Forse non tutti sanno che uno dei più popolari film della scuderia Disney ha avuto una gestazione molto travagliata. L'autrice dei romanzi da cui è tratto Mary Poppins, l'inglese P.L. Travers, non voleva saperne di cedere i diritti a quel marpione stelle e strisce di Walt Disney. Alla fine si convinse, ma pretese assoluto controllo creativo su quello che sarebbe stato uno dei film più popolari di sempre - ma anche una pellicola necessariamente lontana nei toni dalla sua opera letteraria.
Il suo carattere d'acciaio, le assurde richieste, e le grane che causò a Disney e al suo team creativo sono narrate con brio in Saving Mr. Banks di John Lee Hancock, appena approdato in DVD e blu-ray; il film però si dedica anche a raccontare il passato della signora Travers, alla ricerca delle origini della sua vena creativa e dei suoi demoni personali. A impersonare la pestifera scrittrice è la grande Emma Thompson, e accanto a lei, nei panni di Walt Disney, c'è l'irresistibile Tom Hanks, che ci racconta il suo rapporto con Zio Walt, con Mary Poppins e con Saving Mr. Banks in questa imperdibile intervista esclusiva.
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Da Mary Poppins a Saving Mr. Banks
Parliamo di Mary Poppins. Lo vide da ragazzo?
Tom Hanks: Ricordo che lo vidi da ragazzino perché la scena di Let's Go Fly a Kite mi fece piangere; doveva essere poco tempo dopo che uscì. Quella sequenza è così gioiosa. In seguito ho rivisto il film molte volte con i miei figli, grazie all'home video. Penso di aver visto le mie scene preferite qualcosa come 800,000 volte perché i bambini continuavano a farle andare!
Cosa le piace di Mary Poppins in particolare?
E' un film interessante perché alcuni momenti colpiscono dal primo istante: la coreografie di Step in Time, ad esempio, che è lunghissima, è praticamente un video rock, e per tante ragioni è entrata nel pantheon della Disneymania. Bert, i ragazzi e Mary Poppins entrano nel disegno e "la vita è una festa con Mary..."
Per i tempi in cui è stato realizzato, è un film molto sofisticato.
La musica è un elemento importantissimo del film. Ha incontrato personalmente Richard Sherman, consulente musicale di Saving Mr. Banks e compositore, assieme a suo fratello, delle musiche di Mary Poppins?
Sì, è stato sul set. Dick ha ancora un entusiasmo incredibile per quella storia, quegli eventi. E' una persona piacevolissima e una fonte inesauribile di aneddoti sul film che nessun altro conosce.
Le persone che hanno lavorato a stretto contatto con Walt Disney hanno conservato un forte legame con lui. Che cosa secondo lei ha ispirato un simile attaccamento?
Credo sia stato perché era la persona che dirigeva lo studio, ma allo stesso tempo pensava esattamente le stesse cose del tizio seduto al tavolo dell'animazione a fare il lavoro vero e proprio. I film che fece a Kansas City con il fratello prima di arrivare a Hollywood erano basati sul lavoro manuale, e danno l'idea di uno sforzo creativo generato dalla convivenza di personalità che si apprezzano e si stimolano a vicenda. Ci sono filmati che lo ritraggono con questi straordinari animatori e tutti crecano di proporre idee e gag; sono queste sessioni di brain storming con persone talmente simpatiche, aperte e divertenti che finisci per imparare a conoscerli. Ho sentito lo stesso Walt dire che, anche se non aveva preso una matita in mano in quarant'anni, pensava ancora come chi si sedeva a disegnare.
In fin dei conti era un narratore costantemente preoccupato al pensiero del denaro, ma non so quanti dirigenti di studios esistano che sono anche cineasti. Sono uomini d'affari, come Jack Warner e gli executive della MGM. Produttori, non creativi. Walt conosceva il processo creativo ed è così che ha costruito il suo impero, non grazie ad accordi e strategie economiche. Ed è per questo che tutti si sentivano apprezzati e valutati nella giusta ottica. Ho sentito raccontare da Dick - ma anche da altri - che Disney non era il tipo da sperticarsi in lodi di fronte a te; diceva "va bene" e morta lì. Ma poi venivi a sapere che a qualcun altro aveva detto che eri il migliore, che ti avrebbe certamente richiamato, e andavi in brodo di giuggiole.
