"Questo film nasce dal desiderio di costruire una satira dei tempi che viviamo. Per questo motivo ho messo insieme due personaggi completamente opposti. Da una parte abbiamo Tommaso, il cardiochirurgo di fama che, pur definendosi democratico, non lo è affatto. E dall'altro abbiamo Don Pietro, un prete di "strada" capace di affascinare i ragazzi con il suo modo di parlare e agire moderno. Lui rappresenta il mio interesse per la spiritualità, che non intendo come appartenenza ad una fede specifica, ma come apertura ad un mondo che non è solo materialità." In questo modo lo sceneggiatore Edoardo Falcone, oggi neo regista, presenta il suo esordio dietro la macchina da presa Se Dio Vuole, distribuito dal 9 aprile da 01 Distribution in più di 300 copie.
Al centro di questa vicenda che, nonostante la tematica, è raccontata con assoluta leggerezza c'è la famiglia più che borghese di un famoso chirurgo. Questo, dopo aver perso qualsiasi speranza nell'intelligenza della figlia Bianca, depone sogni e aspettative sulle spalle del figlio Andrea, bello, intelligente e destinato a succedergli nella professione. Almeno fino al giorno in cui, in maniera del tutto imprevedibile, il ragazzo annuncia ad una famiglia riunita e pronta ad accogliere con serenità e modernità il suo probabile coming out, che l'omosessualità non c'entra proprio nulla. A sconvolgere la vita del ragazzo, infatti, è un'improvvisa vocazione e la successiva decisione di lasciare gli studi per ritirarsi in seminario. A questo punto, per un padre razionale e ateo, potrebbe esserci disgrazia più grande? A dare una risposta al quesito è tutto il cast composto da Marco Giallini, Alessandro Gassman, Laura Morante, Ilaria Spada, Enrico Oetiker e Edoardo Pesce.
Il diavolo e l'acqua santa
Per questo suo primo lungometraggio Falcone ha scelto una storia che, mettendo da parte gag e sketch, ha deciso di puntare tutto sul carattere dei diversi personaggi e sulle situazioni che nascono dal loro incontro. Così il faccia a faccia tra Giallini e Gassman, il primo nei panni del chirurgo Tommaso, e il secondo in quelli poco clericali, almeno dal punto di vista tradizionale, di Don Pietro, è fondamentale per dare il ritmo della narrazione e della comicità. Ma chi sono questi due uomini così diversi, almeno all'apparenza? "Tommaso è molta scienza e poca coscienza - spiega Giallini - E' un uomo razionale, non crede ai miracoli ma è completamente attaccato all'evidenza di ciò che accade. Poi diventa un po' più malleabile quando incontra questo prete che sembra Mickey Rourke quando era ancora bello. Devo dire che il suo cambiamento mi piace." A lui risponde Gassman, con l'interpretazione del suo prete che parla "romanaccio" e seduce con la forza della sua interpretazione terrena del Vangelo. "Pietro è un uomo che si sporca le mani. Anzi, mi piace pensare che, prima di qualsiasi altra cosa, sia soprattutto un uomo vero. In più ha la forza, che io non ho, di una fede sempre certa. E questa lo aiuta ad aiutare anche gli altri."
Entrambi gli attori sono perfetti nei panni dei loro personaggi ma, almeno all'inizio, sembrava che ci dovesse essere uno scambio di ruoli. Almeno secondo quanto ammette lo stesso regista. "Effettivamente ci abbiamo pensato un bel po' all'inizio. Però, alla fine, abbiamo considerato quella scelta, ossia Alessandro cardiologo e Marco prete di periferia, troppo scontata. Così abbiamo preferito mischiare le carte. Ed è stata la direzione giusta perché ha dato maggiore forza ai personaggi." Ma a chi si sono ispirati i due attori per queste interpretazioni? " Io vado sempre a braccio - ammette Giallini - però in questo caso mi sono ispirato ad un medico che, più di una volta mi ha rimesso a posto le ossa. Almeno una quindicina, perché la mia specialità è cadere." Da parte sua Gassman ha preso in considerazione alcuni preti che ha visto operare nei campi profughi, anche se Falcone, chiamandolo Pietro Pellegrini, ha voluto omaggiare a suo modo l'interpretazione di Aldo Fabrizi in Roma, città aperta. "Fortuna che me lo ha detto a film finito. Mi sarei sentito agitato a sostenere questa responsabilità".
Meglio un figlio gay o un figlio prete?
Questo è l'interrogativo che percorre gran parte del film, il cui scopo è ridere di una società "moralista" e ottusa sotto vari punti di vista e in molte inaspettate forme. Per questo motivo la famiglia del giovane Andrea è pronta ad accogliere con assoluta nonchalance la notizia di una presunta omosessualità ma, di fronte alla sola idea di una carriera alternativa clericale da vita ad una serie di atteggiamenti e soluzioni poco ortodosse. In definitiva, cambia l'elemento di contrasto, ma non la reazione delle migliori famiglie italiane. Ed è per questo motivo che, con il sorriso sulla bocca, regista e cast si mettono alla prova per applicare l'accettazione del diverso. Una diversità che si manifesta in molti modi, perfino nell'ascolto consapevole e consenziente di Gigi d'Alessio. "Allora, il personaggio che interpreto la pensa più o meno come me in fatto di religione, però avere un figlio prete, come averne uno gay, non sarebbe un problema ne un dramma - chiarisce Giallini - se fosse omosessuale mi dispiacerebbe solo per le difficoltà che sarebbe destinato ad incontrare. Con queste teste bacate che ci sono ancora in giro se la passerebbe male." Dello stesso parere è anche Alessandro Gassman. "Anche per me non ci sarebbero problemi, in nessuno di questi casi. Ma avrei ugualmente paura per le difficoltà che sarebbe destinato ad incontrare nella nostra società. Proprio in questo periodo c'è un dibattito vivace sulle unioni civili. Mi auguro che smetta di esserlo e che invece si concretizzino delle soluzioni."