Restore Point, la recensione: un avvincente sci-fi sulla paura della morte

Il futuro di Restore Point è il 2041, dove una rivoluzionaria tecnologia permette a coloro morti prematuramente di tornare in vita, e si concentra sulla indagini di una risoluta detective. Su Prime Video.

Un'immagine promozionale di Restore Point

Quanto sarebbe utile avere un punto di ripristino atto a "sconfiggere" definitivamente la morte? Una sorta di back-up da effettuare ogni 48 ore in modo da avere una memoria sempre aggiornata da re-immettere in quel corpo che, per un motivo o per l'altro, è stato vittima di un decesso prematuro?

Un Frame Di Restore Point
Il futuro immaginato da Restore Point

In Restore Point è proprio questo il futuro che si prospetta per l'umanità nell'anno 2041, una data quindi a noi relativamente vicina ma assai inverosimile per gli attuali sviluppi tecnologici e, soprattutto, etici dietro tale scelta. In ogni caso nella società del film l'aumento dei crimini violenti ha spinto i piani alti a sviluppare questa rivoluzionaria tecnologia, che ha apparentemente cambiato in meglio la vita di milioni di persone, ora con la sicurezza di poter risorgere in caso di incidenti fatali. Almeno fino ad ora...

Restore Point: errore di sistema

Un Immagine Di Restore Point
La protagonista di Restore Point in una scena

Naturalmente un cambiamento così drastico ha portato alla nascita di movimenti ribelli che si oppongono fermamente, anche con la violenza, a tale pratica considerata contro natura. Lo sa bene la bionda detective Emma Trochinowska, che tempo prima ha perso - definitivamente - suo marito proprio in un sanguinoso attacco terroristico e che ora si trova a indagare proprio su una potenziale cellula del nemico. Ma mentre la sua indagine si avvicina sempre più alla verità, il rischio di svelare qualcosa che doveva restare sepolto è sempre maggiore e la poliziotta non saprà più di chi potersi fidare, trovando un inaspettato aiuto proprio dove meno se lo aspettava.

Come avrete potuto comprendere dalla copiosa sinossi - e relativo background - appena esposti non pecca certo d'ambizione questo thriller fantascientifico di produzione est-europea (battente bandiere di Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Serbia), che si addentra nel filone pseudo-cyberpunk accompagnandoci in un futuro prossimo dove addirittura la morte non è più un tabù e ricominciare da capo è semplice quanto fare un click sul mouse - o quasi.

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Specchi di realtà

La Protagonista Di Restore Point
Niente è come sembra in Restore Point

Suggestioni alla Black Mirror ma anche parzialmente anticipatrici del più recente Mickey 17 (2024), oltre a richiami ad altri grandi cult del calibro di Blade Runner (1982) e uno sguardo ampio all'immaginario della sci-fi umanista del nuovo millennio. Tanta carne al fuoco in quasi due ore di visione che, pur al netto di qualche risvolto più scontato del previsto, riescono a imbastire un contesto credibile e personaggi altrettanto interessanti, a cominciare proprio dalla combattiva detective interpretata da Andrea Mohylová, al suo esordio in una produzione cinematografica dopo diverse partecipazioni a serie televisive nazionali.

Il regista Robert Hloz, anche co-autore della sceneggiatura scritta a sei mani, è al suo debutto assoluto in un lungometraggio e sembra avere già un'idea chiara di cosa vuole raccontare e anche di come, riuscendo a sfruttare un budget non certamente pari a quello di omologhi blockbuster per realizzare convincenti effetti speciali e un mondo ipertecnologico né troppo pacchiano né troppo irrealistico.

Essere o non essere

Un Mistero Da Svelare In Restore Point
2041 - Restore Point: un mistero da svelare

Il confronto tra le due scuole di pensiero, tra chi è pronto a sacrificare la propria anima pur di poter idealmente vivere "per sempre" e chi invece osteggia con tutte le sue forze questa disumanizzazione dell'umano, caratterizza l'anima investigativa di un racconto che si svela progressivamente, garantendo un discreto numero di colpi di scena e mettendo i vari personaggi di fronte a scelte sempre più difficili e tortuose.

In un intrattenimento che unisce al versante ludico un buono sguardo introspettivo, sicuramente derivativo in certi frangenti ma ricco anche di spunti originali, che mette in mostra come non sempre bisogna aspettarsi da Hollywood dei solidi titoli di genere ma anche anche il caro vecchio continente è in grado di dire la propria, senza il timore reverenziale di sfigurare con i kolossal a tema. Restore Point offre paradossalmente un punto di ripristino assai solido sul quale smussare e rifinire ulteriormente una scena di genere nel caro, vecchio continente.

Conclusioni

Un'operazione ricca di spunti, capace di dimostrare - se ce ne fosse stato ancora bisogno - che anche al di fuori dei circuiti hollywoodiani si può costruire una fantascienza ambiziosa e riflessiva, abile a intrattenere ma anche nel sollevare interrogativi etici profondi. Un esordio promettente che, pur con qualche inevitabile ingenuità, lascia intravedere un domani interessante per il regista e per la scena est-europea, dove le indagini della risoluta detective protagonista offrono un approccio umano sempre più necessario, in un mondo prossimo futuro dove anche la morte rischia di divenire un algoritmo da resettare.

Movieplayer.it
3.5/5