Da Re del narcotraffico a diplomatico delle Nazioni Unite: un cambiamento radicale che Wagner Moura affronta con facilità e naturalezza, dando prova, nel ruolo di Sergio Vieira de Mello, di essere un attore estremamente versatile e poliedrico. Il biopic diretto da Greg Barker, conosciuto anche per il documentario dedicato alla vita di De Mello sempre distribuito da Netflix, sceglie di dare un focus completamente nuovo alla storia che racconta, soffermandosi sulla relazione tra il diplomatico e la bellissima Carolina Larriera, qui interpretata da Ana de Armas. Come scoprirete in questa recensione di Sergio, la scelta di Barker di concentrarsi più sulla storia d'amore tra i due personaggi che sulle trame politiche che hanno guidato l'operato di De Mello prima a Timor Est poi a Baghdad, ha sia dei lati positivi che negativi. Da una parte l'ottima alchimia tra i due protagonisti riesce a catturare lo spettatore e a trascinarlo nella vicenda, dall'altra il film fatica a trovare il giusto ritmo, passando da momenti estremamente intensi ad altri decisamente più fiacchi.
Una narrazione che a tratti emoziona, a tratti confonde
La storia di Sergio è incentrata sugli ultimi tre anni di vita del diplomatico, e ci porta prima a Timor Est ed in Indonesia poi a Bagdhad, dove De Mello sarà vittima di un attentato in cui perderanno la vita anche molti suoi colleghi.
Il film si apre proprio con l'attentato e ci mostra attraverso i ricordi di Sergio, rimasto sepolto sotto le macerie della sede dell'ONU dove lavorava, momenti importanti della sua vita, tra cui soprattutto l'incontro e l'amore con Carolina (che ritroviamo al di fuori dell'edificio, illesa, che lo cerca disperatamente).
La struttura di Sergio non è quindi lineare, ma ci guida alla scoperta del passato del carismatico personaggio attraverso eventi di cui è stato protagonista nel suo breve periodo a Baghdad ma soprattutto durante la missione a Timor.
Questo, come vi anticipavamo, crea non pochi problemi al ritmo alla narrazione, che riesce sì, in alcuni momenti, ad essere emotivamente coinvolgente, ma spesso diventa fiacca e confusa. La tensione che in certe parti del film viene costruita così bene, in altre si perde. La nostra impressione è che non si sia riusciti a scegliere bene cosa raccontare, quali elementi mettere maggiormente in luce.
Personaggi che catturano, altri che avrebbero meritato più spazio
Questo diviene particolarmente evidente se si pensa al ruolo svolto da L. Paul Bremer III, rappresentante in Iraq del Presidente George W. Bush, interpretato da un sempre strepitoso Bradley Whitford. Per quanto Whitford riesca a catalizzare l'attenzione dello spettatore tutte le (poche) volte che entra in scena, i suoi incontri/scontri con De Mello avrebbero meritato molto più spazio, molta più attenzione da parte della sceneggiatura. Approfondire Il rapporto tra i due personaggi, che rappresentano chi vuole vuole utilizzare la diplomazia senza ricorrere alla violenza e chi, al contrario, è disposto a servirsi di mezzi molto più brutali per ottenere risultati, avrebbe dato uno slancio in più al film, rendendolo sicuramente più avvincente ed intrigante. In questo senso diciamo che non si è riusciti a capire bene che cosa valesse la pena raccontare, perché a volte, durante Sergio, il focus della narrazione si sposta da quello su cui sarebbe stato interessante soffermarsi.
Detto questo l'ottima interpretazione dei protagonisti e la palpabile alchimia che li lega è comunque capace di rendere coinvolgente il racconto/resoconto del loro amore. Moura, sopratutto, riesce a infondere nel suo personaggio fascino e carisma, dando prova, come dicevamo, delle sue grandi capacità di attore.
Un biopic che ci spinge a volerne sapere di più
Seppur la rappresentazione che viene data di Sergio De Mello paia a tratti un po' troppo idealizzata - cosa che dipende, ancora una volta, dalla scelta di lasciare sullo sfondo le grandi realtà politiche che muovevano le fila degli importanti avvenimenti di quegli anni, raccontandoci solo una parte dei fatti - il film riesce a darci un ritratto intimo, acuto e profondo del personaggio, spingendoci a volerne sapere di più su di lui e sulla sua vita (e magari dare un'occhiata al documentario che lo stesso regista gli ha dedicato).
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di Sergio, biopic dedicato alla vita del diplomatico ONU Sergio De Mello, sottolineando ancora una volta come questo film ottenga il risultato di farci interessare alla figura del suo protagonista, spingendoci a volerne sapere di più. Peccato che la struttura non lineare, e la forse troppa attenzione data alla storia d’amore tra Sergio e Carolina Larriera, renda la narrazione a tratti fiacca e confusa. Le ottime interpretazioni di Wagner Moura e Ana De Armas, e l’ottima alchimia che li lega, riescono però a catturare lo spettatore, coinvolgendolo nella vicenda.
Perché ci piace
- L’interpretazione di Wagner Moura, che riesce a portare sullo schermo un Sergio De Mello carismatico e affascinante.
- La bellissima e talentuosissima Ana De Armas.
- I molti momenti estremamente emozionanti e coinvolgenti…
Cosa non va
- …ma i tanti altri dal ritmo sbagliato, spesso troppo fiacco.
- Certi personaggi, in particolare L. Paul Bremer III interpretato da Bradley Whitford, avrebbero meritato molto più spazio.