Red Snake, la recensione: donne in armi contro l'ISIS

La recensione di Red Snake, il film di Caroline Fourest con Maya Sansa che racconta la guerra tra l'esercito curdo, composto di intere brigate femminili, e il califfato islamico.

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Red Snake: Amira Casar, Maya Sansa, Esther Garrel in una scena del film

Possibile realizzare un action al femminile che sia anche un'opera impegnata, capace di fornire uno sguardo concreto su una realtà sociopolitica di cui sentiamo parlare troppo poco? Qualcuno c'è riuscito, come indica la nostra recensione di Red Snake. In Italia Caroline Foures* non è molto nota, in Francia lo è fin troppo tanto da essere stata messa sotto scorta. Scrittrice, giornalista, documentarista, attivista politica, femminista, l'ex collaboratrice di Charlie Hebdo ha fatto della lotta al fondamentalismo religioso una ragione di vita tanto da mettere a repentaglio la propria incolumità finendo per diventare un bersaglio dell'Islam radicale.

Il suo Red Snake, film bellico femminile e femminista, è disponibile in streaming da oggi sulle principali piattaforme video on demand. Una visione che è un'esperienza perché ci conduce tra la polvere e le macerie delle montagne al confine tra Siria e Iraq, dove un gruppo di donne coraggiose rappresenta il principale baluardo all'avanzata dell'ISIS. Si parla delle donne curde del Rojava, l'esercito più temuto da Daesh, perché essere uccisi da una donna, per i combattenti islamici, è la peggior onta, e si parla della minoranza yazidi, perseguitata per motivi religiosi, ma anche dei foreign fighters e delle volontarie internazionali che abbandonano un'esistenza pacifica per unirsi all'esercito curdo e dar manforte nella guerra contro il califfato.

Un film politico, che non disdegna la spettacolarità

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Red Snake: Dilan Gwyn in una scena del film

Adottando un punto di vista internazionale, Caroline Fourest si focalizza sulla Brigata Serpente, plotone composto da volontarie provenienti da Francia, Italia, Israele, Stati Uniti e altre parti del mondo, che combatte Daesh. Il film mette insieme diverse femminilità e si muove su piani separati che andranno poi a convergere nel finale. In apertura della storia l'attenzione di concentra su Zara, giovane artista yazida il cui villaggio viene invaso dall'ISIS che uccide suo padre e la rapisce per venderla come schiava sessuale a un foreign fighter inglese. L'attenzione si sposta poi sulla guerra al confine mostrata dal punto di vista dei curdi e della Brigata Serpente. Il team è composto da donne esperte, coraggiose, dure, a cui si contrappone l'arrivo di due nuove volontarie francesi, spaesate e inesperte.

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Red Snake: Amira Casar, Maya Sansa, Esther Garrel, Nanna Blondell, Noush Skaugen, Camélia Jordana

Per veicolare il messaggio che le sta a cuore, Caroline Fourest non ha timore di premere il pedale dell'emotività e della spettacolarità. Red Snake è un vero e proprio action movie condito di sequenze belliche cariche di tensione. Alla regista sta a cuore mostrare la situazione al confine siriano, ma il suo vero intento è sensibilizzare alla causa della lotta al radicalismo la fetta di pubblico più ampia possibile e per farlo gli offre un film che cattura l'attenzione fin dai primi minuti. La Fourest rappresenta la violenza con pudore, non indugia nei massacri perpetrati da Daesh né sulla violenza sessuale, ma ciò che viene mostrato, anche con l'aiuto di eleganti metafore, è sufficiente a suscitare profonda indignazione.

La guerra è femmina, e anche la giustizia

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Red Snake: una scena del film

La Brigata Serpente e le combattenti curde rispondono colpo su colpo ai terroristi islamici. Un cast internazionale, composto da attrici come Amira Casar e Esther Garrel, che infilano scarponi e mimetica e imbracciano il kalashnikov per calarsi in modo il più possibile credibile nelle volontarie che combattono per difendere l'Occidente dal nemico numero uno. Tra di loro spicca l'italiana Maya Sansa nei panni di Laura, detta Madre Sole, alla quale viene riservata un'entrata in scena suggestiva, da vera dura. Al netto di qualche concessione all'emotività e alla spettacolarità, Red Snake offre uno spaccato realistico della vita delle donne curde e delle volontarie al fronte tra polvere, marce e proiettili la cui forza si contrappone all'apparente fragilità della vittima Zara, personaggio ispirato al premio Nobel per la pace yazida Nadia Murad.

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Caroline Fourest lavora cercando di offrire un ventaglio di differenti femminilità, ottenuto valorizzando le interpretazioni delle sue attrici, così da offrire al pubblico femminile molteplici possibilità di immedesimazione per agganciarle e trascinarle nella storia. Non manca neppure qualche concessione allo humor e anche se in alcuni momenti lo script forza la mano per amplificare il pathos, in linea generale l'asciuttezza nella rappresentazione delle combattenti e del fronte bellico ci offre una visione realistica e materica della situazione. Non avrà i mezzi e la grandeur hollywoodiana, ma Red Snake assolve la duplice funzione di documentare e intrattenere, il tutto con l'aiuto di un meraviglioso team di attrici internazionali dedicate e in parte che ci aiutano ad aprire gli occhi sul mondo che ci circonda.

Conclusioni

La recensione di Red Snake evidenzia le buone qualità di una pellicola che, pur non avendo budget hollywoodiani, si rivela un film bellico solido e spettacolare con in più una novità: una visione femminista. La pellicola di Caroline Fourest fa luce sulla strenua resistenza dell'esercito curdo verso il principale nemico dell'Occidente, il califfato islamico. Una manciata di attrici dedicate, provenienti da varie parti del mondo, dà vita a un magnifico team di donne guerriere che mostrano l'asprezza, ma anche la necessità del conflitto che infiamma non solo il Medio Oriente, ma il mondo intero.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.9/5

Perché ci piace

  • Pur essendo un film che fornisce uno sguardo approfondito su uno dei conflitti più attuali e dolorosi della contemporaneità, non rinuncia alla dimensione spettacolare.
  • Le attrici scelte dalla regista Caroline Fourest sono tutte in parte, perfettamente calate nei loro ruoli.
  • La visione femminista del film non può che entusiasmare...

Cosa non va

  • ...tanto da perdonare anche qualche momento in cui la regista si lascia prendere dall'enfasi.
  • La complessità strutturale del film, a tratti, rischia di lasciare indietro alcuni filoni.