Il creatore di Peaky Blinders e Taboo, come spieghiamo nella nostra recensione di See, intreccia tematiche contemporanee come i cambiamenti climatici e le contraddizioni dei movimenti religiosi per proporre una serie tv AppleTV+ distopica piena d'azione e metafore che, nonostante le tante stranezze e il fatto che spesso sia sopra le righe, dopo tre episodi si rivela a tratti sorprendente e meritevole di una visione.
Il protagonista di questo racconto post-apocalittico è l'imponente Jason Momoa, la cui fisicità e il carisma si rivelano essenziali per sostenere il bizzarro mix di elementi che compongono lo show prodotto per Apple TV+, di cui sono stati distribuiti online i primi tre episodi che introducono il racconto e i personaggi principali. In questi primi episodi però non viene realmente rivelata la direzione su cui si muoverà la storia che, fin da subito, deve compiere numerosi salti temporali per gettare le basi degli eventi al centro della trama.
Due gemelli con un dono unico
In un futuro piuttosto distante, la razza umana ha perso il dono della vista ed è stata costretta a trovare nuovi modi per interagire, cacciare, sopravvivere e formare una possibile società. Il guerriero Baba Voss (Jason Momoa) è il capo della tribù Alkenny e ha accolto a braccia aperte la sensibile Maghra (Hera Hilmar), una donna arrivata nel suo villaggio già incinta, decidendo di sposarla e accoglierne i figli come propri. La giovane è però inseguita da alcuni cacciatori di streghe che vogliono ucciderla, ritenendola una minaccia a causa del legame con Jerlamarel (Joshua Henry), un eretico che sostiene di poter ancora vedere.
Paris (Alfre Woodard), la guida spirituale di Alkenny, si occupa della nascita dei due gemelli di Maghra e rivela di essere entrata in contatto con il loro padre biologico che ha lasciato delle istruzioni precise per il loro futuro. La regina Kane (Sylvia Hoeks), mantiene il controllo sul suo regno in modo mortalmente spietato, è inoltre determinata a rintracciare a tutti i costi Jerlamarel.
I gemelli Kofun (Archie Madekwe) e Haniwa (Nesta Cooper) crescono nascondendo per tutta l'infanzia la loro capacità di vedere e Paris, seguendo le istruzioni ricevute, consegna loro il dono di Jerlamarel che permette di acquisire conoscenze e nozioni che gli altri esseri umani non possono apprendere.
Un progetto sostenuto da Jason Momoa
La regia di Francis Lawrence, già dietro la macchina da presa della saga di Hunger Games, permette ai primi episodi di See di creare un mondo spettacolare e suggestivo, grazie a elaborate sequenze d'azione che sfruttano il fisico di Jason Momoa dalla battaglia contro il gruppo di cacciatori di streghe a uno scontro con un gruppo di trafficanti di schiavi abilmente coreografato e ad alto tasso di violenza. L'attore sostiene infatti con la propria presenza scenica le prime tre puntate di See, rendendo la figura di Baba (di cui si scoprono nuovi dettagli relativi al passato) un interessante mix tra guerriero e leader saggio. I salti temporali che portano i gemelli in soli tre episodi a diventare dei teenager appaiono forse troppo affrettati, tuttavia sono giustificati dalla necessità di introdurre subito il contesto in cui si svolgono le azioni e passare rapidamente agli elementi più promettenti del racconto, ovvero il modo in cui il dono della vista verrà gestito da chi lo possiede e le reazioni degli altri personaggi in un mondo così brutale. In questo avvio di stagione resta comunque difficile capire se i due giovani interpreti riusciranno a sostenere i dubbi e le emozioni contrastanti che dovranno affrontare nel proprio percorso.
La sceneggiatura di Steven Knight e del suo team di autori, almeno in questo prologo, non riesce tuttavia a rendere del tutto comprensibili le motivazioni della sovrana interpretata dall'affascinante Sylvia Hoeks, che fonde la sessualità a una dimensione mistica, oltre ad apparire brutale e spietata senza però spiegarne le ragioni o rivelare il modo in cui ha assunto e mantiene il potere. Il regno di Kane non viene inoltre approfondito in nessun modo, lasciando in sospeso l'importanza dei villain della storia, elemento purtroppo essenziale per la buona riuscita del progetto.
Un mondo visivamente efficace
A livello visivo See appare comunque affascinante, con le sue location post-apocalittiche e una natura selvaggia che domina l'umanità, messa in ginocchio dai propri limiti fisici, pur avendo sviluppato in modo più attento gli altri sensi come l'olfatto e l'udito. I costumi, le location scelte e gli oggetti di scena sono particolarmente curati e dimostrano la grande attenzione investita nella creazione della serie, pur causando molte perplessità per quanto riguarda il modo con cui i sopravvissuti gestiscono la propria quotidianità.
L'atmosfera, sicuramente suggestiva, avrebbe comunque bisogno di una sceneggiatura meno retorica e sopra le righe per creare realmente la suggestione necessaria a immergersi senza pregiudizi e perplessità in questo futuro distopico. Il cast, con l'esclusione di Momoa e Hoeks, non regala delle performance particolarmente convincenti e questo contribuisce a far scivolare le prime tre puntate verso il pericoloso confine con il ridicolo in più scene.
Un debutto non del tutto solido
See possiede alle proprie basi un concetto davvero promettente e originale, ma le prime tre puntate obbligano a lasciare in sospeso il giudizio nell'attesa di scoprire come si evolverà il racconto, fino a questo punto delineato in modo troppo discontinuo per capire se questa visione del futuro firmata da Steven Knight riuscirà a non trasformarsi in un'occasione sprecata. Senza alcun dubbio, invece, Jason Momoa ha trovato un universo in cui riesce a muoversi con naturalezza e sicurezza e i fan dell'attore apprezzeranno sicuramente i momenti in cui Baba entra letalmente in azione usando armi rudimentali, strategie di guerra e il proprio fisico per sconfiggere i propri nemici.
La serie dovrà provare a trovare un equilibrio meno precario se vuole mantenere alta l'attenzione degli spettatori per un'intera stagione, senza confonderli troppo o allontanarli dalla visione.
Conclusioni
Come abbiamo provato a spiegare nella recensione di See, questa serie AppleTV+ a giudicare dai primi tre episodi, possiede il potenziale necessario a proporre ai propri spettatori una storia originale e visivamente affascinante, con un buon insieme di azione e riflessioni sulla società contemporanea, tuttavia il risultato appare piuttosto confuso e sopra le righe. La presenza scenica di Jason Momoa permette di portare in vita un leader carismatico e in grado di passare dagli scontri estremamente violenti a momenti maggiormente all'insegna dell'introspezione. Peccato però che la sceneggiatura fatichi a creare un mondo distopico credibile e dei personaggi per cui provare interesse ed empatia.
Bisognerà attendere per capire se lo show di Apple TV+ saprà conquistare, e mantenere, l'attenzione degli spettatori.
Perché ci piace
- Jason Momoa è l'interprete perfetto per un ruolo da leader e guerriero.
- L'ambientazione è affascinante e propone degli elementi piuttosto originali.
- Le sequenze d'azione sono coreografate con attenzione e molto spettacolari.
- Il racconto possiede un ottimo potenziale.
Cosa non va
- Le interpretazioni del cast non sono tutte all'altezza della situazione.
- I personaggi secondari non sono delineati con la dovuta attenzione.
- Le motivazioni dei personaggi e le basi del racconto sono ancora piuttosto confuse.