_" Il suo è un giornalismo d'inchiesta innovativo che ha molta presa sul pubblico più giovane: quella di Pif si potrebbe definire un'antropologia light" _Con queste parole il critico televisivo Aldo Grasso ha definito il lavoro e il segreto del successo di Pierfrancesco Diliberto, meglio conosciuto al grande pubblico con in nick d'arte di Pif. Dopo aver collaborato a produzioni cinematografiche d'autore come Un te con Mussolini di Franco Zeffirelli e I Cento passi di Marco Tullio Giordana, la televisione lo conquista e rapisce quasi definitivamente, offrendo al linguaggio giovane e moderno appreso nelle sue prime esperienze londinesi l'occasione di esprimersi in trasmissioni come Candid & Video Show e le Iene. Ma è con l'ideazione e la conduzione de Il testimone che Pif trova veramente voce e personalità, scegliendo di trasformarsi nell'osservatore quasi occasionale di realtà che altrimenti non godrebbero di alcuna visibilità. Dalla prima puntata, mandata in onda da MTV nel 2007, sono trascorsi sei anni e cinque stagioni in cui ogni possibile argomento, dagli orfani di mafia al pagamento del pizzo fino alle abitudini di Valeria Marini, è stato raccontato e sviscerato attraverso la sua piccola telecamera utilizzata come sguardo indiscreto e curioso sulla realtà. Un'avventura professionale che Pif racconta al RomaFictionFest, annunciando anche la sesta stagione de Il testimone in onda sempre su MTV dalla prossima primavera.
Da sei stagioni Il testimone va in onda su MTV ed è uno dei format più maggior successo. Qual'è la sua formula magica? Pif: la cosa più stimolante di questo programma è la possibilità di parlare di argomenti sempre diversi. In questi anni credo di aver avvicinato tante realtà e di averlo fatto sempre con l'ignoranza che mi contraddistingue. Non lo dico per falsa modestia, io sono veramente ignorante ma questo mi permette di avvicinare anche grandi personalità con naturalezza e di porre gli interrogativi tipici delle persone comuni.

Come nascono le tue puntate e come vengono scelti i protagonisti da intervistare? Pif: le idee possono venire da chiunque. Ho una redazione e, naturalmente, anche un autore. Tutti loro possono propormi dei temi poi, molto banalmente, se mi incuriosiscono mi metto al lavoro. Una volta stabilito il soggetto, la redazione mi propone una possibile lista di persone interessanti da coinvolgere. Considerate che in Italia c'e sempre un'associazione per tutto, pronta ad aiutarti e a segnalarti esperti da intervistare.
In questo momento stai lavorando alla nuova stagione e sei appena tornato dalla Groenlandia. Cosa dobbiamo aspettarci da questa incursione tra i ghiacci? Pif: ho accompagnato il più famoso cacciatore di foche della Groenlandia. Siamo stati tre ore tra i ghiacci e non ne abbiamo beccata nemmeno una. Voglio precisare che in quei posti cacciano esclusivamente per sfamarsi e non, come in Canada, per commerciare in pelliccia. Il fatto è che in Groenlandia o mangi la foca o muori di fame. È un po' come da noi il maiale. Certo, alcuni potrebbero dire che sarebbe meglio diventare vegetariani e io sarei anche d'accordo con il principio, ma ci sono zone come quelle dei ghiacci dove è impossibile anche solo pensarlo. A volte le navi non riescono ad arrivare con i rifornimenti alimentari e, a quel punto, la scelta è obbligata.

Per concludere, su cosa si concentrerà la sesta stagione? Pif: Tra i temi ci sono vari viaggi come quello nel super lusso di Dubai o nella follia di Las Vegas. Ma è niente a confronto di quello che abbiamo realizzato con il calcio fiorentino. Io mi ero già dedicato al Palio di Siena e alla guerra delle arance, ma sono nulla in confronto allo spettacolo che ho visto su un campo di calcio fiorentino. La regola è che non ci sono regole di base. Ventisei persone si schierano contro altre ventisei per contendersi una palla, ma questa è solo una scusa per darsele di santa ragione. Nel 2006 hanno sospeso il gioco per troppa violenza. Ora lo scontro si deve limitare ad uno contro uno e non si può "attaccare" alle spalle. Sono sicuro che la puntata andrà benissimo e non vedo l'ora di montarla.