La ricetta della felicità: già il titolo sembra quasi utopistico di questi tempi. È proprio con questa serie "feel good" - come l'hanno chiamata sceneggiatori, produttori e regista - che la Rai ha deciso di inaugurare la sua stagione delle fiction, insieme a Balene - Amiche per sempre.

Ancora una volta due protagoniste femminili, ancora una volta due attrici amate dal pubblico. E, ancora una volta, un mix di dramma e commedia nel tono del racconto. Al centro due donne che non si conoscono fino ad un (fortunato?) incidente. Come ricominciare la propria vita quasi da zero? Provano a mostrarcelo Marta e Susanna.
La ricetta della felicità: due donne (e due famiglie) che più diverse non si può

Marta Rampini (Cristiana Capotondi) è una giovane donna che dalla vita ha avuto tutto: una bella casa in centro a Milano, una posizione sociale, un marito amorevole, Enrico (Franco Parenti), una figlia raggiante, Greta (Nicky Passarella). L'uomo ha sempre pensato al loro benessere in modo che non mancasse niente alla loro famiglia. Almeno fino al giorno in cui la Finanza entra in casa per perquisirla: Enrico è infatti accusato di riciclaggio e frode e in poco tempo la donna perde non solo tutte le proprie certezze affettive ma anche quelle economiche.

Senza un soldo e senza amici, si ritrova a dover badare da sola alla figlia e alla suocera, Rosa (Valeria Fabrizi), che soffre di Alzhaimer: con loro decide di fare un viaggio a Marina di Romagna, paesino immaginario della riviera romagnola, perché potrebbero esserci le risposte che tutte e tre cercano. Lì si imbatte in una famiglia agli antipodi: Susanna, che ha un'officina e un benzinaio, madre single dell'adolescente Asia (Emma Benini), il fratello carabiniere Giacomo (Eugenio Franceschini), fresco di separazione, e il padre Giovà (Andrea Roncato), col vizio del gioco. Due mondi diametralmente opposti collidono e proprio questo incontro-scontro fortuito potrebbe giovare ad entrambe le parti, per scoprire qualcosa di nuovo su come ricominciare oggi.
Sorellanza, femminismo, solidarietà: i temi della fiction Rai

Dai primi episodi visti in anteprima, la base di partenza, per quanto un po' surreale, è altrettanto fruttuosa per le varie linee narrative che scatena. Ci sono varie generazioni che si mettono a confronto: non solo quella delle due madri, ma anche quella dei nonni e quella delle figlie adolescenti. Uno sguardo prevalentemente al femminile su un mondo fatto di incontri inaspettati e sorprendenti, che insegnano quanto da una apparente tragedia, dal mondo che ti crolla addosso, possa sempre nascere qualcosa di buono.

La controparte maschile, però, come hanno dichiarato in conferenza stampa, non ne esce totalmente sconfitta, ma con altrettante sfumature. Non c'è solo la mascolinità negativa di Enrico (sottolineiamo, per ora apparente) ma anche quella positiva di Giacomo, che si dimostra un bravo fratello per Susanna ma anche il partner che serve al momento per Marta. C'è il ragazzo della porta accanto, Ahmed (Omar Diagne), che fa battere il cuore ad Asia ma che viene catturato dalla bellezza della nuova arrivata Greta. Ahmed è il figlio di Ornella (Valentina Ruggeri), la proprietaria della piadineria accanto all'officina, che forma insieme agli altri una vera e propria famiglia allargata, mentre il marito è all'estero per lavoro.

Dalle tre donne - o sei, se contiamo anche figlie e nonna - emerge quindi un femminismo a tutto tondo e una sorellanza tra donne che possono imparare tanto l'una dall'altra, e dimostrare lati del proprio carattere non immediatamente visibili al primo sguardo. La sceneggiatrice Anna Mittone ha infatti detto di essersi ispirata all'amicizia tra Rossella O'Hara e Melania Hamilton in Via col vento "Lei è sempre stata dietro di me, pronta con la spada in mano".
Tutti in Romagna: location (e accenti) un po' troppo da cartolina
Per quanto si tratti di un posto inventato e rappresentativo di tutta la Riviera, le immagini delle spiagge dall'alto e quelle dell'entroterra e della campagna si avvicinano al fattore cartolina. Così come l'accento dei vari interpreti, poco realistico e forzato. Anche la parte teen non appare particolarmente accattivante, ma già vista.

Eppure la forza de La ricetta della felicità sta proprio nel cast e nei messaggi che vuole provare a veicolare. Cristiana Capotondi è brava a rendere la bontà di fondo di Marta, nascosta sotto l'apparente ingenuità, mentre Lucia Mascino eleva la schiettezza di Susanna dietro l'apparente durezza da mamma single; Valeria Fabrizi è invece il valore aggiunto tra eleganza e irriverenza della terza età. Il mystery dietro la scomparsa di Enrico ci incuriosisce e potrebbe rivelare molto più di quanto ci aspettiamo, veicolando il tema della fiducia. Incappano tutti in qualche cliché e stereotipo, ma speriamo che le puntate a venire mostreranno altri strati.
Conclusioni
La ricetta della felicità è una fiction Rai “feel good” che, dai primi episodi visti, imbocca strade già battute per raccontare l’incontro di due poli opposti che potrebbero farsi del bene reciprocamente. Se alcune storie sembrano datate, alcuni accenti e location messi lì più per bella figura che per un vero motivo narrativo, a colpire sono le sfumature che Cristiana Capotondi e Lucia Mascino donano a Marta e Susanna, il mystery dietro la scomparsa del marito della prima. Colpiscono infine le tematiche che la serie affronta, non imbevute del solito femminismo di maniera ma maggiormente approfondite anche grazie all’incontro tra i due generi.
Perché ci piace
- Le sfumature di Cristiana Capotondi e Lucia Mascino.
- Il mystery.
- I messaggi e i temi veicolati.
- La parte maschile non totalmente negativa e perdente.
Cosa non va
- Il presupposto della storia.
- La parte teen.
- Le riprese da cartolina.