Due personaggi agli antipodi, il misterioso e distaccato X di Tutti i rumori del mare di Federico Brugia - a breve nelle sale - e il selvaggio Luca di Oltre il fiume, pellicola le cui riprese partiranno l'anno prossimo, dopo una presentazione a Venezia 2012. L'elemento dell'acqua, che è una costante sia nei titoli degli ultimi progetti, sia nella sua vita personale e artistica, e per contrasto il fuoco della passionalità siciliana che gli scorre nelle vene.
Abbiamo fatto una lunga e interessante chiacchierata con Sebastiano Filocamo per parlare con lui di come ha sviluppato il personaggio protagonista del film di Brugia, sia lavorando sul fisico che sulla personalità, ma anche della lavorazione del film, e della collaborazione con gli altri interpreti e con il regista. Mentre Tutti i rumori del mare si prepara a fare il suo esordio nelle sale (a fine agosto) e proprio oggi è in cartellone al LauraFilmFestival di Levanto - la kermesse voluta da Morando Morandini e dedicata a sua moglie Laura, scomparsa nel 2003 - Sebastiano ci ha svelato i suoi retroscena, ma ci ha parlato anche del suo lavoro in generale e degli autori con i quali si è confrontato nell'arco del suo lungo percorso artistico.
Nel film interpreti un ruolo complesso, quello di un uomo che lavora per un'organizzazione criminale e che durante un incarico si trova a fare una scelta difficile. Come hai costruito il personaggio di X? Da quali elementi sei partito per sviluppare la sua personalità?
Sono partito dal disagio che questo personaggio si porta dietro per quasi tutto il film e che non vuole lasciare trasparire. Poi ho colto una frase di Federico durante una sessione di prove e così ho cominciato a farmi crescere la pancia. Ho mangiato carboidrati a manetta e fisicamente mi sono portato dietro qualcosa che non volevo, qualcosa che era un peso fisico e psicologico. In una scena tutto questo è evidente e guardandola, io Sebastiano non mi sono piaciuto ma ho capito che X era giusto. Il mio disagio fisico è diventato la chiave per costruire il personaggio. Ora la tragedia è che faccio una fatica disumana a buttare giù i chili perché sono pigro. Necessito un personaggio anoressico (sorride)
Ho cercato poi di scavare dentro le difficoltà psicologiche che esistono in ognuno di noi, i traumi che non si sanno gestire perché manchiamo a volte di strumenti e che prendono forme diverse tipo l'ossessione del pulito, usare sempre la stessa camicia, esercitare sempre l'autocontrollo e così via... Manie. Ho così costruito un passato segreto di X e parallelo alla storia del film. Il film ci mostra il disagio dell'essere umano prendendo le mosse da una storia piccola e intima in cui lo spettatore può scorgere il proprio mondo. I cambiamenti dell'anima del personaggio mi hanno portato a essere attento a tutto ciò che di solito a Sebastiano non piace. Ho cominciato a osservare i piccoli gesti, gli sguardi della gente sui mezzi pubblici, a capire quale segreto potessero nascondere. X è un personaggio che parla poco e quindi ho dovuto trovare un modo per raccontare attraverso il silenzio. E' un film che, piaccia o meno, esalta il linguaggio cinematografico. Poi gli ho dato una voce sporca, quasi senza modulazioni facendola uscire dalla pancia, non appoggiandola al diaframma. Una voce che arrivasse come una confessione intima, non una voce off da doppiaggio. Alla proiezione dI Bari tutti mi hanno fatto un sacco di complimenti dicendo che la voce gli era entrata dentro come un vento che smuove e tocca, ed è stato bellissimo.
X è una persona che è stata uccisa nella sua sensibilità da un trauma che il film lascia intuire. E' un uomo che non ha molta cultura e vede nell' immobilità e nel distacco dalle cose e dagli essere umani la sua unica via d'uscita. "Essere tanti passaporti" per non credere più ad un solo se stesso. Ma è un bluff: non sarà così, troverà la via d'uscita dentro di sé... ma non vi svelo il finale.
