Il discorso di Fran Drescher, la mitica tata Francesca della sit-com anni '90 La tata, ha fatto il giro del mondo. Quando dice: "Cosa stiamo facendo? Spostiamo mobili sul Titanic?!" si riferisce al sistema produttivo hollywoodiano. L'attrice è infatti la presidentessa del sindacato SAG-AFTRA, in tumulto da giorni: gli sceneggiatori americani prima, con i picchetti in mano già da maggio, e gli attori poi, hanno infatti indetto uno sciopero.
E non uno sciopero qualsiasi: è la prima volta, dal 1963, che sceneggiatori e attori si alleano per far valere i propri diritti, trasformando questa protesta in una delle più grandi di sempre a Hollywood. I sindacati WAG (Writers Guild of America), SAG (Screen Actors Guild) e AFTRA (American Federation of Television and Radio Artists) hanno fatto richieste precise all'AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers), che però sono state disattese.
Le trattative sono durate fino al 13 luglio scorso e, in seguito a un nulla di fatto, è stato indetto anche lo sciopero degli attori. Per fare in modo che i protagonisti di Oppenheimer potessero presentarsi sul red carpet dell'anteprima del film di Chirstopher Nolan a Londra l'anteprima è stata anticipata di un'ora. Ma poi, una volta entrato in vigore lo sciopero, Cillian Murphy, Emily Blunt, Matt Damon, Robert Downey jr. e Florence Pugh hanno abbandonato la proiezione e annullato le interviste del giorno successivo, per aderire alla protesta.
Cerchiamo di fare chiarezza su quali sono le richieste e le conseguenze dello sciopero di attori e sceneggiatori a Hollywood.
Sciopero attori: perché protestano
Sciopero attori e sceneggiatori: perché protestano
Dal 13 luglio 2023 i membri della SAG-AFTRA, il sindacato statunitense degli attori cinematografici e televisivi e degli artisti radiofonici, nato nel 2012 dall'unione delle due associazioni, sono in sciopero per non aver raggiunto un accordo con la AMPTP in merito alle richieste avanzate.
Ogni tre anni vengono rinegoziati i contratti tra SAG-AFTRA e AMPTP, che rappresenta più di 350 società di produzione televisive e cinematografiche.
Sciopero degli sceneggiatori: cosa sta succedendo e quali serie tv potrebbero subire ritardi
In seguito alla crisi del settore dovuta alla pandemia e al cambiamento del modello produttivo portato dalla diffusione delle piattaforme di streaming, sceneggiatori e attori chiedono un adeguamento dei loro compensi a fronte di un'industria che si è trasformata.
Le richieste di attori e sceneggiatori sono: una migliore retribuzione, migliori condizioni di lavoro, contributi per le pensioni, assicurazione sanitaria, una percentuale sui guadagni data dai profitti dello streaming e una tutela circa la proposta dell'AMPTP di utilizzare l'intelligenza artificiale per scannerizzare gli attori e custodire la loro immagine in archivio (pagandoli così una volta sola).
Le dichiarazioni di Bob Iger sullo sciopero degli sceneggiatori
Hanno fatto molto discutere le dichiarazioni di Bob Iger in merito allo sciopero rilasciate durante un'intervista a CNBC.
Il CEO di Disney ha infatti detto:
Per me è davvero disturbante. Abbiamo parlato delle forze disgreganti in questo business e di tutte le sfide che stiamo affrontando, del recupero dal COVID che è in corso, non siamo ancora tornati del tutto alla situazione precedente... Questo è il momento peggiore al mondo per aggiungere questo elemento destabilizzante. Capisco il desiderio di lavorare per conto dei propri membri per ottenere il miglior compenso e avere un salario equo basato sul valore che offrono che possiede ogni sindacato. Siamo riusciti, come settore, a negoziare un accordo davvero buono con il sindacato dei registi, che riflette il valore del contributo che danno a questo business grandioso. Volevamo fare lo stesso con gli sceneggiatori e mi piacerebbe accadesse anche con gli attori. Hanno un livello di aspettative che semplicemente non è realistico. E stanno aggiungendo dei problemi alle sfide che stiamo già affrontando, situazione che, francamente, è davvero dannosa.
In molti hanno fatto notare che, negli ultimi 5 anni, Bob Iger è stato pagato 195 milioni di dollari, mentre il reddito annuo di uno sceneggiatore a Hollywood è di circa 70mila dollari.
Le conseguenze dello sciopero di attori e sceneggiatori
Le conseguenze dello sciopero degli sceneggiatori si sono viste subito: diverse produzioni sono state rallentate e le loro date d'uscita spostate. Alcune sono state addirittura cancellate: è il caso di Metropolis, serie di Sam Esmail prodotta da Apple TV+.
Un altro esempio è la quinta e, ultima, stagione della serie Netflix Stranger Things: gli ideatori e showrruner Matt e Ross Duffer hanno infatti dichiarato su Twitter che "la scrittura non si ferma quando iniziano le riprese" e hanno quindi interrotto la produzione.
Deadpool 3: cosa sappiamo del film con Ryan Reynolds e Hugh Jackman
Con lo sciopero degli attori la situazione è ancora più complessa: le riprese, cominciate da poco a Londra, di Deadpool 3 sono state fermate. Questo perché agli attori durante lo sciopero è vietato fare: press tour, interviste, ospitate in televisione, convention, incontri con i fan, festival, eventi "for your consideration" in vista di premi, panel, presenza a première e proiezioni, cerimonie, partecipazione a podcast, promozione sui social media, studio showcase, riprese di film, performance di canto, ballo, stunt, performance capture, doppiaggio, body doubles, prove costumi, camera test, prove e audizioni.
Sono quindi a rischio non soltanto le produzioni di serie tv e film, ma anche i prossimi festival cinematografici: i primi in linea temporale sono la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, Telluride e il Toronto Film Festival, che potrebbero ritrovarsi senza star di Hollywood.