È sempre intrigante scoprire talenti che devono ancora esplodere. Come quelli passati alla Soho House di Roma che parteciperanno alla semifinale di Sanremo Giovani (su Rai 2 in prima serata). L'occasione è stato il Warner Show Case - Sanremo Giovani Edition, in cui si sono esibiti Angelica Bove, Selmi e Tancredi. Artisti giovani, ma tutti già piuttosto pronti, formati, con una personalità e uno stile ben preciso. Ve li raccontiamo uno ad uno, partendo da chi ci ha colpito di più.
Tancredi: cantautorato e rave insieme, si può fare
Il nome Tancredi è estremante evocativo. Ai cinefili e amanti delle letture ricorderà Il Gattopardo, ai calciofili la Roma scudettata del 1982-83. A chi segue Amici il nome Tancredi fa venire in mente sicuramente l'artista più interessante tra quelli che abbiamo ascoltato. Tancredi è allo stesso tempo cantante e d.j.: con mixer e due piatti e microfono è allo stesso tempo sound system e MC, è l'orchestra ed è anche la voce. Tra un cantato cantilenante, parlato e rap, Tancredi si esibisce su una base techno ed EDM, da rave party, alla Chemical Brothers.
I testi sono quelli di un cantautore, ma le parole, il cantato, seguono il ritmo della musica dance, dando vita a un flow molto originale. Maglione a collo alto, da esistenzialista, occhiali neri, un'aria alla Jean Paul Belmondo, Tancredi è artista interessante e anche un gran personaggio. "Ho la faccia di Marilyn Manson, questa sera do fuoco a una major, prendo tutti i diritti e li vendo, resta solo un pensiero stupendo" canta nella trascinante Standing Ovation, il brano tra rap e pop che porta a Sanremo Giovani, dove dimostra di sapersi muovere tra citazioni, ironia e un po' di critica sociale.
Angelica Bove: melodie retrò e techno-pop
Minuta, ma con una grande grinta e grande personalità. Angelica Bove, in arrivo da X Factor, ha una voce languida e sensuale, e quel graffio che la rende molto particolare. "Chiusi dentro al bagno come se non bastasse, ragazzi coi ragazzi o con le loro ragazze, mi sa che andrà così, come i film a luci rosse che non ho ancora visto" canta ne La nostra malinconia, il suo brano di Sanremo Giovani. La ricetta è di quella riuscite: melodie retrò, da pop italiano e francese degli anni Ottanta, cantate su una base techno-pop, ma non troppo dura. Lo definiscono "french indie".
È lo stile che è stato alla base del grande successo di Annalisa. E infatti gli autori de La nostra malinconia sono Davide Simonetta e Paolo Antonacci (insieme ad Alessandro Raina), gli artefici di Bellissima e di tutti gli altri grandi successi della cantante. Attenzione, però: Angelica Bove, ieri sera in un lungo vestito fantasia, ha un suo stile, un suo modo di essere, che la rendono intrigante, originale, e mai la copia di nessuno. La chiave è proprio in quella sua malinconia...
Selmi: la melodia italiana al potere
A prima vista, Selmi sembra uscito da qualche locale di Manchester o di Londra. Jeans, Dr. Martens ai piedi, giacca da tuta sportiva e testa rasata. Lo vedi da vicino e ha un volto dolcissimo. Ed è così anche a sua musica. La sua Forse per sempre, la canzone che porta a Sanremo Giovani, si muove nel solco della classica musica italiana: è la melodia all'italiana, il tipico brano da Sanremo. Una cosa sulla quale non sai mai come porti: si dice che sia una musica superata, ma non muore mai.
A volte proprio a Sanremo non funziona, a volte fa sfracelli. La canzone è bella. Ma la differenza potrebbe farla proprio l'interpretazione, sentita e con una voce potente ed enfatica. "Per te a occhi chiusi tornerei ancora in autostrada in macchina a duecento all'ora, fa paura fa paura". È questo il grido, il ritornello della canzone, quello che fa scattare ogni volta l'applauso. Ce ne saranno anche stasera, sul palco di Teatro del Casinò di Sanremo.