Quasi niente. Non sono ordinato, non sono ripetitivo, non mi piace fare giochi elettronici, non guido, anche se non vorrei mi fido degli altri. E mi piace ridere. Sono un passionale, in me scorre sangue siciliano. Mi piace dire che ho la testa nordica e il cuore sudicio (sorride)
Ho prestato il mio corpo mortificandolo e la mia faccia immobilizzandola nelle sue espressioni ma il mio carattere è distante da quello di X... E' stato un duro lavoro interpretarlo proprio perché io sono parecchio lontano dal suo mondo. X è un personaggio che mi ha richiesto molta concentrazione. In compenso mi ha dato l'occasione di fare il mio mestiere, che è quello di svelare e rendere credibile altro da me. Appagamento. Ci sono anche delle affinità: mangio poco e sano ma a me piace trasgredire mentre X è sempre ligio.
Nel materiale promozionale del film, X viene descritto come "un uomo senza identità". Se dovessi cancellare la tua identità attuale, anche solo per un giorno, e assumerne un'altra, quale sarebbe?
Vorrei essere Mario Monti o chi per lui e imporre prima di tutto seri tagli alla classe politica e ai loro privilegi, poi manderei un po' di gente in galera e ce la lascerei. Darei merito alla vera cultura, quella che si fa per passione e non per tornaconto economico.
Assumerei filosofi e poeti e licenzierei tecnici e proprietari di banche (sorride) Ecco, vorrei l'identità di un rivoluzionario che inauguri un nuovo umanesimo.
Facebook ci ha fatto conoscere. Come dico sempre, il mezzo bisogna usarlo e non farsi usare. Per me è un modo di raccontarmi, non entro mai in chat, non commento quasi mai e non esco con gli sconosciuti.
Fede si è presentato subito per quello che è: sicuro di sé ed esuberante. Dopo vari incontri ha mostrato un altro lato inaspettato di sè. Lui è un poeta, una "creatura creativa" che ancora crede ai sogni ed è una bellissima persona. A volte poco umile, a volte irruente ma pieno di bontà sincera dietro lo sguardo luciferino. Lui crea e ti coinvolge per immagini anche in quello che all'inizio tu non capisci. Poi, data la stima reciproca, ci siamo spesso confrontati e incazzati ma sempre perché volevamo il meglio per il film. A volte mi ascoltava, altre voleva fare di testa sua ma quando hai stima ti lasci guidare, non opponendoti ma proponendo. Un aneddoto simpatico: guardando il primo girato mi disse - "Hai fatto una cosa bellissima che io ti avevo detto di non fare. Bravo." Mestiere e fiducia.
E' un cast europeo, quello di questo film, e tra questi va detto che spicca un certo Rocco Siffredi. Come ti spieghi la sua partecipazione? Necessità di incuriosire il pubblico o altro, secondo te?
L'abbattimento dei pregiudizi, mi verrebbe da dire, ma è molto personale come lettura. Rocco vive a Budapest - dove abbiamo girato il film - e conosceva la produzione ungherese e nel film serviva un attore per un'orgia (non si vede nulla... peccato per le spettatrici) allora perché no? Non doveva interpretare Amleto.
Vorrei ricordare Orsi Tóth e Benn Northover con cui ho condiviso il set. Recitare con gli attori stranieri mi esalta sempre perché non se la tirano mai e sono collaborativi e non autoreferenziali. Provavamo insieme e non c'era mai competizione. Nella scena con Rocco io non c'ero. Avevo appena finito la scena della pioggia a meno dieci gradi con l'idrante che non poteva riscaldare l'acqua ghiacciata che buttava fuori. Anche questo è un problema delle piccole produzioni. Il risultato è che la scena è venuta molto bene, io invece sono morto dal freddo con relativo raffreddore. Vorrei aggiungere che ho avuto il piacere di recitare con Mimmo Craig. Grande! Quando ha capito che ero collaborativo e non avevo la presunzione del protagonista, ci siamo divertiti e diventati complici contro Brugia (ride) Infine Malika, piccolo cameo nel film e canzone dei titoli di coda che commuove.