Erano sempre al lavoro su qualcosa che sarebbe uscito tre anni dopo. Questi progetti animati richiedevano una lavorazione lunghissima: a livello di concezione, quindi, parlavano di progetti destinati a uscire sei, sette anni dopo. C'era una grande energia, una grande fiducia. Se c'è un posto che è l'epitome di un'atmosfera lavorativa familiare, quel posto sono gli Walt Disney Studios.
E alla fine arriva Pamela
E poi arrivò P.L. Travers e il loro rapporto burrascoso.
No, quei due non si amavano. La scenaggiatura di Saving Mr. Banks trasmette la cosa con molta onestà, senza cercare riconciliazioni. Lei era un donna dura, con questo passato un po' misterioso, con qualche ombra; intanto nessuno sapeva che il suo vero nome fosse Helen Goff: Travers era il nome di suo padre. Mi è capitato diverse volte di incontrare scrittori di romanzi per bambini, sono sempre persone oscure, profonde, e anche lei era così. C'è una vena dark, e una difficoltà di fondo nei romanzi di Mary Poppins, per cui non sono davvero accessibili a tutti: Walt Disney cercò per vent'anni di ottenere i diritti per farne un film prima di riuscirci. Non so se P.L. Travers si arrese perché aveva davvero bisogno di soldi, o perché la proposta fu impossibile da rifiutare, certo il fatto che avesse il diritto di approvazione sullo script era un fatto incredibile per la Disney in quegli anni.
Arrivò a Los Angeles per stare due o tre settimane, sentire le idee di Disney, ascoltare i brani musicali. Chiunque fosse nei paraggi, Dick compreso, riferisce che era una donna impossibile. Ci furono un paio di momenti in cui si fece più affabile, ma poi tornò a cercare di imporre cose assurde, come il divieto di usare il colore rosso nel film. Ho sentito che alla première del film raggiunse Walt e gli disse "Mr. Disney, dobbiamo ancora lavorare parecchio al suo film". E lui: "Pamela, i giochi sono fatti." E non le volle parlare mai più. Era un bel tipo!
Cosa pensa dei flashback sull'infanzia di P.L. Travers in Saving Mr. Banks?
Leggendo lo script rimasi molto sorpreso, non sapevo nulla di quella storia. Ma mi piace molto come sono stati realizzati: il processo creativo è completamente interiore, è un ripiegarsi nell'animo dell'autrice per capire quale fu la fonte dell'impeto creativo di Pamela Travers - suo padre, un uomo magnifico ma tormentato, che riuscì a rimanere solare e gioioso anche mentre l'alcolismo lo faceva affondare. La storyline relativa al 1961 nel film copre solo quelle poche settimane di lavorazione e poi la première di Mary Poppins, ma il resto del film mostra quanto si può spaziare, il respiro che il racconto può raggiungere nel cinema.
Nel complesso, penso che sia un grande script perché parla in maniera originale di un processo creativo prezioso. Quali sono i segreti alla base di un film tanto amato? Un passato di luci e ombre. Una persona capace di spezzare lo spirito di un intero team creativo guidato da Walt Disney. Quella fu P.L. Travers!
Cosa può dirci di Emma Thompson nel ruolo della scrittrice?
Emma è uno di quegli attori a zero mantenimento. Ogni volta che la incontro mi chiedo come ci riesca. Come fa a farlo sembrare così facile? Come tira fuori tutto dal nulla? Nelle scene che abbiamo girato insieme, c'era sempre qualcosa tra noi. Era il segreto che Pamela non rivela a Disney fino all'ultimo istante. In una scena lui la prega di condividere con lui il perché quella non fosse un'esperienza piacevole per lei. Emma replica con l'espressione di una donna che sta per scoppiare in lacrime per qualcosa che non vuole comunicare, soprattutto a un uomo che è convinta non sia nemmeno davvero interessato. Di questo è capace un'attrice che è sempre, invariabilmente, al massimo del suo potenziale. E' lontanissima dalla bisbetica nella sua villetta londinese, eppure ha il polso assoluto di tutta la "britannicità" della situazione!
