Prima di procedere con questa recensione di Royalteen, storia d'amore adolescente tra un principe e una coetanea "del popolo", su Netflix in top 10, tocca fare un ripasso di monarchie esistenti e ricordarci che oltre ai super chiacchierati regine, principesse e duchi d'Inghilterra, ci sono anche i norvegesi che provano, con questo titolo, a rubare la scena. Protagonista del film è la giovane Lena (Ines Høysæter Asserson), appena arrivata a Oslo con i genitori e il fratellino piccolo, dopo quello che intuiamo (attraverso un incubo di cui visioniamo delle immagini) essere stato un passato turbolento nella città che ha lasciato. Lì nella capitale, finisce nella prestigiosa scuola frequentata anche dai gemelli reali, il rubacuori impenitente Kalle (Mathias Storhøi) e la sorella diffidente Margrethe (Elli Rhiannon Müller Osbourne).
Scuola nuova, vita nuova, direbbero, e presto Lena riesce a farsi strada nella cerchia ristretta attorno ai due nobili ed anche a fare breccia nel cuore del bel principe, che, udite udite la novità, non è affatto quel playboy da strapazzo che scatti ritoccati su Instagram o Snapchat vogliono far credere a tutti. Diretto da Emilie Beck e Per-Olav Sørensen e tratto da un libro di Randi Fuglehaug e Anne Gunn Halvorsen, Royalteen con il suo allure da film nordico indipendente, riesce quasi ad ingannare, all'inizio, i più sospettosi, perché lascia sperare che la trama si infittisca con quel giusto tocco di rabbia adolescenziale indispensabile a venir fuori dalla trappola della storiella d'amore per giovani adulti. Lungo i suoi, troppi, 108 minuti, però, si leva la maschera e trattando con un finto approccio realistico, i principali tarli dei teenager di oggi, tra cui la falsità dei social, fa rimpiangere film come Un principe tutto mio, titolo anch'esso poco memorabile.
Lena che cattura il principe
Essere un principe, nella realtà come nella letteratura cinematografica contemporanea equivale ad essere una celebrità, un VIP, con cui tutti vorrebbero avere a che fare e ben pochi riescono. Tra i film per teenager, pullula di titoli leggeri dove la trama è tristemente simile a quella che raccontiamo. Lei è una ragazza con i piedi per terra che tratta il "famoso" per la persona che è, senza pendere dalle sue labbra ed ecco che il sempre idolatrato e mai contraddetto vip di turno, si innamora. Le basi di Royalteen sono le stesse, Lena si trova compagna di banco del riccioluto Kalle, gli parla come se fosse un normale coetaneo e colpisce immediatamente al cuore, tanto che dopo un incontro fortuito nel bosco, mentre Lena fa jogging con passeggino, lui si presenta a casa per invitarla ad una festa di compagni di scuola. Fino a qui, ahimè, niente di nuovo.
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Buoni propositi disattesi
In un mare di già visto, tra viaggi in barca, timidi approcci e feste con l'élite, ciò che tiene ancora alta l'attenzione durante il film sono i continui rimandi al passato misterioso di Lena, tramite flashback o deliri alcolico-onirici. I registi Emilie Beck e Per-Olav Sørensen sanno come solleticare la curiosità dello spettatore e riuscire a svelare molto ma non tutto delle ragioni per cui la protagonista ha lasciato la sua cittadina per trasferirsi a Oslo.
Quando sembra che il film stia prendendo una piega meno buonista e prevedibile per dare spazio a quel lato oscuro che c'è in ognuno di noi e soprattutto in ogni teenager ed anche, quindi, nella quasi eterea Lena, Royalteen si perde letteralmente in un mare di ponch da ballo di fine anno, di quello non corretto però, quindi solo dolciastro. Quello che doveva essere il colpo di scena del film, finisce per essere motivo di lezioncine di vita sbrigative che poco aggiungono allo spessore morale e cinematografico di chi guarda. Buoni propositi disattesi, dunque, per quello che sembrava un film che partiva dal romance e finiva nel noir e invece si rivela un analcolico annacquato.
Social Vs Realtà
Se è indubbio che Royalteen - L'erede ambisse ad essere altro dalla sola storia sentimentale tra teenager, ciò che invece non chiarisce, è quale fosse il suo desiderio iniziale. Critica i social e il loro diffondere falsi miti e false notizie, la ragione per cui i poveri reali sono costretti a tenere tutti a distanza, ma paradossalmente dà a questo dilemma di oggi, lo stesso tempo di attenzione di un reel su Instagram o un video su TikTok, come a dire: "noi in guardia vi abbiamo messo, il nostro lavoro qui è fatto". Il messaggio di Royalteen è quindi 'viva i rapporti reali tra persone e non quelli fittizi sui social?'. Temiamo di sì e che purtroppo, il film manchi anche in questa missione, priva di efficacia per il suo posticcio svolgimento.
Conclusioni
A fine recensione di Royalteen, concludiamo che purtroppo il film non è né una godibile e superficiale quanto basta storia teen tra un principe ed una ragazza e né un film indipendente che vuole scavare nei meandri oscuri dell’adolescenza. È un ibrido che prende spunto da altre storie uguali, ha interpreti bellocci e trascurabili e non cavalca l’onda del possibile lato oscuro dei teenager e si limita a criticare l’utilizzo sconclusionato e cattivo di social e fake news. Per chi non lo sapesse, la cinematografia norvegese ha molto e tanto da offrire e Royalteen potrebbe danneggiarne il buon nome.
Perché ci piace
- I flashback attirano la curiosità dello spettatore.
- Il lato oscuro della protagonista sembra essere tutto da scoprire.
Cosa non va
- Sembra un film con molto da dire oltre alla storia tra teenager ed invece è un fuoco di paglia.
- Il colpo di scena sul passato della protagonista è narrativamente e visivamente buttato via e sprecato.
- Protagonista Ines Høysæter Asserson esclusa, gli attori non brillano per recitazione.