La Napoli del 1944 agli sgoccioli della Seconda Guerra Mondiale e in ginocchio a causa di malattie, bombe, povertà e perfino eruzioni vulcaniche, rivive grazie alle pagine del colonnello Norman Lewis e del suo diario, ma soprattutto grazie alla voce di Benedict Cumberbatch: è la magia di Francesco Patierno, che grazie ad un mix di immagini di repertorio e spezzoni cinematografici riesce a regalarci una nuova suggestione in Naples '44, che rivive il testo di Lewis in immagini frutto di un'intensa ricerca. Il regista ha raccontato il suo lavoro durante la Festa del Cinema di Roma, partendo proprio dal racconto del lavoro dietro le immagini recuperate.
"La ricerca delle immagini è stata lunga e difficoltosa", ha infatti confermato il regista di Naples '44, "è durata quasi un anno, perché abbiamo rovistato negli archivi di tutto il mondo. Ci siamo dedicati soprattutto a quelli americani e inglesi, dove abbiamo trovato immagini mai viste: ad esempio nel montaggio finale, quella di due soldati americani terrorizzati e nascosti sotto un campo. La parte più difficile è stata chiudere gli accordi con tutti gli archivi, e in questo mi è venuto in soccorso Davide Azzolini, il nostro produttore". È proprio Azzolini a prendere parola un attimo dopo, raccontando il suo punto di vista. "La produzione in totale è durata ben tre anni, un lavoro lunghissimo soprattutto perché abbiamo speso molto tempo nel decidere come contestualizzare il lavoro di Lewis. Una volta capito quali voci dare al protagonista (Benedict Cumberbatch nella versione inglese, Adriano Giannini per l'italiana) abbiamo lavotato con archivi e collezionisti privati. Per me però la base di tutto il lavoro è stato avere la fiducia della famiglia Lewis, che ci ha appoggiati fin dall'inizio credendo nel nostro progetto".
Un affare di famiglia
"Ho scoperto questo libro grazie a mio padre", ha poi raccontato Francesco Patierno, una volta interrogato sul suo affetto verso questo progetto. "Durante una visita a Napoli mi raccontò di come lui stesso fosse sopravvissuto ad un bombardamento per puro caso, solo perché si trovava dalla parte giusta della strada. Mi disse che per capire profondamente quello che avevano vissuto in quel periodo, avrei dovuto leggere Napoli 44. Una volta letto non ho potuto fare a meno di innamorarmi e di volerlo fare assolutamente". Il libro regala un ritratto inedito della città durante la guerra, ma Patierno non è mai stato spaventato dalle mostruosità raccontate da Lewis: "Non mi interessava avere un ritratto più o meno lusinghiero. Quello che ho trovato in Lewis è una visione fedele, partecipe ma soprattutto equilibrata, e mi ci sono ritrovato perché nonostante racconti del passato si tratta di un enorme specchio del presente. È nel mio DNA artistico e cinematografico mischiare generi e formati, giocando con i piani temporali: in questo film volevo fonderli e far in modo che il racconto fosse molto emotivo, sentito".
Un magma di emozioni
Per moltissimi napoletani e non, questo film rappresenterà indubbiamente un ricordo del passato. Alcuni potrebbero addirittura essere presenti nelle immagini, così come alcuni nomi ricorrenti nel testo di Lewis avrebbero potuto essere rintracciati. "Abbiamo pensato all'inizio di fare qualche ricerca sulle persone nominate da Lewis", ha raccontato Francesco Patierno, "Soprattutto perché abbiamo avuto la fortuna di poter visionare i suoi taccuini privati, grazie a sua moglie. Insieme ad altri cimeli, gli scritti stavano per partire verso un'asta, ma lei ha bloccato il tutto per farceli avere: da questi ultimi abbiamo recuperato alcuni nomi, ma purtroppo non siamo riusciti a contestualizzarli, perché sono troppo comuni ancora oggi". Si è parlato molto inoltre del tessuto musicale del film, che per Patierno è stato fondamentale. "Il primo montaggio che ho creato era composto soltanto dalle immagini e dalla musica, sia la traccia originale composta da Andrea Guerra che tutte le altre musiche, edite e non, del passato e del presente. Per me questo primo montaggio è stato fondamentale per capire innanzitutto la potenza delle immagini e della musica, prima ancora di lavorare al testo: il vero e proprio montaggio è arrivato solo un anno dopo, grazie alla collaborazione di un artista straordinario come Benedict Cumberbatch, che pur avendo il suo da fare con Amleto e Doctor Strange si è dimostrato umile e disponibile". Patierno ha poi concluso su una nota positiva: "Nelle pagine di Lewis non c'è mai qualcosa di negativo, ma solo profonda curiosità: il rapporto che ha nei confronti di Napoli è straordinario, e vorrei che trasparisse questo nel film".