Rheingold, la recensione: alla ricerca dell'oro del Reno

Fatih Akin, l'autore tedesco di origine turca de La sposa turca e de Il Mostro di St. Pauli, ha presentato alla Festa del Cinema di Roma la sua nuova e straordinaria opera. Tra storia vera, heist movie, romanzo di formazione e denuncia sociale.

Rheingold, la recensione: alla ricerca dell'oro del Reno

Per gli amanti della scena rap internazionale, specialmente europea, il nome di Xatar non dovrebbe essere nuovo. Trattasi infatti di uno dei maggiori e più noti esponenti del german hip hop, tanto nel ruolo di cantante e compositore quanto come imprenditore e produttore con la sue tante etichette. Il prestigioso quotidiano tedesco Die Zeit lo ha definito "la macchina dell'hype", sottolineando la capacità di Xatar di trasformare ogni impresa musicale in un vero e proprio business milionario. Dietro il rap e il successo si nasconde comunque una storia davvero straordinaria che dalla guerra in Iran passa al romanzo familiare e poi di formazione, arrivando infine alla criminalità e all'heist movie.

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Rheingold: una scena del film

A raccontarla ci ha pensato lo stesso cantautore nel 2015, scrivendo di proprio pugno l'autobiografia All or Nothing: We Say the World Belongs to You (inedito in Italia). Affascinato dalla discendenza turca di Giwar Hajabi (vero nome di Xatar) e dalla sua storia, il premiato a talentuoso Fatih Akin (La Sposa Turca, Il mostro di St. Pauli) ha scelto di adattare per il grande schermo il suddetto libro, trasformandolo nel suo nuovo e convincente film presentato alla 17a edizione della Festa del Cinema di Roma. Ve ne parliamo nella nostra recensione di Rheingold, titolo che cita la famosa e sublime composizione di Richard Wagner - primo capitolo della tetralogia de L'Anello del Nibelungo - e al contempo l'evento che ha cambiato per sempre vita e carriera di Xatar.

Pericolo

Il film di Akin è in tutto e per tutto un biopic dedicato a un controverso quanto complesso personaggio della cultura pop tedesca. Prima di imporsi nel mercato musicale e scalare le vette delle classifiche con il suo rap, Hajabi è stato infatti un criminale. Nato sotto le bombe da padre compositore e madre ribelle, la primissima infanzia di Giwar è trascorsa tra fughe, prigionie e torture dei genitori, fino all'asilo politico in Germania.

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Rheingold: una scena del film

Anche a causa del divorzio dei suoi, per mantenere madre e sorella, Hajabi si getta nel mondo dello spaccio e delle risse da strada, crescendo poi come vero e proprio bullo e "gangster" di quartiere con i primi problemi, denunce, arresti. Una vita ricca di eventi e cambiamenti che hanno segnato nel profondo l'evoluzione di Giwar, tanto come persona quanto da musicista. Fondamentale è il rapporto con la figura paterna, che pur imponendo proprio la musica al ragazzo scatena in lui una sincera passione che non smette mai di coltivare anche negli anni degli affari più loschi, tra stupefacenti e rapine. Per questo sia in strada che come artista sceglie il nome Xatar, il termine usato dai curdi per indicare il pericolo. E lo è davvero, Giwar: ambizioso, aggressivo, rabbioso, intelligente, refrattario al controllo. Un Tony Montana che incontra il Malik El Djebene de Il profeta di Jacques Audiard, solo che qui tutto è accaduto realmente e viene declinato da Akin in cinema attraverso i generi vissuti da Hajabi, dal war movie al crime drama fino a un tipico heist film europeo.

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La doppia maledizione di Xatar

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Rheingold: una scena del film

Era già tutto lì, pronto ad essere trasposto sul grande schermo dalla mano sicura dell'autore di Soul Kitchen, che nel suo piccolo ha saputo esplorare in effetti tante sfumature cinematografiche. Questa è un'altra, quella biografica. Akin dirige come sempre con mano virtuosa e preparata, riuscendo a coniugare perfettamente la drammaturgia del testo con la potenza espressiva delle immagini. Lo fa quando racconta guerra e prigionia e in uguale misura e stessa profondità d'intenti quando unisce crime, commedia e rapina. È un film che tiene incollati allo schermo, Rheingold, e che proprio come nell'opera di Wagner parla di due maledizioni: quella contro l'amore e poi quella contro la stessa avidità.

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Rheingold: una scena del film

L'oro del Reno racconta proprio della caduta del mondo delle divinità a causa dell'avidità, e la perdita dell'amore è conseguenza diretta. E in sostanza quella di Xatar è proprio una storia di formazione, ascesa e poi caduta dettata dalla sua stessa fame di denaro e successo. A interpretare il protagonista troviamo un eccellente Emilio Sakraya, che sotto l'egida registica di Akin sfrutta per intero il suo talento grezzo per vestire anima e corpo i panni del rapper-fuorilegge, dando ricercata profondità di sguardo e importante muscolarità fisica. La visione dell'autore è poi totale e sa imprimersi con forza tanto nel dramma quanto nell'ironia, i due cardini portanti di un'opera interessata a un'esistenza di alti elevati e bassi giganteschi, in bilico tra fortuna e stupidità con il solo filo conduttore della musica come àncora d'evasione e salvezza. Ma se in Wagner era poi elemento diegetico, di struttura e narrazione di un racconto dal destino segnato, qui raggiunge il suo obiettivo eletto e trasforma una "divinità" caduta sotto il peso dell'avidità in uno dei rapper più influenti e apprezzati dell'intera storia dell'hip hop tedesco.

Conclusioni

Per concludere la recensione di Rheingold, il nuovo film di Fatih Akin è un'opera che stupisce per la sua capacità di essere onesta e ben realizzata. In un biopic dentro cui troviamo tanti generi differenti e un protagonista prodigioso che sembra uscito da Scarface per fare danni, crescere, cadere... ma poi imparare e rialzarsi, al contrario del buon Montana. Un'opera densa di tematiche e situazioni differenti che sa essere dramma, commedia, war e heist movie insieme, a volta anche denuncia e altre ancora ritratto a tutto tondo. Non sarà magari equiparabile a L'oro del Reno di Wagner, ma è sicuramente tra i lungometraggi più preziosi e meglio diretto di Akin, oltre a uno dei migliori titoli dell'anno.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • La storia di Xatar, nata per essere declinata in cinema.
  • Regia e sceneggiatura di Fatih Akin, tra le sue migliori.
  • L'interpretazione di Emilio Sakraya.
  • La naturale miscellanea di generi, davvero sorprendente.

Cosa non va

  • Al cuore ha un calo di ritmo fisiologico ma evidente.