Quando nuove realtà produttive fanno il loro ingresso nella scena cinematografica italiana non può che farci piacere e scriviamo la recensione di Shortcut felici di questo biglietto da visita con cui Mad Rocket Entertainment si presenta al pubblico italiano. Lo fa nel mondo dell'On Demand, disponibile su The Film Club, la piattaforma di Minerva Pictures e sulle principali piattaforme VOD, e in anteprima a #GIFFONI50 dove sarà presentato alla giuria delle sezioni Generator +16 e +18, perfette per accogliere l'avventura dei giovani protagonisti della storia.
Quell'autobus nel bosco
Shortcut, una produzione Play Entertainment di Simona Ferri, racconta, infatti, la storia di Nolan, Bess, Reggie, Queenie e Karl, un gruppo di amici di ritorno da scuola a bordo di un autobus rosso e dal sapore vintage guidato da Jo. Sulla via del ritorno e mentre attraversano una zona isolata, si imbattono in un ostacolo che costringe l'anziano autista a una deviazione per prendere la scorciatoia del titolo, che li porta faccia a faccia con il pericolo, rappresentato in prima istanza da Pedro Minghella, un pazzo evaso di prigione che cerca di far perdere le proprie tracce, e con un essere misterioso di cui nessuno conosce l'esistenza, che li costringe i cinque ragazzi a unire le loro forze per superare indenni la notte.
Da In the Trap a Shortcut, l'ambizione di Mad Rocket Entertainment
Dritto alla meta
Se lo spunto è intrigante, lo sviluppo dello script di Daniele Cosci è efficace e va dritto alla meta senza perdere tempo in situazioni accessorie e senza diluire la tensione più del dovuto. Una scelta apprezzabile che rende Shortcut una macchina di tensione perfetta e decisamente più performante dell'autobus retrò su cui si muovono i suoi protagonisti, ma è ugualmente vero che ci sarebbe stato spazio per aggiungere qualche dettaglio in più per far conoscere meglio i cinque ragazzi protagonisti al pubblico, sfruttando ulteriormente l'espediente dei flashback presente nella storia.
La crescita, tra amicizia e coraggio
Un peccato veniale, perché i giovani interpreti di Shortcut riescono a tratteggiare i rispettivi personaggi con adeguata forza e simpatia, dando la sensazione di un gruppo di amici rodato e dalle dinamiche consolidate. Merito dei cinque ragazzi, ma anche dello script che rende naturali e credibili i dialoghi e le relazioni interpersonali, costruendo una base solida per raccontare il (breve e forzato) processo di crescita che sono costretti ad affrontare nel corso della notte che fa da sfondo al film, con una importante enfasi sui concetti di amicizia e coraggio.
Un'avventura dal sapore fantasy che il regista Alessio Liguori mette in scena con sicurezza, sia nel sostenere la fluidità del racconto, sia nella costruzione visiva, con un'attenzione alla profondità di campo e l'impatto della messa in scena. In questo ultimo aspetto è ben coadiuvato dal direttore della fotografia Luca Santagostino, dal lavoro accorto sulle scenografie e sugli effetti curati da Makinarium.
Conclusioni
Chiudiamo la recensione di Shortcut piacevolmente colpiti dal lavoro di Alessio Liguori, sia in termini di fluidità e immediatezza del racconto, sia soprattutto dal punto di vista della cura ed efficacia dell’impianto visivo. Una storia di amicizia e coraggio che si propone come piacevole intrattenimento per le serate casalinghe di questa anomala estate.
Perché ci piace
- L’impianto visivo del film, tra scelte di messa in scena di Alessio Liguori e la fotografia efficace di Luca Santagostino.
- Il cast di ragazzi, affiatato e brillante.
- Una storia diretta e senza fronzoli...
Cosa non va
- … che si sarebbe potuta espandere dando un po’ di spazio in più al background dei cinque ragazzi.