Neanche il tempo di chiudere il capitolo Blanco, che la nuova polemica del Festival di Sanremo monta proprio in una seconda serata che sembrava essere andata liscia almeno fino al momento in cui Fedez durante l'esibizione dal palco della Costa Smeralda con la sua Problemi con tutti (Giuda) attacca il Codacons ("Ciao Codacons guarda come mi diverto"), la ministra della famiglia Eugenia Roccella ("Purtroppo l'aborto è un diritto/ sì ma non l'ho detto io, l'ha detto un ministro") e brandisce un giornale con l'immagine del vice ministro delle infrastrutture Galeazzo Bignami travestito da Hitler. Un gesto che suona provocatorio e di cui il rapper sentirà il bisogno di esternare la sua piena assunzione di responsabilità: "Il testo di questa canzone non era stato enunciato allo staff Rai qui presente e quindi voglio prendermi la piena responsabilità di quello che ho detto". Lo show nel complesso prosegue a un ritmo più o meno sostenuto rispolverando vecchie glorie, apparecchiando monologhi e scorrette tirate comiche e snocciolando le altre 14 canzoni in gara.
Il graffio di Francesca Fagnani
È la serata dei grandi ritorni (Paola e Chiara, Giorgia, Articolo 31) attesa dai boomer con un tifo da stadio che mancava dai tempi di Italia '90, ma è anche quella del mondo reale che si fa strada tra lustrini e canzonette come quello dei ragazzi del carcere minorile di Nisida, che "hanno picchiato, rapinato, ucciso" senza sapere nemmeno perché, per capirlo "bisogna andare al giorno prima, alla settimana prima, al mese prima, alla vita prima", che hanno 15 e 18 anni e "gli occhi pieni di rabbia", "lo sguardo perso, sfidante".
È il monologo struggente, lucido e per nulla ricattatorio che Francesca Fagnani, la giornalista co-conduttrice di questa seconda serata di Sanremo 73, ha scritto insieme a loro, raccogliendone le parole che per qualche minuto spazzano via le parrucche impomatate e i perbenismi di un immenso carrozzone mediatico che sì, vale la pena sfruttare per dire che "lo Stato dovrebbe combattere la povertà educativa e garantire pari opportunità almeno ai giovani" e "essere più attraente e più sexy dell'illegalità". Fagnani graffia senza rinunciare all'autoironia e all'arguzia che la contraddistinguono, e merita una promozione a pieni voti.
Drusilla Foer e l'Iran di Pegah Moshir
Ma la furia del mondo di fuori in questa seconda serata di assestamento sembra implacabile e così succede che si infili tra le poltrone dell'Ariston al grido di "donne, vita, libertà". Sono le parole con cui si conclude la canzone Baraye, l'inno delle proteste contro il regime iraniano composto da Shervin Hajipour che ai recenti Grammy ha vinto il premio per la Miglior canzone per il cambiamento sociale. Lo declamano quasi sussurrandolo Drusilla Foer e l'attivista italo-iraniana Pegah Moshir Pour: "Per ballare nei vicoli, per paura di baciarsi, per mia sorella, tua sorella, le nostre sorelle, per i bambini che perdono i sogni". Una compostezza e una dolenza degne delle migliori rivoluzioni. Per la libertà, per la libertà, per la libertà.
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Al Bano, Morandi e Ranieri: momento highlander
Sul versante della gara canora è quasi calma piatta, delusione per Giorgia, Articolo 31 e Modà, mentre Paola & Chiara fanno simpatia, qualcuno le vedrebbe addirittura bene all'Eurovision. Interpretazioni sotto tono e assai banali, ma con le dovute eccezioni: Colapesce Dimartino salvano la serata, Tananai dopo le stecche dello scorso anno con Sesso occasionale si lascia ascoltare anche con piacere, Rosa Chemical spettina finalmente il pubblico dell'Ariston con un brano divertente e leggero e con buona pace del polverone sollevato qualche settimana fa. Ma a commuovere Sanremo ci pensa quello che verrà ribattezzato come il momento highlander del festival. Abbracci, signore scompigliate, telefonini pronti a rubare il selfie di una vita e standing ovation per accogliere "tre grandi amici che il pubblico custodisce come una delle cose più belle della vita perché la loro musica ci appartiene, sono un patrimonio tutto nostro".
