sentimento negativo proprio perché crea quel magone lì. E allora ti dà la forza di accettarlo come se fosse l'inizio di un percorso che poi ha una conclusione positiva. Ti insegna a guardare questi momenti che sembrano buchi neri totalmente negativi e ad avere la forza di correre fortissimo finché non ne esci fuori con l'aiuto degli altri.

Francesco Centorame: anche perché la vergogna la proviamo quando abbiamo un confronto. Io da solo se mi guardo non provo vergogna. Se io vedo un'altra persona, più bella di me, che ha qualcosa di diverso da me, magari un po' di vergogna la provo. Anche lì Skam Alice insegna l'educazione al rispetto, a cercare sempre di essere gentili, a cercare di comprendere una sensibilità altra.