Non so cosa risponderebbe Federico, io l'ho sempre collegato al senso dell'acqua che cambia, che pulisce, che rinnova e che a volte porta a galla cose che pensavi fossero affondate per sempre. L'acqua che ti affascina e ti fa paura, l'acqua che fa sentire la sua potenza e che nello stesso tempo ti culla e ti rilassa. i rumori dei tanti momenti della vita che tornano, ti parlano e affondano e poi riemergono. Il mio personaggio porta con sé tutti i propri rumori del mare.
I rumori del mare sono i nostri pensieri più profondi. Il nostro ascolto interiore.
E' una scelta coraggiosa quella di distribuire questo film in piena estate. Perchè secondo te il pubblico dovrebbe preferire Tutti i rumori del mare a una giornata in spiaggia? C'è un motivo o una ragione particolare, per i quali ritieni che questo sia un film da vedere?
Io faccio l'attore e non il distributore. Ci sono regole e prassi da seguire. Contratti e scadenze. Io posso solo dire che non sarei pienamente d'accordo. Perché vederlo preferendolo ad una giornata di mare? Perché andare tutti i giorni al mare non fa bene alla pelle (sorride) poi perché nel buio fresco di una sala si potrebbe scoprire un film diverso, che parla al cuore, fatto con il cuore.
Non c'è una sola ragione ma diverse. E' un film che tocca, che ti accompagna lentamente nelle sospensioni della vita. E' un film ben recitato, con una fotografia molto bella e c'è una colonna sonora straordinaria. Il tema di X scritto da Rossano Baldini ti fa respirare profondamente ed è come se stessi all'aria aperta di fronte al mare. E' un film poetico, innovativo e originale. Ma io non sono un bravo venditore, andate al cinema e giudicherete.
Penso all'estate che è una stagione che non amo. L'estate involgarisce ogni cosa, secondo me. Amo molto il mare, lo rispetto, ma non so nuotare come molti siciliani. Ci hanno provato i migliori istruttori. Ma hanno desistito (sorride) Cerco il mare dove non c'è gente o di notte, con la pioggia, con il sole che va e viene. Detesto sdraiarmi e cuocermi al sole. Preferisco camminare, pensare e ascoltare musica.
Non ho chiari ricordi della mia infanzia al mare. L'infanzia in Sicilia non è stata quella che si può definire spensierata, il mare ho imparato ad apprezzarlo da adolescente tanto che ora vorrei vivere in una casa di fronte al mare.
Nelle scorse settimane, dal tuo profilo di Facebook, hai condiviso un bel ricordo di Giuseppe Bertolucci. Un uomo dal sorriso triste, una persona semplice. Di quali registi hai un buon ricordo, tra quelli con cui hai lavorato? Hai collaborato anche con Maurizio Nichetti, più di una volta...
Non vorrei apparire presuntuoso ma avendo spesso scelto i casting da fare e i registi con cui avrei voluto lavorare, di quasi tutti ho bei ricordi. Posso citare il grande incontro con Marco Bellocchio. Non riesco a verbalizzare, è un piacere intimo. L'amore e il grande rispetto che Bellocchio ha verso gli attori è inebriante e speciale. Ti senti avvolto e protetto quindi sempre disposto a dare di più. Il Maestro è il Cinema, quello vero, fatto di passione e genio e tanto artigianato. Mi ha lasciato una dedica sulla stampa di un suo disegno che per me vale più di un David di Donatello. Con le registe come Comencini o Archibugi mi sono trovato molto bene perché le donne sono migliori, e lo penso davvero. Ho lavorato con Maurizio agli inizi e col piacere di lavorare a Milano senza dover per forza andare a Roma. Ma anche recitare a fianco di Polanski nel film di Tornatore è stato una scuola impagabile e un grande dono. Anche l'incontro con Monicelli è uno dei miei ricordi cari. Non mi scelse e me lo disse subito dichiarando che aveva apprezzato la sincerità nel dirgli che non sapevo parlare romano. Mi lasciò dicendo: sei bravo, hai cervello e onestà per questo sarà dura, sappilo. Aveva ragione (sorride)
Parlando sempre di Facebook, non sei certo uno che si tiene le sue opinioni per sè, anche se possono essere scomode. Immagino che questo ti abbia creato problemi nel tuo ambiente, no?
