Sarah Connor Chronicles - 2x6: The Tower is Tall but the Fall is Short

Tempo di riflessioni per la famiglia Connor alle prese con uno psichiatra, mentre nuovi arrivi dal futuro cercano di dare una scossa agli eventi.

E' notizia di questi ultimi giorni la decisione della Fox di confermare la stagione piena per Terminator: The Sarah Connor Chronicles nonostante gli ascolti non esaltanti. In fondo questo è l'anno di Terminator, considerando anche il prossimo arrivo sul grande schermo del quarto film della serie, Terminator: Salvation, ed è giusto mantenere in onda anche la controparte televisiva della saga.
John e Sarah Connor tornato sugli schermi americani dopo una settimana di pausa, con l'episodio dal titolo The Tower is Tall but the Fall is Short (che in italiano diventa un più immediato Lo psicologo)che segna letterlamente una pausa di riflessione per il gruppo, nonostante qualche brivido proveniente dal futuro, il cui collegamento con il presente si dimostra ancora attivo.

L'attività del clan Connor per questa settimana segue la falsariga dell'episodio precedente: uno degli indizi lasciati sul muro nei primi episodi della stagione porta ad un certo dottor Sherman, di professione psichiatra ed interpretato da Dorian Harewood, ma non lascia indicazioni sul motivo per cui questa persona sia importante per il futuro John Connor. Amico da proteggere? Nemico da eliminare?

Difficile da dire senza ulteriori informazioni e quindi non resta che procurarsele: la famiglia Connor al completo, cioè Sarah con John e la sorella Cameron, prende un appuntamento con il dottore per un aiuto professionale e la permanenza nello studio è l'occasione per Cameron di installare una cimice con cui ascoltare l'attività dell'uomo e decidere il da farsi. Il comportamento bizzarro della famigliola incuriosisce il dottore, che chiede di poterli incontrare separatamente per valutare la situazione e dar modo anche a loro di decidere se continuare con le visite. Una proposta accolta senza incertezze da John, che vede nell'uomo un'ancora di salvezza per il difficile momento che sta vivendo, derivante dalla sua vita in generale, ma scatenato dagli eventi a cavallo delle due stagioni della serie, sui quali scopriamo qualche ulteriore dettaglio: John sembra infatti turbato dall'aver visto la madre uccidere un uomo, ma in realtà i continui flashback di questo episodio ci rivelano che l'azione è stata compiuta da lui in prima persona.
Purtroppo John sa che nello studio del dottor Sherman non può parlare liberamente perchè Cameron è in ascolto, quindi cerca di arrivare indirettamente, ma inutilmente, a quello che lo mette a disagio; ciononostante, il dottore coglie il tormento del ragazzo e nel parlarne a Sarah lo paragona a quello di un veterano del Vietnam. Secondo lui, ed anche secondo noi, John ha bisogno di aiuto.
La madre non è dello stesso avviso, almeno inizialmente, ma il comportamento di John fa sorgere sospetti anche negli altri membri del gruppo, in particolare in Derek che di stati d'animo compromessi dagli eventi esterni ne ha visti tanti, a cominciare dal suo. A questo aggiungiamo un piccolo incidente domestico, di quelli tipici in casa Connor, con John lievemente ferito da un proiettile esploso per sbaglio mentre puliva un'arma, che può far sospettare un tentativo di suicidio.

