Perché Sanremo è Sanremo?

Sanremo 73 è arrivato e non possiamo che chiederci quali siano i motivi del successo di un evento che catalizza l'attenzione dell'Italia intera per tutti i giorni della sua programmazione. Anche, in negativo, di chi non lo ama.

Perché Sanremo è Sanremo?

"Perché Sanremo è Sanremo". Una frase cult, un dato di fatto dichiarato con convinzione assoluta e, diciamolo, giusta. Con Sanremo 73 ormai giunto non possiamo però far altro che chiederci perché sia così, perché Sanremo sia effettivamente l'evento televisivo dell'anno, capace di catalizzare l'attenzione di tutti gli italiani, quasi nessuno escluso, anche di quelli che con orgoglioso snobismo dichiarano di non guardarlo e non amarlo. Quello del Festival della canzone italiana è un riscontro che ci appare crescente, capace di coinvolgere ancor più oggi quel pubblico che un tempo se ne stava alla larga, che si affidava a una controprogrammazione televisiva sempre meno presente (d'altra parte tutti abbiamo delle piattaforme a cui affidarci in caso di necessità), di sfruttare le potenzialità del mondo che ci circonda per diventare ancor più presente e virale. Se un tempo, insomma, bastava cambiare canale per non vedere il Festival di Sanremo, oggi bisogna spegnere tutto e tenersi alla larga da qualsiasi wi-fi.

Questione di storia

Sanremo 2013: Elio durante la seconda serata
Sanremo 2013: Elio durante la seconda serata

Un primo motivo del successo del Festival di Sanremo non può che essere storico. Con il debutto nel 1951 (solo qualche anno dopo anche trasmesso in televisione), il Festival della Canzone di Sanremo ha dimostrato di avere le spalle larghe e poter superare indenne diversi decenni e altrettanti cambiamenti nella storia e cultura del nostro paese. "I presidenti passano, io resto" diceva l'uomo che fuma in un celebre episodio di X-Files e lo stesso si può dire della più popolare kermesse musicale italiana, capace di diventare parte integrante dell'immaginario collettivo del nostro paese. Giunto all'edizione 73, il Festival di Sanremo c'è e non ha intenzione di cedere il passo, più vivo che mai. Possiamo dire che con la sua lunga storia ha fatto la storia del nostro paese ed è un qualcosa di indiscutibile e non aggirabile.

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La musica protagonista. Che piaccia o meno

Sanremo 2010, terza serata: Massimo Ranieri è tra gli ospiti
Sanremo 2010, terza serata: Massimo Ranieri è tra gli ospiti

Una storia di successo televisiva, che però affonda le sue radici nella musica, ed è ovvio che molti dei grandi autori e cantanti italiani siano passati sul palco dell'Ariston nel corso degli anni. Così come è inevitabile che molti grandi successi, del passato come di oggi, siano di provenienza sanremese, anche se a molti fa storcere il naso, tanto che l'aggettivo sanremese riferito a una canzone ha per molti un'accezione negativa. In ogni caso, che piaccia o meno lo stile musicale che va per la maggiore al Festival e che è comprensibile in quel contesto nazional-popolare, la musica è protagonista sul palco dell'Ariston. È, infatti, uno dei pochi momenti in cui si può ascoltare musica dal vivo sulle nostre reti televisive, tanto che chi scrive considera come vero momento negativo della storia di Sanremo quella parentesi anni '80 che ha visto gli artisti esibirsi in playback. Perché quello non va tolto. Che piaccia o meno, appunto, ma che sia dal vivo!

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L'ampliamento del pubblico: non più un appuntamento per boomer

La sensazione, però, è che negli ultimi anni il numero di detrattori di Sanremo a prescindere si sia ridotto, che la percezione della kermesse e della sua trasmissione televisiva come di un evento per boomer si sia un po' ridimensionata. Merito di Amadeus che nei quattro anni (con quello attuale) del suo mandato ha dato spazio a nomi che sono forse sconosciuti al pubblico di Rai1 ma richiamano una fetta di spettatori più giovane? Merito delle piattaforme, che hanno permesso a molti di riascoltare subito le proprie canzoni preferite, sostenendole e facendole diventare virali? Merito della scelta degli ospiti o della costruzione dello show in generale? O forse ancora del rafforzato legame con l'Eurovision Song Contest, che ha dato un'ulteriore spinta a Sanremo? Forse è un mix di tutti questi elementi, ma il risultato tangibile è l'essere diventato, a tutti gli effetti, l'evento popolare per eccellenza.

Sanremo come evento di massa

Sanremo 2009, prima serata: Roberto Benigni durante la sua controversa apparizione
Sanremo 2009, prima serata: Roberto Benigni durante la sua controversa apparizione

E veniamo quindi al punto finale, quello di arrivo di questo ragionamento sui motivi del successo del Festival di Sanremo: l'essere un evento di massa, quello di cui è necessario parlare, quello da commentare sui social, da seguire nelle proprie storie e nei propri tweet. Il trending topic al quale non si può non partecipare. Lo stesso motivo che porta oggi la gente al cinema, clienti a un ristorante o che detta le abitudini di fette ampie della popolazione. Non importa se sia per conoscere le canzoni, seguire gli ospiti, aspettare il momento imprevisto che resterà nella storia, criticare o lanciare sfottò e meme immediati online: da stasera a sabato bisogna essere lì, davanti alla TV per seguire in diretta le cinque lunghe serate messe in piedi da Amadeus per accompagnare la gara musicale e le esibizioni dei 28 artisti che concorrono al premio. Dobbiamo essere tutti lì a sfidare stanchezza e sonno. Perché Sanremo è Sanremo.