Far incontrare Olivia Pope e Annalise Keating, protagoniste rispettivamente di Scandal e Le regole del delitto perfetto, poteva sembrare una mossa azzardata per le due serie prodotte dalla prolifica Shonda Rhimes, eppure l'atteso crossover tra i due mondi ha dato vita a degli episodi che valorizzano il talento delle attrici Kerry Washington e Viola Davis.
Alla base del progetto, a livello narrativo, c'è la class action nata dal caso di Nate Laney Senior che ha trascorso molti anni in prigione pur avendo problemi mentali, a causa dell'impossibilità di ottenere una difesa adeguata e di livello, elemento centrale nella trama della quarta stagione dello show creato da Peter Nowalk. Nella stagione finale della storia ambientata nel complesso mondo della politica di Washington, Olivia sta invece vivendo un momento complicato della sua vita personale e professionale, situazione che potrebbe prendere una svolta proprio grazie all'incontro con un'altra personalità così determinata e ambiziosa.
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Un caso che unisce due donne complesse e carismatiche
Il crossover composto da due puntate, comprensibili anche se visionate separatamente, inizia con Lasciate che mi ripresenti in cui Annalise (Davis) si presenta a una lezione tenuta da Olivia (Washington) con lo scopo di chiederle il suo aiuto per ottenere la possibilità di presentare la sua class action di fronte alla Corte Suprema. La situazione non è delle migliori a causa del passato di entrambe le donne, tra dimissioni-licenziamento dalla Casa Bianca e problemi di alcolismo e legami con crimini e omicidi. Il presidente Grant (Bellamy Young) preferirebbe inoltre attendere un cambiamento nella composizione dei giudici, tuttavia Olivia sembra convinta che l'azione legale possa rappresentare una possibilità di rivalsa e sia qualcosa per cui valga realmente la pena combattere.
Dopo aver ottenuto la possibilità di presentarsi di fronte alla Corte, Annalise chiede la collaborazione dell'esperta per prepararsi al meglio, mentre Michaela (Aja Naomi King) e l'attivista Marcus Walker (Cornelius Smith Jr.) si avvicinano durante il lavoro per sostenere l'udienza, e Jacqueline (Kathryn Erbe) compie una rivelazione che rischia di rovinare tutto il lavoro compiuto dalle due protagoniste.
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Un incontro ricco di rispetto e tensione
La storia al centro dell'evento televisivo appare come particolarmente adatta per inserirsi in modo naturale e non forzato all'interno della trama di entrambe le serie: gli autori sono infatti stati particolarmente abili nel trovare un modo per suddividere la narrazione in due parti, ognuna in grado di evidenziare gli ostacoli che devono superare le due protagoniste nella dimensione privata e in quella professionale. La dinamica che si viene a formare tra Olivia e Annalise, anche grazie ad alcuni passaggi in cui si enfatizza la determinazione e la caparbietà che le contraddistinguono, è particolarmente intensa e al tempo stesso ben equilibrata tra empatia, rispetto e ammirazione. Le sequenze in cui nessuna delle due risparmia osservazioni e commenti taglienti, sfiorando le corde più sensibili della propria "alleata" e al tempo stesso in un certo senso rivale, sono forse le più riuscite e apprezzabili da parte dei fan delle due star del piccolo e grande schermo, sfruttandone il talento con dei momenti emozionanti e che ricordano i punti di forza e di debolezza dei personaggi. Dallo scontro mentre si trovano dal parrucchiere a quello causato dalla scelta di Annalise di avere accanto la propria famiglia alla vigilia di una delle giornate più importanti della sua vita, il crossover riporta sugli schermi l'ambizione e l'idealismo di Olivia e Annalise. Tra le scene che lasciano il segno ci sono così la crisi che affronta la Keating a causa di un'inaspettata telefonata poco prima di presentarsi di fronte all Corte Suprema e il più sensibile momento in cui Olivia parla da sola con la madre di Annalise, minuti che ruotano intorno agli aspetti più vulnerabili di queste leonesse in realtà incredibilmente competitive e piene di insidie.
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Una tematica politica e sociale importante
Il crossover appare riuscito anche dal punto di vista dei contenuti: gli autori sembrano non aver esitato di fronte alla possibilità di compiere una dura critica alla società contemporanea statunitense, facendo pronunciare ad Annalise frasi significative come quella in cui sottolinea che il razzismo fa parte del DNa della nazione. Il discorso compiuto dalla protagonista della serie Le regole del delitto perfetto è, nonostante tutta la sua retorica enfatizzata anche dall'uso dalla colonna sonora, uno dei più duri e critici nei confronti della realtà americana compiuti negli ultimi anni sul piccolo schermo. Il fervore di Annalise appare però sincero e motivato, proprio grazie al talento del premio Oscar che non esagera mai i toni e mantiene la sua performance ben ancorata a un realismo motivato dalle tante difficoltà affrontate dal personaggio nel corso degli anni e alle vittime delle ingiustizie sociali a cui vuole dare voce e speranza
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Una parentesi inserita nelle rispettive stagioni
In questo contesto così ben strutturato e ideato sono però gli elementi che mantengono il legame con il resto della stagione di entrambi gli show a lasciare un po' insoddisfatti, in particolare per quanto riguarda Le Regole del delitto perfetto. In Scandal la presenza degli altri personaggi appare motivata e lo spazio che viene dato loro è equilibrato rispetto all'importanza del ruolo all'interno della storia, mentre nella seconda puntata sembrano solo dei brevi intermezzi necessari a riprendere successivamente la narrazione da dove si era interrotta prima della trasferta a Washington, affrontando quindi ancora una volta le indagini sulla morte di Wes o i problemi di cuore dei giovani esperti in legge. Questi elementi rimangono però in secondo piano rispetto alla lotta di Olivia e Annalise e al loro rapporto così complicato da definire, apparendo quasi superflui.
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Conclusione
Le due puntate che compongono il crossover tra Scandal e Le regole del delitto perfetto soddisfano e, in alcuni passaggi, persino entusiasmano. A far raggiungere il buon risultato è prevalentemente l'interpretazione delle due protagoniste, valorizzata da alcune sequenze costruite con attenzione per far risaltare le caratteristiche individuali e l'intricato feeling, a tratti quasi esplosivo, che caratterizza le interazioni tra Olivia e Annalise.
Le tematiche sociali, sottolineate anche dallo spazio dato alla madre dell'avvocato, propongono una riflessione sui motivi per cui è ancora necessario lottare e condannare ogni possibile comportamento razzista o discriminatorio. Il buon livello tecnico, che aiuta a raggiungere l'effetto desiderato grazie a sequenze in cui si enfatizza la maestosità degli spazi in cui si svolge questo capitolo della storia, contribuisce a offrire un'esperienza televisiva all'altezza delle aspettative, se non addiritura superiore a quanto immaginato alla vigilia della messa in onda.