Ma John non è l'unico paziente di Sherman che seguiamo ed è intrigante vederlo incrociare proprio lì nello studio del dottore la Weaver con la figlia. Le due sono protagoniste della storyline parallela dell'episodio, che inizia con la donna impegnata in un servizio fotografico: il suo sguardo è glaciale e mette a disagio come sempre e non c'è da stupirsi che la piccola figlia Savannah rifiuti di posare con lei; d'altra parte non fa parte della programmazione base di un terminator il sapersi occupare di una figlia così piccola. Ed è proprio il dottor Sherman ad occuparsi della bambina, così l'uomo capisce subito che c'è qualcosa che spaventa la piccola e ne entra in confidenza abbastanza da farsi dire da lei che rivuole indietro la sua mamma. Non potendo immaginare che la donna sia un terminator, Sherman attribuisce il disagio della bambina alla difficoltà della Weaver di affrontare la perdita del marito e le consiglia di dedicarsi maggiormente alla piccola, che teme di aver perso anche la madre oltre al padre.
Noi sappiamo che non è così, ma le parole del dottore colpiscono la T-1001 che riesamina vecchi filmati di famiglia per cogliere quelle sfumature del comportamento umano che evidentemente le sono sfuggite. Ma allo stesso tempo la competenza del dottore la convince a sottoporgli un problema di ben altra natura: nei piani sotterranei della sede della ditta continuano gli esperimenti sull'intelligenza artificale del Turk, ma i suoi scienziati sono ad un punto morto visto che la macchina inizia a rallentare nelle risposte ai suoi giochi di associazioni mentali e sembra finita in un loop incomprensibile. Al dottore basta un'occhiata per capire il problema: la macchina sta proponendo un gioco umoristico mettendo insieme delle immagini per comporre una domanda; se fosse un bambino, suggerisce l'uomo, direi che è un bambino che si sta annoiando. Arguto, non c'è che dire, tanto che la Weaver gli offre un posto nello staff del progetto, ma l'uomo si sente costretto a rifiutare perchè la sua competenza tecnologica è pari allo zero. La Weaver però non sembra il tipo da accettare i rifiuti e lo rassicura sulle sue competenze, dicendogli che può trattare la macchina come se fosse un bambino.
Purtroppo le conversazione tra la Weaver ed il dottore non può essere ascoltata da Cameron e compagni, perchè John ha provveduto a rimuovere la cimice per potersi sentire libero di confidarsi con l'uomo, del cui aiuto sente di aver bisogno.
Gli esperimenti nei piani interrati dell'edificio, però, hanno attirato anche l'attenzione dell'agente Ellison, che, nel corso di una delle sue visite alla Weaver per l'attività che sta svolgendo per lei di ricerca robot, ha notato un impiegato usare l'ascensore per accedere ai piani sotterranei, che lui non può raggiungere. Tanto basta per stuzzicare la sua curiosità e lo vedremo sicuramente preso da indagini in tal senso prossimamente.
Ad inizio articolo avevamo accennato anche a nuovi arrivi dal futuro. Sono due, infatti, i nuovi ospiti della serie: in primo luogo l'annunciata Stephanie Jacobsen, già vista in Razor, nei panni di Jesse, fiamma di Derek proveniente dal futuro ed ufficialmente lì perchè stanca di quella vita e desiderosa di stargli accanto dopo che uno dei terminator riprogrammati da John nel futuro ha ucciso metà del suo gruppo. L'incontro tra i due, apparentemente casuale, insospettisce sin dall'inizio e ne abbiamo conferma quando la vediamo nascondere delle foto dell'uomo quando ne riceve la visita a sorpresa. Il rapporto tra i due fa venire allo scoperto un aspetto più fragile del carattere di Derek, che scopriamo essere stato sul punto di suicidarsi in passato (o meglio nel futuro) ed è la ragione che lo spinge a preoccuparsi per John.
Il secondo arrivo è di natura meccanica ed è impersonato da Bonnie Morgan. La terminator è evidentemente sulle tracce del dottor Sherman perchè la vediamo dirigersi verso il suo studio; il caso vuole che si tratti della stessa destinazione di Cameron, insospettita dall'aver perso il segnale audio dallo studio del dottore: le due ingaggiano una lotta serrata in ascensore ed è la nuova arrivata ad avere la peggio, finendo accartocciata dalle braccia potenti di Cameron.
Resta un mistero come il terminator buono abbia fatto a trasportare il cyborg accartocciato fino a casa senza essere notata, ma sta di fatto che è lì che viene esaminato il cadavere da John, nella speranza di ottenere maggiori informazioni. Purtroppo il chip si è autodistrutto quando è stato rimosso, a differenza di quanto avveniva in passato, e questo fa pensare al giovane Connor che Skynet non voglia che lui impari a riprogrammare i terminator.

La storia della seconda stagione di The Sarah Connor Chronicles, quindi, continua ad analizzare il travaglio interiore del giovane John, adolescente costretto a crescere più in fretta di quanto vorrebbe, combattuto tra il sapere che gli insegnamenti della madre sono utili e giusti per la sua esistenza e salvezza, ma desideroso di poter avere una vita diversa e normale.