Quanto dello humour del film deriva dalla caratterizzazione di P.L. Travers?
Pamela Travers era una donna deliziosamente malevola, dotata di questo benigno senso di trionfo. Capisco la passione del controllo di ciò che si è creato, ma lei era una pazzoide. E' la signora mezza matta che vive in fondo alla strada, e nonostante sia sempre arrabbiata con te non dimenticherai mai le cose che dice, perché sono troppo divertenti. Saving Mr. Banks cerca di catturare il processo di creazione di Mary Poppins come un'avventura gioiosa, divertente ed emozionante ma c'è anche un elemento più sofisticato, perché tutti sono convinti delle proprie passione e lei è la fonte di tutto. E' bello vedere una persona combattere una guerra che sembra interessare solo a lei. Forse il mondo non cambierà, ma cambierà qualcosa per le persone che vedranno Mary Poppins e Walt lo capisce; così come lo capisce Pamela, che vuole fare le cose a modo suo. Combatte con fierezza, ed è infinitamente divertente.
Alla ricerca di Walt
Come è stato invece per lei essere Walt Disney?
Non gli assomiglio affatto; anche la mia voce è completamente diversa dalla sua. Posso farmi crescere i baffi e pettinarmi come lui ma l'impresa era catturare quell'elemento capriccioso nel suo sguardo, e quello straordinario acume. Disney è un'istituzione e si merita il museo che gli hanno dedicato al Presidio di San Francisco. Ricordo che da ragazzino ero ossessionato da "Walt Disney's Wonderful World of Color", lo vedevo ogni domenica sera, e i momenti migliori erano quelli in cui Walt era in camera a parlare di questo o quell'altro progetto, che fosse The Enchanted Tiki Room, o la notte a Disneyland. Quando accadeva, il più accattivante adulto che conoscessi era lì a dividere con me il suo entusiasmo e il suo lavoro. Ti faceva venire una gran voglia di andare a Disneyland; ti faceva venire voglia di passare del tempo con lui, l'adulto più simpatico del pianeta Terra per il Tom Hanks ragazzino!
Non si può imitare Walt Disney. C'era una cadenza particolare nel suo modo di esprimersi che derivava dall'entusiasmo per ciò che aveva in testa. La sua mente era una fucina di idee magnifiche e il suo entusiasmo era contagioso; è questo che ho cercato di ritrarre. L'orgoglio, la gioia nel trasformare questi sogni in realtà, perché in fondo credo sapesse che tutto sgorgava esclusivamente da lui. C'era una connessione quasi tattile tra ciò che pensava e ciò che diceva, la sfida per me era riuscire a renderla visibile.
E' diventato un fan di Walt Disney lavorando a Saving Mr. Banks?
Sì, perché ho scoperto molte cose nuove di lui. Molto tempo prima avevo letto una biografia di Disney molto affascinante, che rendeva bene il fatto che lui era un artista, che scoprì che la sua era un'arte che costava molti soldi. Ebbe sempre un occhio sui conti, senza perdere per un istante la passione per ciò che faceva.
Una cosa straordinaria che fece, anche per le ragioni per cui la fece, è il fatto che, appena ebbe la possibilità economica, mandò a scuola tutti gli animatori dei Walt Disney Studios. Fu lui a dare il via a Cal Arts (California Institute of the Arts), che adesso è un centro celebre nel mondo, dedicato esclusivamente alle arti figurative. Lo fece perché diceva che dovevamo imparare a catturare il movimento. Il modo in cui una stoffa drappeggia, il modo in cui il vento increspa l'acqua o solleva le foglie. Era disposto ad aprire una scuola con i suoi soldi perché ci fosse un luogo dove studiare come riprodurlo. Era un visionario senza paragoni.