Tutto cominciò con una canzoncina natalizia. Era il 1958 quando venne pubblicato il primo disco del supertrio di roditori rock, Alvin and the Chipmunks, destinato ad entrare nel cuore dei giovani di tutto il mondo, sopravvivendo a più generazioni attraverso la nobile arte del cartone animato, fino a giungere ai giorni nostri, grazie al revival di un mito che sta per fare capolino nelle nostre sale cinematografiche con un film in computer grafica che ha già ottenuto buoni risultati oltreoceano.
The Chipmunk Song portava la firma di David Seville, pseudonimo di Ross Bagdasarian, uno squattrinato autore musicale che qualche mese prima era stato illuminato da una bizzarra idea: manipolare la velocità del nastro del suo registratore per modificare la propria voce. Ne uscì fuori quello che ormai tutti conosciamo come l'inconfondibile squittio dello scoiattolo Alvin e della sua band, i Chipmunks, che debuttarono sul mercato discografico con una canzone natalizia che ha fatto storia. Il disco fu, infatti, un successo clamoroso, vendette oltre quattro milioni di copie, conquistò due Grammy e rese il fantomatico trio di fratelli canterini delle autentiche star. Automatico divenne quindi il passaggio alla televisione, grazie a due serie animate che costruirono la leggenda di Alvin che, a cinquant'anni di distanza dalla sua creazione, approda in questi giorni al cinema con Alvin superstar, un film diretto da Tim Hill ed interpretato da Jason Lee e dai tre rocker pelosi in CGI.
Al boom del disco seguirono gadget di ogni sorta, apparizioni dei Chipmunks (come marionette) e del loro creatore in trasmissioni televisive sulla cresta dell'onda, come l'Ed Sullivan show, fino alla prima serie animata tutta dedicata ai tre scoiattolini. The Alvin show, trasmesso sulla CBS tra il 1961 e il 1962, non riuscì inizialmente ad ottenere i risultati sperati, anche a causa della contro-programmazione della NBC che trasmetteva allo stesso orario la serie western Wagon train, per poi essere riscoperto nei passaggi successivi e quindi esportato in 80 paesi del mondo, Italia compresa, quando agli inizi degli anni '80 fece la sua prima apparizione su Italia 1.
Ogni show era composto da un episodio di Alvin e da due segmenti musicali, e raccontava le avventure della band e del suo manager David Seville. Questa prima serie, diretta da Hiroshi Saito, ebbe il merito di definire meglio le personalità dei tre fratelli roditori con la passione per la musica, dando loro quel tocco di umanità che li rese più amabili: il leader Alvin era la peste, incarnava lo spirito selvaggio dei chipmunks (un tipo di scoiattolo che vive nei parchi americani) e col suo fascino magnetico rappresentava al meglio il prototipo della rockstar; Simon era invece la mente del gruppo, dotato di un'invidiabile capacità di risolvere i problemi attraverso l'intelletto; Theodore, infine, era il chipmunk più sensibile ed affettuoso, sempre affamato e perciò grande divoratore di snack. Nella realizzazione della serie fu coinvolto attivamente lo stesso Ross Bagdasarian che suggerì numerose idee riguardo nuovi personaggi e bizzarre situazioni, compose tutte le canzoni della serie e doppiò le voci del suo alter ego cartoonistico e dei tre Chipmunks. L'ingrediente vincente dell'Alvin show fu il suo umorismo non violento che si distingueva dalla formula allora in voga tra le serie americane, fatta di esplosioni fracassone, inseguimenti feroci e distruzione dell'avversario. Inoltre fu l'unico show in onda in quel periodo che non prevedeva l'utilizzo delle risate pre-registrate a sottolineare la comicità degli eventi che si susseguivano sullo schermo.
Con la morte del loro creatore, Ross Bagdasarian, avvenuta nel 1972 per infarto, anche la vita dei Chipmunks sembrava segnata. Dopo qualche anno di oblio però, l'eredità di Bagdasarian fu rilevata da suo figlio Ross Jr. che rispolverò il mito di Alvin, dando il via libera ad una nuova serie animata dedicata ai personaggi creati da suo padre. Alvin and the Chipmunks, questo il nome scelto per il restyling della serie, fece il suo debutto sulla rete NBC nel settembre del 1983 e durò, con ottimi risultati in termini d'ascolto, per otto stagioni fino al 1990. Tra i nuovi personaggi introdotti in questa nuova serie, irresistibile era la controparte femminile dei Chipmunks, le Chipettes, una band di scatenate scoiattoline rocker formata da Brittany, Jeanette ed Eleanor, determinate a battagliare per il successo con i rivali fratelli Chipmunks.
Ancora una volta l'elemento che contraddistingueva la serie era la sua delicatezza (che attirò però anche le antipatie dei denigratori di un certo tipo di buonismo esasperato), quel tocco garbato che, unito all'energia più scatenata dei suoi protagonisti, si rivolgeva chiaramente ad un pubblico di giovanissimi. I caratteri delle piccole star del cartone animato si andarono definendo meglio e le loro sembianze divennero più umane, tanto che, nelle ultime stagioni, i loro occhi vennero colorati d'azzurro.
Alvin and the Chipmunks raccolse ottimi risultati in tutti i paesi nei quali venne esportato, ed in Italia arrivò, sempre sulla rete del biscione dedicata ai più giovani, a metà degli anni '80, con il titolo di Alvin rock'n'roll, la cui sigla era cantata dall'inconfondibile voce di Cristina D'Avena. Alvin faceva parte di un'ondata di cartoni animati che la televisione commerciale portò in Italia in quel periodo contribuendo a costruire quello che poi sarebbe diventato il mito della tv targata anni '80.
Tra le tante operazioni di revival degli ultimi tempi si ritaglia quindi il suo posto anche lo scoiattolo Alvin, che rivive sul grande schermo tra nostalgia e nuove esigenze, tanto che lo spirito rock dei fratelli Chipmunks è ora nascosto dentro un abbigliamento street style che non può che far storcere il naso a chi ricorda con affetto il cartone originale. Però si sa, ogni grande star che si rispetti ha bisogno di rinnovarsi continuamente per restare al passo coi tempi, e se è vero che, come canta un gruppo rock di casa nostra, non si esce vivi dagli anni 80, allora questa nuova veste di Alvin potrà almeno tornare utile per la riscoperta di una serie animata dal fascino innocente, che si lascia ancora amare per come ha saputo conquistarsi il proprio spazio tra i nostri ricordi più teneri di quell'epoca.