Io francamente credo che i miei colleghi, sia quelli con cui ho lavorato che quelli che mi conoscono, mi stimino per il mio lavoro e anche per questo mio essere schietto e vero. La sincerità a volte spiazza ma se sei intelligente pur non condividendo la stessa opinione non puoi fare a meno di riconoscerla e ammirare il coraggio.
Ho sempre dovuto mostrare sul campo il mio valore e la qualità del mio lavoro non essendo un nome popolare. Vengo scelto per quello che riesco a costruire con il mio lavoro. Quello che dovrebbe essere questo mestiere. Non è così. Lo so ma sono un eterno ribelle. Alcuni non mi sopportano forse perché non sono mai stato nelle caste o nei salotti o nelle lobby. Mi vedono libero e questo a volte infastidisce.
Io non provo stima per alcuni di loro e quindi non me ne preoccupo. Ora, con l'età , ho imparato che si può mediare, ma solo su argomenti che non intaccano i miei valori. Finisco con una citazione che assai mi rappresenta: Sono stupido. Sono fatto di quella stupidità che hanno i bambini sorpresi a fare qualcosa che non dovevano. In mezzo - tra scoperta e disubbidienza- sano e profano - peccato e incoscienza. il mio mondo - il vostro. Non è un pregio. È solo libertà che mi allontano da tutto.
Devo dire che il tema dell'acqua è ricorrente in questi ultimi anni. Ha un senso nella mia vita personale. Anche lo spettacolo ideato e diretto da me sulla poetica di Fabrizio De Andrè con pazienti psichiatrici e professionisti si intitola Ostinati e contrari - la profezia delle onde.
Oltre il fiume è un film di Christian Battiferro, un giovane regista veneto trapiantato a Bologna al suo primo lungometraggio. Ho conosciuto Christian circa tre anni fa, per un altro progetto molto ambizioso che al momento è nelle mani di un produttore americano. A Venezia presentiamo il teaser il 31 agosto. E' un progetto indipendente al quale si stanno aggregando tanti professionisti pieni di passione che saranno la carta vincente del film.
Il mio personaggio che si chiama Luca è un uomo rozzo, nel senso di selvaggio: è come quelle persone bordeline che non hanno freni inibitori e ascoltano solo i loro bisogni primordiali. L'opposto del personaggio di X nel film di Brugia.
Sarà l'incontro con un giovane ragazzo che farà scattare in entrambi una consapevolezza trasversale, per cui non si fidano ma hanno bisogno l'uno dell'altro, si diranno bugie e si smaschereranno. Come piace dire a me si "fotteranno" in senso fisico e umano.
Luca vuole costruire una torre contro gli stranieri. Ma chi sono gli stranieri per Luca?
Il colore della pelle, la religione, l'orientamento sessuale, l'altro che non conosco. Questi sono gli stranieri per Luca ma anche per quante altre persone? Luca ha bisogno di riversare una quantità d'amore represso, nascosto, proprio verso quello che odia ma poi capiremo che non è così, forse non ha gli strumenti per capire la sua vita. E' un personaggio davvero complesso.
Sono due anni che ci lavoriamo e gireremo all'inizio del prossimo anno in mezzo alla nebbia del Polesine, in pellicola e con una lunga preparazione di prove prima.
Farà discutere per il punto di vista con cui i personaggi affrontano certe tematiche sociali, politiche, umane ma alla fine succede qualcosa per cui tutto quello che hai pensato fino allora cambia e diventa altro. La regia di Christian mira a darci un noir psicologico e conoscendolo so che farà un'opera d'autore conturbante.
Mi sto preparando da tempo a questa interpretazione e in modi particolari ma non vi svelo ancora come. Sarà per la prossima... (sorride)