Per la prima volta insieme sul palco di Sanremo Al Bano, Gianni Morandi e Massimo Ranieri, il simulacro del nazionalpopolare, prendono letteralmente in ostaggio il teatro Ariston: un agguato a colpi di acuti e bel canto con Morandi che irrompe intonando In ginocchio da te tra il pubblico della galleria, l'indiscutibile talento di Massimo Ranieri che esordisce con Vent'anni, mentre Al Bano con l'inseparabile Panama bianco scende la scalinata cantando Nel sole. 240 anni in tre e un repertorio che fa cantare tutti sulle note dei loro più celebri successi da Andavo a cento all'ora a Mattino, Rose rosse, Felicità, Perdere l'amore. Intonatissimi e protagonisti di uno dei momenti più veri e sinceri della serata, si prendono il palco e non lo mollerebbero.
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Si balla con i Black Eyed Peas
Dalla tradizione alla pop dance dei Black Eyed Peas che fanno ballare tutti: le signore in galleria che prima si erano sbracciate sugli acuti di Al Bano, l'orchestra e il pubblico in sala. Un'esplosione di energia, almeno tra le mura dell'Ariston, la sensazione da casa è ben diversa e il tutto sembra ridursi al solito siparietto del super ospite internazionale. "L'Italia è bellissima, le persone sono meravigliose", dicono, mentre parte la gag di un corista dell'orchestra scaraventato sul palco per parlare con i super ospiti e che da quel momento diventerà protagonista del coro "Bruno! Bruno!" lanciato dagli stessi Black Eyed Peas, che prima di congedarsi ringraziano Tony Renis (era stato lui a invitarli sullo stesso palco nel 2004). Il sipario cala senza particolari guizzi su Angelo Duro, il comico siciliano che del politicamente scorretto ha fatto la sua cifra, o almeno ci prova. Si esibisce con un monologo sulle mogli, le "puttane", i secondogeniti e l'omologazione, ma di rivoluzionario non sembra avere un bel nulla, men che meno quando decide di rimanere in mutande. "Forse stasera sarà decollata la sua carriera, ma magari è finita la mia" chiosa Amadeus al rientro. Stai sereno Ama, puoi dormire sonni tranquilli.
La classifica parziale della seconda serata
1. Colapesce Dimartino - Splash Voto: 7,5
2. Madame - Il bene nel male Voto: 7
3. Tananai - Tango Voto: 7,5
4. Lazza - Cenere Voto: 6,5
5. Giorgia - Parole dette male Voto: 6
6. Rosa Chemical - Made in Italy Voto: 7
7. Paola e Chiara - Furore Voto: 6
8. Levante - Vivo Voto: 6,5
9. Articolo 31 - Un bel viaggio Voto: 5
10. Modà - Lasciami Voto: 4,5
11. LDA - Se poi domani Voto: 5,5
12. Will - Stupido Voto: 4
13. Shari - Egoista Voto: 4
14. Sethu - Cause perse Voto: 5
La classifica generale
1. Marco Mengoni - Due vite
2. Colapesce Dimartino - Splash
3. Madame - Il bene nel male
4. Tananai - Tango
5. Elodie - Due
6. Coma_Cose - L'addio
7. Lazza - Cenere
8. Giorgia - Parole dette male
9. Rosa Chemical - Made in Italy
10. Ultimo - Alba
11. Leo Gassmann - Terzo cuore
12. Mara Sattei - Duemila minuti
13. Colla Zio - Non mi va
14. Paola e Chiara - Furore
15. Cugini di campagna - Lettera 22
16. Levante - Vivo
17. Mr. Rain - Supereroi
18 Articolo 31 - Un bel viaggio
19. Gianluca Grignani - Quando ti manca il fiato
20. Ariete - Mare di guai
21. Modà - Lasciami
22. giaNMARIA - Mostro
23. Olly - Polvere
24. LDA - Se poi domani
25. Will - Stupido
26. Anna Oxa - Sali
27. Shari - Egoista
28. Sethu - Cause perse