Robin Hood è un nome talmente incastonato nella pietra e nella mente di lettori e spettatori che riportarlo in tv nel 2025 sembra una follia. Eppure lo hanno fatto nella serie ogni domenica su MGM+ (Channel di Prime Video e Infinity+).
È con questo spirito che entriamo su Zoom per chiacchierare con i due showrunner, Jonathan English & John Glenn, e con i due protagonisti Jack Patten & Lauren McQueen, che hanno la responsabilità di interpretare Robin e Marian. Siamo tra i pochi giornalisti italiani presenti e, nello spirito british della puntualità, non ci fanno aspettare troppo per entrare nelle stanze virtuali delle interviste.
Robin Hood: l'origin story era l'unica via possibile
Perché scegliere un personaggio così noto della letteratura, del cinema e della TV nel 2025? Forse per esplorare la storia delle origini di Robin di Loxley e non la storia del ladro già adulto e formato, che tutti conosciamo, come ci confermano gli ideatori.
"È il nostro punto di partenza, perché c'è tantissimo materiale a cui attingere, tra verità storica, mito e fantasia. Volevamo raccontare la storia del giovane Robert di Locksley bambino e poi adolescente nel villaggio in cui viveva, conoscere i suoi genitori e intraprendere con lui il viaggio che lo avrebbe fatto diventare Robin Hood".
Continua il collega: "Ci è sembrato che questo aspetto non fosse stato ancora esplorato a fondo. Un pretesto per un racconto di disparità sociale, che è molto attuale oggi. Robin è sempre stato un guerriero, un vendicatore che difende l'uomo comune. Protegge la classe contadina, ruba ai ricchi per dare ai poveri. La battuta più famosa che tutti conoscono riguarda davvero la classe sociale".
Robin e Marian, dal passato al presente
Anche i due interpreti principali si sono sentiti aiutati nell'approcciare due personaggi così iconici quando erano ancora acerbi e prima che diventassero "famosi", come ci dice Jack Patten: "C'è l'elemento umano delle origini nella nostra versione, che l'ha resa così attraente come progetto. Il rapporto tra loro due è più profondo, atipico. Lei è una donna forte, non una donzella in difficoltà".
Gli fa eco Lauren McQueen: "Non abbiamo mai visto Robin e Marian da bambini al cinema o in tv. Nei primi episodi esploriamo la loro infanzia e il rapporto coi loro genitori, diametralmente opposto. La parte più emozionante da leggere e mettere in scena è stata vederli maturare e vedere il loro rapporto crescere".
Infatti i due protagonisti non hanno voluto vedere nessun adattamento precedente per non esserne influenzati. "Ovviamente conoscevamo la storia, ma ci siamo fidati del nostro istinto. Ci hanno dato piuttosto delle reference sulla storia d'amore tra i due. Titanic con Jack e Rose, Romeo e Giulietta, Le pagine della nostra vita" ci dice McQueen e Patten scherza "Ma la versione cartoon con la volpe della Disney sembra fantastica!"
Un Robin Hood per le nuove generazioni
Cosa porta questo Robin Hood alle nuove generazioni? Ci dicono gli showrunner: "Volevamo rendere la sua storia molto personale e realistica, anche se in un mondo fantasy. Un mondo in cui gli spettatori di oggi potessero riconoscersi. Non lo incontriamo già fuorilegge, è bello scoprire come e soprattutto perché lo diventa".
Concorda Jack Patten: "La serie è ambientata in un mondo in cui o sei Normanno o sei Sassone, e le due parti non vanno d'accordo. Ma Marian e Rob si vedono semplicemente come esseri umani. Un sentimento universale, che mi piace pensare, può avere il potere di influenzare un'intera comunità. A loro non importa davvero da dove vengono, ma dove potranno andare insieme".
Il fattore Sean Bean
Nel cast della serie MGM+ ci sono anche due nomi di spicco come Sean Bean e Connie Nielsen. Il primo interpreta lo Sceriffo di Nottingham: sappiamo che per una volta non morirà alla fine della prima stagione. I due showrunner sorridono alla nostra domanda sul casting e ci rivelano di aver scritto il ruolo sperando che lui accettasse. Senza crederci troppo, perché aveva già avuto una buona dose di fantasy nella sua carriera, tra Il signore degli anelli e Il Trono di Spade.
Eppure "a sorpresa, ha reagito molto bene alla sceneggiatura: scopriamo i motivi dietro la sua ossessione per Robin. Il suo diventa un personaggio più umano e complesso. Rappresenta la Legge e cerca di far contenti tutti, Sassoni e Normanni, per mantenere l'ordine, ma non vuole la guerra. È politicamente combattuto tra le sue responsabilità, un altro aspetto molto attuale". A fine intervista, i due ci confessano che lo show è pensato per essere diviso in più stagioni. Incrociamo le dita!