Sangue (più o meno) vivo
I vampiri esistono, sono attorno a noi; vivono in case bellissime, dormono in bare accessoriate, a volte vezzosamente dipinte, e di notte cercano sangue fresco per rifocillarsi e dimenticare per un secondo la noia dell'eternità. Tra le comunità mondiali, quella belga si distingue per la grande nobiltà dei suoi elementi, famiglie di un certo prestigio, come i Saint-Germain; George, il capofamiglia, Bertha, la devota moglie, e i due figli, Samson e Grace, quest'ultima in piena crisi adolescenziale, visto che si veste ostinatamente di rosa, con la speranza un giorno di ridiventare umana. Di questo allegro gruppo familiare fanno parte anche "la carne", una giovane prostituta che ogni giorno rifornisce di sangue gli abitanti della villa, e due inquilini per nulla amati, relegati per questo in cantina, Elisabeth e Bienvenu, appartenente ad una nobile casata di succhiasangue la prima, ex aiutante di Louis Pasteur il secondo. La vita di tutti viene sconvolta quando Georges commissiona ad un canale televisivo nazionale un documentario che dovrebbe aiutare il pubblico a comprendere meglio chi siano in realtà quelle creature così strane. Dopo due tentativi falliti (i giornalisti sono stati tutti sbranati), il terzo sembra funzionare. La telecamera della troupe tv entra nei meandri di questa società basata su regole ferree, impartite da un leader supremo che è un bambino di otto anni, vampirizzato secoli prima, e svela particolari sconosciuti ai più, assistendo a crisi di nervi degne del Grande Fratello. Chi alla fine, tra vampiri e uomini, abbia davvero compreso qualcosa dell'altro è tutto da vedere.
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Personaggi del genere non possono spaventare, sebbene siano in grado di compiere qualunque atrocità. Sotto questa superficie di apparente leggerezza, che permette di sdrammatizzare anche i momenti più sanguinolenti (la cena in una casa di vampiri non è esattamente un galà), si allude, infatti, anche a tematiche profonde e profondamente disturbanti. Quando vediamo la bellissima bambina bionda imprigionata in un pollaio, in attesa di essere mangiata dai vampiri, non possiamo fare a meno di pensare al mostro di Marcinelle e allo scandalo pedofilia vissuto in Belgio qualche anno fa, trasformato per l'occasione secondo i codici del cinema di genere. Non sono solo queste le stilettate inflitte alla società belga; è lo stesso George a farsi orgoglioso portabandiera della funzione morale dei vampiri, che fanno fuori tutti gli elementi indesiderati, dai barboni, agli africani.
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Movieplayer.it
3.0/5