Rufus Sewell: “The Diplomat? La realtà è troppo inverosimile. Va raccontata con un prisma diverso”

Il ruolo di presidente di giuria e la necessità di osare, la pressione esterna da ignorare e il mondo della politica che ha preso una direzione incredibile: l'attore si racconta dal Riviera International Film Festival.

Rufus Sewell

"La cosa migliore di questa intervista è che non mangerò per 20 minuti interi. Sto per iniziare a girare un nuovo progetto e sono preoccupato di presentarmi sul set". Rufus Sewell, battuta sempre pronta e attitudine spontanea, è stato il presidente di giuria del Riviera International Film Festival che ha premiato come miglior film dell'edizione 2025 Moon della regista di origini curde Kurdwin Ayub. La storia di tre sorelle appartenenti a una ricca famiglia giordana, isolate dal mondo esterno e poste sotto un regime di costante sorveglianza. Per una ragione misteriosa Sarah, combattente di arti marziali, viene assunta con il compito di allenarle.

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Rufus Sewell in una scena di Caleidoscopio

Insieme a lui i giurati Matilda Lutz, Hajni Kis, Lele Marchitelli e Pietro Terzini. "Per questi giovani registi è un'opportunità meravigliosa poter mostrare film che non sono necessariamente realizzati con un mercato in mente o pre-montati con l'intento di essere preso da un distributore o da uno studio. Mi sono reso conto che mi mancava guardare film come questi. In Inghilterra e in America molte pellicole che vengono spacciate per film indipendenti sono in realtà degli Studios. È una cosa che mi irrita parecchio. È davvero rigenerante vedere un film che dice: 'Fanculo il mercato'", sottolinea l'attore.

La necessità di osare

Il claim che accompagna da sempre il Riviera International Film Festival è "Never Stop Daring". "Mai smettere di osare". Quando è importante, sia nella vita che nel cinema, essere in grado di osare specie in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo? "A volte può esserci una correlazione tra società soggette a restrizioni e una scena artistica più fiorente", riflette Sewell."Non sto dicendo che sia una cosa buona. Avrei preferito una situazione generale diversa. Ma ricordo come musicalmente, in termini di ribellione, può essere un ottimo impulso. Non smettere mai di osare è un ottimo slogan da adottare anche nella vita".

"Puntare a qualcosa e fallire è il modo in cui cresci", spiega l'attore. "Quando ripenso alle migliori esperienze per me in termini di carriera spesso si è trattato dei lavori peggiori. A volte, guardando indietro, i fallimenti sono stati assolutamente determinanti per imparare una lezione. Ogni piccolo pezzo di saggezza che ho è in diretta correlazione con gli errori che ho fatto. Come se l'avessi ottenuta contro la mia volontà. Una delle mie grandi scoperte è ciò che ha detto il grande scrittore William Goldman: 'Nessuno sa niente'. Inutile ascoltare gli altri, perché se fallisci lo fai alle tue condizioni. Ho attraversato fasi in cui il successo che ho avuto nella mia carriera non era quello che cercavo, pensavo. Mi offrivano lo stesso tipo di ruoli quando, in realtà, volevo fare cose molto più piccole, strane, eccentriche. Spero che invecchiando e avendo più successo potrò prendere parte a questo genere di progetti.".

Scoop e l'interpretazione del principe Andrea

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Rufus Sewell è il principe Andrea in Scoop

Nel 2024 Rufus Sewell è stato protagonista di Scoop, film diretto da Philip Martin e basato sul libro-intervista di Sam McAlister, Scoops: Behind the Scenes of the BBC's Most Shocking Interviews. La trama ruota attorno a un gruppo di giornaliste della BBC che decidono di intervistare il principe Andrea per parlare della sua discussa amicizia con Jeffrey Epstein, imprenditore arrestato e condannato per abusi sessuali e traffico internazionale di minori. L'attore veste i panni proprio del monarca. Un'interpretazione per la quale ha avvertito pressioni dall'esterno? "Forse, non so. È un tema davvero spinoso", sottolinea Sewell.

"Quando interpreti qualcuno che viene diffamato, la vera paura non è solo quella di offendere la destra e i monarchici, ma quella di offendere gli anti-destra e gli anti-monarchici rappresentandoli come esseri umani. È come quando nella consulenza matrimoniale si dice che la mediazione sia buona e tutti sono infelici. Mi sono detto che se avessi ricevuto opinioni negative da entrambe le parti probabilmente stavo facendo qualcosa di giusto. La cosa difficile quando si ha a che fare con progetti come questi è cercare di rappresentare i personaggi come esseri umani, senza giudizio. Ho sentito la pressione, ma il mio obiettivo era quello di ignorare tutto il rumore da entrambe le parti".

The Diplomat 2, recensione: la (poca) diplomazia del potere per una nuova stagione ben riuscita

The Diplomat e il vero mondo della politica

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Keri Russell e Rufus Sewell in una scena di The Diplomat

L'ultima serie, in ordine di tempo, in cui abbiamo visto l'attore è The Diplomat. Al centro del racconto la neo ambasciatrice degli Stati Uniti Kate Wyler con il volto di Keri Russell che, mentre cerca di districare crisi internazionali, prova a gestire il suo matrimonio in crisi con il diplomatico Hal Wyler. "Sono entusiasta delle nuove sceneggiature in arrivo. La scrittura è costantemente buona e gli attori sono davvero fantastici. Ho un enorme rispetto per tutta la troupe. La seconda stagione è uscita da poco, ma abbiamo appena finito di girare la terza. Spero potremmo farne una quarta", confida l'attore.

"È molto strano fare una serie ambientata nel mondo della politica quando il mondo reale ha preso una direzione così incredibile. Tanto che per farlo dobbiamo rappresentare un universo leggermente alternativo, perché a volte la realtà è troppo inverosimile. Non possiamo davvero rispecchiare la realtà, ne dobbiamo parlare attraverso un prisma diverso".